La consacrazione monacale di dom Raffaele a Barbana

Grande festa nel monastero dell’Isola di Barbana. Un nuovo fratello, dom Raffaele, ha ricevuto la consacrazione monacale esprimendo la propria professione solenne. Vivere su un’isola offre innumerevoli possibilità. Pregi e difetti, da un isolamento più marcato con la necessità di suddividere tempo e beni in base agli ’arrivi’ di materiale fino alla maggior disponibilità di momenti di riflessione, studio e preghiera.Così la famiglia benedettina, che negli ultimi anni si è insediata e si è ambientata all’interno della Diocesi, ha definitivamente preso possesso del Santuario mariano di Barbana, e continua instancabile nella propria regola. Ovvero pregare e lavorare, ’Ora et Labora’, come ripete la costante di San Benedetto. Ma anche a vivere, cosa che sulla terraferma è assai più difficile. Così al termine dell’anno liturgico, nella domenica dedicata a Cristo Re, il 21 novembre, fra Raffaele OSB, ha celebrato la sua Professione Solenne ricevendo la Consacrazione Monacale. Una cerimonia decisamente particolare, inserita all’interno della celebrazione liturgica, e segno della tradizione secolare che anche la Congregazione Benedettina del Brasile, della quale il gruppo presente a Barbana fa parte, porta avanti.Fra Raffaele è nato il 25 luglio 1982 a Bom Jesus do Itabapoana, Rio de Janeiro, nella iocesi di Campos dos Goytacazes. È entrato in monastero nel 2015 anche se, negli otto anni precedenti, aveva già compiuto un percorso come frate in un’altra congregazione. Dal monastero benedettino di Reio Grande do Sul, in Brasile, si è trasferito nel 2017 a Bologna e, dopo quattro anni, a Grado con la congregazione.”Ogni candidato quando entra nel noviziato – spiega dom Raffaele – sceglie un nome che sia adatto personalmente e spiritualmente a lui. Io ho scelto Raffaele che significa ’Medicina di Dio’. Mi piaceva anche perché ho studiato infermieristica”.”Ricevere la consacrazione monacale – spiega il Padre Priore, dom Benedetto – vuol dire diventare un monaco a tutti gli effetti”. La celebrazione, infatti, prevede due momenti distinti. Il primo, prima dell’omelia, in cui il futuro monaco risponde ad alcune domande da parte del Priore. Il secondo, invece, dopo l’omelia. Nei vari momenti la lettura del Salmo in cui il futuro monaco chiede al Signore di accoglierlo e la lettura di una pergamena, preparata proprio dal monaco. Fra Raffaele, nella preparazione, ha inserito nella miniatura del capolettera anche il motto e lo stemma dei benedettini di Barbana. Tra i momenti, toccante la ’sepoltura rituale’, durante la quale il futuro monaco è ricoperto da confratelli con un telo nero e attorniato da quattro candele, come durante i riti funebri, salvo poi ’rinascere’ a vita nuova, ovvero alla vita monacale. Ad accompagnare la liturgia la corale orchestrale Santa Cecilia che ha eseguito la Missa Prima Pontificalis di monsignor Lorenzo Perosi a tre voci miste unitamente a vari canti mariani e d’occasione. Su richiesta di fra Raffaele la compagine ha eseguito anche l’”Inno alla Chiesa”, composto da don Luigi Pontel su una melodia francese.