Rinascita

C’è un filo comune che unisce la giornata di celebrazione della donna da poco passata (l’8 marzo) alla successiva festa della Resurrezione di Cristo (Pasqua, quest’anno, estremamente ravvicinata con data al 31 marzo) ed è il tema della rinascita che non ha a che fare solo con il parto e la morte ma anche con […]

29 Marzo 2024

C’è un filo comune che unisce la giornata di celebrazione della donna da poco passata (l’8 marzo) alla successiva festa della Resurrezione di Cristo (Pasqua, quest’anno, estremamente ravvicinata con data al 31 marzo) ed è il tema della rinascita che non ha a che fare solo con il parto e la morte ma anche con il tornare a vivere dopo una grande sofferenza, rinascere con in dote più consapevolezza, forza ed empatia. Casistiche in cui tante donne si sono certamente ritrovate in un contesto sociale e lavorativo in cui viviamo ancora ampiamente misogino tra battute, stereotipi e cultura mascolina.
Gli inciampi ovviamente non appartengono solo al genere femminile, ma altrettanto ovvio c’è che le donne, soprattutto se madri o caregiver di un figlio disabile o di un genitore anziano, sono spesso quell’ala ferma sotto cui chi accudisce resta a riparo mentre il vento soffia, la pioggia cade o la tramontana scuote.
Fra le poche certezze vi è che le donne restano immobili e spesso da sole rispetto a chi ha già trovato una ragione per defilarsi, qualcosa che sa di eroico ma che le più lo considerano normale parte integrante dell’amore. Loro restano ferme nell’impegno, in attesa che tutto passi e ritorni il sole.
Sì perché se un detto recita che “non può essere più buio di mezzanotte” è anche vero che dopo, se la sofferenza non è stata troppo struggente, c’è la rinascita, un processo che non ha segreti né tempi ma una sola grande luce: le passioni, l’amore per sé stessi e per gli altri, per la natura, per i talenti riscoperti, per conoscere il mondo e la sua bellezza.
Come l’enorme masso spostato dall’entrata al Santo Sepolcro e Lui che non c’è più “Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto” , così dal dolore ci si allontana, il cuore e la mente non restano dove si è consumata la sofferenza ma vanno altrove a rinascere, a dimostrarsi che per quanto le difficoltà possono aver fatto male, non sono state capaci di spezzare ma solo, momentaneamente, di piegare.
Rinascere passa dalla riabilitazione dell’anima come quella che, dopo mesi di pastina, fa riscoprire il sapore della frutta, la dolcezza di una fragola, la croccantezza di una mela.
Ugualmente la ripresa amplifica i colori e le emozioni e quello che prima era stato tralasciato, poi torna prepotentemente importante e paradossalmente anche migliore.
La Santa Pasqua è il momento più alto delle feste religiose con la Resurrezione di Cristo dopo il tradimento degli uomini, dopo la violenza fisica, l’irriconoscenza, il dileggio, le ingiustizie e la solitudine. Accanto a lui la madre, ferma, immobile nel pianto.
Una ricorrenza speciale che non celebra la discesa della morte ma la salita della rinascita.
Così, guardo i sorrisi delle tante donne eroiche che tornano a rivivere dopo un lutto e, rivedendo la circolazione dell’amore nei loro abbracci, penso a quanto la forza d’animo e la loro emancipazione le abbiano aiutate nella rivalsa di una vita non sempre gentile. Penso a quanto sia utile curare le proprie passioni, un hobby o la dedizione al prossimo, perché se l’umanità è spesso debole e ingannevole, le passioni, come forma più alta e pura di dedizione, no, loro non tradiscono mai.
Buona Pasqua a tutti