La benedizione con lo spadone nella notte di Natale

Si è ripetuta nella Basilica di Santa Maria Assunta e dei Santi Ermacora e Fortunato di Aquileia, la solenne Messa della Notte di Natale. La liturgia che si celebra alla Vigilia di Natale si caratterizza per il famoso e suggestivo Rito dello Spadone, probabilmente legato alla memoria di un episodio del 1340. Secondo la tradizione, il Patriarca di Aquileia, il Beato Bertrando di San Genesio, in guerra contro il Conte di Gorizia per difendere i territori e l’autonomia del Patriarcato, ancora oggi definito come la “Patria dal Friul”, celebrò la Messa di Mezzanotte in armi mentre cingeva d’assedio la città isontina. E così, con la Messa dello Spadone, Aquileia rinnova ogni anno questo rito della tradizione. Suggestiva la processione d’entrata che ha attraversato tutta la navata centrale della Basilica sul tappeto rosso, con ai lati i bellissimi, e unici mosaici, con don Mirko Franetovich il celebrante e don Paulson Kochuthara Antony, cappellano della residenza protetta Villa San Giusto di Gorizia e fratelli della congregazione Fatebenefratelli sempre di Gorizia. Prima di iniziare la celebrazione è stata cantata la Calenda, che corrisponde al testo del Martirologio Romano per il 25 dicembre. Dopo la lettura del Santo Vangelo, don Paulson, circondato dagli armieri, ha indossato l’elmo ed ha impugnato lo spadone e con esso ha indicato i quattro punti cardinali, ricordando la promessa del Patriarca di Aquileia di difendere i quattro angoli del Patriarcato.Dopo il rito, il concelebrante e gli armieri sono scesi dalla tribuna magna e hanno deposto le armi ai piedi del Presepe, ai piedi di Gesù Bambino. Purtroppo, il nascere e perdurare di sempre nuovi conflitti, in quella che Papa Francesco ha definito la “Terza Guerra Mondiale a pezzi”, rendono questa celebrazione ancora attuale e si deve ripetere questo gesto nella speranza che un giorno divenga finalmente superato. Nella rievocazione della nascita di Gesù Cristo don Mirko ha voluto ricordare quanto importante è stato il messaggio del Signore, Dio si fa carne per dare “Vita” creare altra “Vita”, un messaggio per formare armonia tra di noi, anche nel nostro “piccolo mondo” un messaggio d’amore che con la nascita di Gesù dovrebbe coinvolgere tutti, dai piccoli ai potenti, purtroppo in questo periodo storico non avviene e per questo sono troppi a soffrire e a penare per chi non vuole ascoltare il grande messaggio di Cristo. Il sindaco Emanuele Zorino ha portato i saluti della comunità al nuovo parroco, evidenziando come la sua amministrazione sta lavorando per il bene comune dopo le difficoltà degli ultimi periodi. Perciò dalla Chiesa Madre di Aquileia, uno dei grandi centri da cui è partita la diffusione del messaggio cristiano, anche e soprattutto, merita ricordarlo, nei paesi dell’Est Europa, si vuole ancora una volta lanciare l’augurio che gli uomini sappiamo disarmarsi di fronte alla dolcezza del Bambino Gesù e che, qui e nel resto del mondo, siano capaci di combattere gli spiriti delle tenebre e difendere l’identità delle  comunità non imbracciando le armi, ma prendendosi cura gli uni degli altri e facendo spazio all’amore di Dio nel cuore.