Un cammino positivo e condiviso

Nella prima domenica di Quaresima K.K. (preferisce solo con le sue iniziali), giovane catecumeno di Gorizia, è stato ammesso ai sacramenti dell’Iniziazione Cristiana, che riceverà nella notte di Pasqua. Un percorso molto consapevole il suo, fatto di una scelta maturata nell’ambito familiare e ponderata a lungo nel tempo, per nulla improvvisata. Una scelta nella quale è stato sostenuto con affetto da famigliari, amici e ragazza.
Abbiamo incontrato il giovane e ci siamo fatti raccontare proprio da lui, dalla sua viva voce, la sua esperienza di fede, di crescita personale e le sue emozioni a pochi passi dal sacramento del Battesimo.

Di te sappiamo che pochi giorni fa sei stato ammesso ai sacramenti. Raccontaci qualcosa in più di te: da dove vieni, quali sono i tuoi interessi e come ti sei avvicinato al percorso nella fede che hai intrapreso?

Ciao a tutti, ho 24 anni e attualmente sono uno studente laureando in Lingue e Letterature straniere all’Università degli Studi di Udine. Tra non molto mi laureerò, un altro traguardo!
Riguardo al mio percorso nella fede, devo dire che questa scelta è stata un po’ dettata anche dal fatto di avere origini non italiane: i miei genitori vengono dall’Albania, anche loro credono in Dio ma per motivi soprattutto storici non hanno potuto avere “un’ufficialità religiosa”.
Io sono nato e cresciuto qui a Gorizia, così come mia sorella maggiore. Entrambi crediamo in Dio ma semplicemente non abbiamo mai avuto la possibilità di approcciarci “ufficialmente” ad una religione. La mia fede quindi è un aspetto molto personale.
Proprio dal punto di vista personale ho quindi ponderato molto su questa scelta, per circa 3 anni; da 2 mi sono approcciato completamente a questa realtà e anche grazie a persone care vicino a me ho intrapreso questa scelta, in questo specifico percorso. Percorso che mi ha fatto aprire gli occhi su numerosi punti di vista e che mi ha fatto approcciare alle numerose attività che esistono all’interno della Chiesa cattolica.
È un cammino assolutamente positivo, che si sta sostanzialmente per concludere perché il mio Battesimo è previsto per la notte di Pasqua.

Parlavi poco fa del fatto di aver “aperto gli occhi” e di esserti approcciato ad alcune attività. A cosa fai riferimento?

Ho svolto due attività: la prima è stato il servizio alla Mensa dei padri Cappuccini, un servizio di volontariato che conoscevo ma non in maniera precisa e approfondita.
Questo mi ha aperto gli occhi anche sulla funzionalità delle cose, sulle persone che frequentano il servizio, sul rispetto riposto da queste persone verso noi volontari. Mi sono stati poi sfatati tanti “miti” e tante dicerie. Molto spesso infatti si sente dire che queste persone sono irrispettose ma non è assolutamente così, tutt’altro invece: salutano sempre e sono sempre con il sorriso, nonostante le difficoltà che attraversano, e sono veramente molto grati per l’aiuto ricevuto.
L’altra attività che ho svolto invece è stata la Lectio Divina assieme ad altri ragazzi giovani, con i quali sono stati intessuti bei rapporti di conoscenza e amicizia.
In questi incontri si analizzava la Parola di Dio per la Messa della domenica e questo mi ha stimolato ad andare un po’ più a fondo riguardo al Vangelo e ad ascoltare bene anche i punti di vista delle altre persone che condividevano le proprie esperienze.

Il tuo percorso è iniziato un paio di anni fa. Chi ti è stato accanto in quest’arco di tempo, chi ti ha sostenuto?

Il percorso che ho intrapreso è stato “supervisionato” da don Flavio Zanetti, responsabile diocesano per il Servizio di Iniziazione Cristiana degli Adulti, che mi ha seguito moltissimo in questi due anni.
Da inizio dicembre sono diventato catecumeno e grazie a questo ho iniziato a notare tante cose in più, a frequentare molti più appuntamenti nella Chiesa… Una frase che don Flavio mi ha ripetuto spesso e mi ha invitato ad attuarne il concetto è “vieni e vedi”. Molte delle mie attività, anche il servizio alla Mensa e la partecipazione alla Lectio divina sono state attuate proprio su questo concetto.
Nel mio cammino sono stato sostenuto dalla mia famiglia: sin da quando eravamo piccoli, abbiamo sempre celebrato in famiglia tutte le festività cristiane, sono sempre stato “immerso” nella fede. Mia sorella mi è stata vicina e anche i miei genitori; loro in particolar modo desideravano fosse veramente una cosa personale e ponderata, non una cosa “tanto per fare”.
Inoltre, tra le tante persone che mi hanno sostenuto, in primis la mia ragazza e alcuni amici: dal punto di vista realmente giornaliero tutti loro mi hanno sorretto, incoraggiato e spronato.
Questo cammino che sto compiendo, lo reputo assolutamente positivo, su tanti punti di vista; spirituale e personale.

In questo cammino, come ti sei trovato nella tua comunità di appartenenza?

Devo dire che nella comunità mi sono trovato veramente molto bene, tutte le persone con cui ho condiviso questo cammino sono state tutte felici per me e anche curiose di capire la mia scelta e il mio percorso. Sono molto grato a loro, perché è anche grazie alla comunità che ho deciso di intraprendere ancora più profondamente questo cammino.

Possiamo dire che ormai sia iniziato il “conto alla rovescia” verso i sacramenti che riceverai. Come ti senti a riguardo?

Sono curioso e anche molto emozionato! Ora ci sono gli Scrutini, che si terranno nella III, IV e V domenica di Quaresima. Parteciperò poi anche alla Via Crucis e desidero proseguire anche con i miei “soliti” incontri, ossia prendendo parte alla Lectio Divina e al servizio alla Mensa dei Poveri.

Alla fine il momento in cui riceverai i sacramenti, non è un punto di arrivo ma di partenza. Cosa ti aspetti poi per questo tuto percorso?

Spero che il cammino si allarghi anche in altri percorsi, magari tramite altre attività e, conseguentemente alla mia esperienza di studio e lavoro, se mi porterà altrove, vorrei mi desse la possibilità anche di avvicinarmi alle comunità e comprendere i luoghi della fede dei posti che mi ospiteranno, conoscere quindi altre realtà che magari qui a Gorizia non ci sono.
Sul lungo termine mi piacerebbe poi un giorno sposarmi in chiesa e conoscere anche sacerdoti di altre parrocchie, confrontarmi con loro e vedere come ogni comunità vive la fede.
Vorrei vivere la mia fede davvero come un’interessante esperienza di crescita e maturazione personale.
Sel.Trev.