“Tutti si sentono a casa in questa città benedetta da Maria”

Nei giorni dal 15 al 19 luglio scorso ho avuto la possibilità di partecipare al pellegrinaggio a Lourdes delle tre sottosezioni UNITALSI di Gorizia, Trieste e Udine, insieme anche ai vescovi di Trieste e di Udine. Nonostante il gran caldo, che ha limitato molto lo svolgimento dei consueti appuntamenti liturgici e di preghiera previsti a Lourdes, il pellegrinaggio ha permesso ancora una volta a tutti i partecipanti di immergersi in una profonda esperienza spirituale in comunione con Maria. Non importa se si partecipasse per la prima volta al pellegrinaggio o se, come molti tra i soci UNITALSI, il viaggio a Lourdes è ormai un evento, atteso e desiderato, che caratterizza ogni anno.Lourdes, nella bellezza e insieme nella semplicità dei luoghi e delle celebrazioni, offre molto al pellegrino che vi arriva con cuore aperto e disponibile. Anzitutto una forte esperienza di Chiesa e di una Chiesa che non distingue le persone in base alla salute e all’abilità fisica e psichica e tantomeno per appartenenza nazionale. Tutti si sentono a casa in quella città benedetta da Maria ai piedi dei Pirenei e nessuno distingue tra sani e ammalati, tra abili e disabili e per appartenenze e provenienze nazionali. Tutti hanno la percezione di essere figli di Dio e perciò sorelle e fratelli e tutti colgono la presenza e la vicinanza di una Madre, misericordiosa e affettuosa.Lourdes offre anche una significativa esperienza spirituale, nutrita della Parola, dei Sacramenti e della vera devozione a Maria. Ci si confessa anche a casa, ma accostarsi al Sacramento della riconciliazione a Lourdes ha tutta un’altra profondità di conversione. Si va a Messa anche nella propria comunità parrocchiale, ma l’esperienza dell’Eucaristia nella celebrazione internazionale apre a una dimensione di comunione “cattolica” davvero unica. La stessa cosa vale per la processione e adorazione eucaristica (questa volta tenuta nella basilica sotterranea dedicata a san Pio X nel tentativo di ovviare ai disagi del caldo): un’esperienza davvero intensa di rapporto profondo con il Signore che si dona a noi nell’Eucaristia. E come non ricordare il fascino inimitabile della processione “aux flambeaux” e anche il percorso attento e devoto sulla collina della via crucis. La bellezza di queste celebrazioni è dovuta al fatto che ognuno le vive con un’intensa comunione con gli altri (compresa la liturgia penitenziale), ma anche in un modo molto personale. Ogni pellegrino giunge infatti a Lourdes con il suo percorso personale di fede, con le sue attese, i suoi dubbi, le sue gioie, i suoi rimorsi, le grazie da chiedere per sé e per gli altri. E si confronta interiormente con il Signore con l’aiuto di Maria in un incontro molto intimo e molto riservato. Ma insieme si sente unito agli altri, parte dell’unico Corpo di Cristo, dove sofferenze e gioie, fatiche e speranze, peccati e grazia sono comuni. È esperienza di tutti intuire che quanto più si scende, nel silenzio e nel raccoglimento, nella profondità di se stessi e si incontra il Signore, tanto più ci si sente in comunione con gli altri: una comunione reale, autentica anche se non si esprime a parole.Un terzo dono proprio di Lourdes è la possibilità di vivere un rapporto vero e intenso con Maria. Un rapporto e una devozione che non portano a evadere dalla vita, né dalla consueta esperienza cristiana. Non ci sono in questo santuario particolari messaggi di Maria, non profezie sul futuro, non la ricerca di eventi prodigiosi. Anche gli stessi miracoli, che avvengono e sono verificati con grande serietà e severità, non sono l’essenziale. Si vive invece il rapporto con Maria, come sopra si ricordava, attraverso l’ascolto della Parola, i Sacramenti, la preghiera, l’attenzione ai più fragili. Esattamente ciò che si vive e si deve vivere nelle nostre comunità parrocchiali e nelle nostre associazioni durante tutto l’anno. Lourdes non è un’alternativa alla vita cristiana usuale, né una fuga dalla realtà.Per questo è facile rientrare a casa da Lourdes, certo con il desiderio di tornarvi ancora (magari ogni anno…), ma solo per “ricaricarsi” spiritualmente e così poter percorrere un’altra tappa del cammino della vita nella normalità della quotidianità, con la certezza ancora più forte di non essere soli, ma accompagnati dallo sguardo amorevole di una Madre. E questo dà molta fiducia e anche tanta gioia.