La storia del confine ripercorsa con “Lasciapassare – Prepustnica”

“Il futuro affonda le radici nel proprio passato. È attraverso iniziative come questa, in questo luogo suggestivo, che possiamo vedere come il territorio sia cambiato e stia cambiando”. Queste le riflessioni del sindaco di Gorizia, Rodolfo Ziberna, alla presentazione del nuovo impianto espositivo, collocato presso la “casetta” dell’ex valico del Rafut.”Lasciapassare/Prepustnica” – questo il titolo della mostra – ripercorre, attraverso esposizioni multimediali, fotografiche e testuali, momenti ed emozioni di un territorio unico, avvenute in un passato non ancora troppo lontano.L’esposizione è promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Gorizia, attraverso un contributo regionale per la Promozione della Cultura storica e delle lingue minoritarie.L’intero progetto è stato sviluppato in collaborazione con l’associazione 47/04, curatrice della mostra, e ISIG, che ha realizzato un percorso con gli studenti universitari. Importante anche la stretta collaborazione con il Comune di Nova Gorica e i Goriski Muzej, gestori del “Museo del Contrabbando” che si trova sempre al valico del Rafut ma sul lato sloveno.”Obiettivo del progetto condiviso è promuovere il circuito turistico lungo il confine, attraverso la rete dei piccoli musei, arrivando fino a piazza Transalpina, dove è collocato il Museo della Stazione – hanno illustrato i curatori Rosanna Puntin, funzionario dell’Area Cultura del Comune di Gorizia e Alessandro Cattunar di 47/04 -.Ulteriore obiettivo, promuovere un’operazione di “public history” lavorando su luoghi significativi e spesso marginalizzati, riportandoli a nuovo significato e, tramite la raccolta di memorie e testimonianze, riempire di nuovi contenuti la memoria collettiva degli eventi storici”.”Lasciapassare/Prepustnica” si sviluppa su tre zone dell’ex “casetta” del valico: l’area esterna presenta un percorso storico-fotografico intitolato “Storia di una comunità di frontiera”, composto da un centinaio di pannelli, estratti di testimonianze che l’associazione 47/04 ha raccolto negli ultimi 15 anni e che raccontano i momenti chiave della comunità goriziana.All’interno della “casetta”, due sezioni: la stanza di sinistra propone un’esperienza immersiva, intitolata “Linea bianca” con musiche e filmati relativi al momento in cui nacque il nuovo confine. Un unico grande schermo è diviso da una linea bianca, che segna un “di qua” e un “di là”.Le immagini provengono dagli archivi dell’Istituto Luce, dall’Archivio Belgrado e Lubiana.La stanza di destra propone l’installazione interattiva “Frammenti di memoria”: a Gorizia il confine è un segno materiale, concreto, visibile ma anche traccia immateriale di ricordi, emozioni. In questa sala alcuni oggetti sono capaci di rievocare memorie, frammenti di quelle vite vissute a Gorizia e Nova Gorica.Su un grande tavolo il visitatore troverà cinque oggetti – un lasciapassare/prepustnica, un carro armato, un pacchetto di sigarette, una statuina di Tito, il testo di Basaglia “L’istituzione negata” – che, se collocati al centro del tavolo, fanno partire 5 diversi percorsi narrativi che contano una quarantina di interviste a diversi testimoni i quali, attraverso i loro ricordi spesso d’infanzia, ricostruiscono la storia della città e del suo confine.”Raccontare la storia di questa città e di questo territorio è una sfida e proprio questo lo rende interessante – ha concluso il curatore Cattunar -; dare spazio alla pluralità della memoria, per capire la varietà e la complessità dell’intero territorio, è il punto dal quale partire”.La mostra sarà visitabile fino a maggio 2023 tutti i sabati e tutte le domeniche dalle ore 10 alle 16.