Grande successo per un musical attualissimo

Il gruppo teatrale Rompiscena del Ric Cormòns ha rappresentato sul palco del comunale di Cormòns la prima del musical “Aggiungi un posto a tavola”, commedia scritta 42 anni fa da Garinei e Giovannini con musiche di Armando Trovajoli.La storia inizia proprio come una favola: “C’era una volta in un paese di montagna…”. Un paese immaginario in cui il curato, don Silvestro, riceve la telefonata di Dio che gli annuncia un secondo diluvio universale a cui saranno risparmiati soltanto gli abitanti della sua parrocchia se andranno a rifugiarsi in un arca da loro costruita. Don Silvestro è stato interpretato magistralmente da Marco Rivolt che è riuscito a rappresentare le difficoltà e i dubbi di un giovane parroco. Difficoltà anche nelle relazioni con una sua parrocchiana, Clementina, innamorata persa di lui. Clementina ha avuto il volto e la voce di Benedetta Falato, che è riuscita a impersonare benissimo il ruolo di una ragazza ingenua ed innamorata persa per un uomo che non può sposare.In un primo momento i parrocchiani prendono don Silvestro per pazzo, ma poi Dio viene in aiuto del parroco offrendogli qualche effetto speciale: il dono di suonare le campane alzando un dito della mano. I parrocchiani possono scegliere liberamente se costruire l’arca o continuare a vivere come nulla fosse successo. Dio si propone alla vita di questo paesino di montagna, non obbliga nessuno. I parrocchiani si convincono e costruiscono l’arca, tranne l’ateo Gianfranco, che si convincerà soltanto dopo aver parlato con Dio Padre. Simone Capello ha ben interpretato il ruolo non facile di Gianfranco, personaggio testardo e scontroso. Mentre tutti si prodigano a dimostrare le proprie competenze nella progettazione dell’arca Dio dettare il progetto a Fischio, lo scemo del villaggio, interpretato magistralmente da Francesco Marcon. Dio, come dice il Vangelo, si serve degli umili e confonde i sapienti. Nella costruzione dell’arca le difficoltà non sono finite. L’arrivo di Consolazione, una donna di “facili costumi” interpretata da Margherita Tuzzi, crea scompiglio tra gli uomini e mette alla prova la loro fedeltà a mogli e fidanzate. Consolazione trova l’amore della sua vita Toto, impersonato da Raffaele Cosson, che è riuscito a personificare in modo eccellente il ruolo di ragazzo ingenuo. Conclusa la costruzione dell’arca gli abitanti del paesino hanno un’altra tentazione: è giusto che tutti salgano sull’arca? Lasciando qualcuno a casa ci sarà più spazio. Consolazione è straniera, Toto non ha moglie e quindi non avrà eredi, Fischio, lo “scemo del villaggio”, non diventerà mai padre, gli anziani Cristina e Piergiorgio non potranno avere più figli. Qui emerge un altro tema importante: quale valore ha la solidarietà e la condivisione?Infine arriva addirittura un cardinale a bloccare la costruzione dell’arca dicendo che è frutto di un’allucinazione comunitaria. Il cardinale è stato impersonato da Giuseppe Lavanga, che ha anche interpretato la voce fuori campo di Dio. La comunità di fatto abbandona don Silvestro, che rimane solo con Clementina. Dio propone a don Silvestro di salvarsi solo lui, ma egli fa un profondo gesto di amore e donazione di sé agli altri: il curato infatti, invocando il libero arbitrio, decide di scendere dall’arca per morire con la comunità, che sta servendo. Convince così il Padre Eterno a non continuare nell’idea del secondo diluvio universale. La comunità festeggia la  decisione di Dio con una festa a cui partecipa Dio stesso che si manifesta con un bambino, ricordandoci che Lui è tra noi nel volto dei piccoli che incontriamo nella quotidianità.Questo musical è ancora attualissimo, perché pone delle questioni cruciali nella vita di ciascuno di noi quali fede, libero arbitrio, solidarietà all’interno di una comunità, fedeltà e tradimento, accoglienza della diversità e dono di sé fino a sacrificare la propria vita.