“Signore, non ho nessuno che mi immerga…”

Il 13 maggio 1992, San Giovanni Paolo II istituiva la Giornata Mondiale del Malato, volendo dare una connotazione universale alle tante celebrazioni che nel mondo, da tempo, avevano luogo con protagonisti i “Malati”, e domenica 11 febbraio 2024 avremo a celebrarne la trentaduesima giornata. La data a suo tempo scelta era proprio quella del giorno […]

19 Gennaio 2024

Il 13 maggio 1992, San Giovanni Paolo II istituiva la Giornata Mondiale del Malato, volendo dare una connotazione universale alle tante celebrazioni che nel mondo, da tempo, avevano luogo con protagonisti i “Malati”, e domenica 11 febbraio 2024 avremo a celebrarne la trentaduesima giornata. La data a suo tempo scelta era proprio quella del giorno 11 febbraio, in ricordo della prima apparizione di quella “Bella Signora” che si manifestò a Bernadette Soubirous alla grotta di Massabielle, a Lourdes.
L’attuale Pontefice, mantenendosi sulla linea dei suoi predecessori, ha affidato alla Chiesa universale il tema annuale basandosi sul racconto giovanneo della guarigione di un infermo alla piscina di Betzaetà (Gv. 5, 1-18) evidenziando il versetto 7 – “Signore non ho nessuno che mi immerga nella piscina” – che è diventato il tema dell’attuale giornata 2024. Sono, queste, le parole che l’anonimo malato del Vangelo rivolge a Gesù che poco prima gli aveva chiesto: “Vuoi guarire?”.
Sembra strano che il Maestro chieda all’infermo se vuole guarire! Qualunque malato desidera ardentemente superare la propria malattia recuperando la piena salute, ma in quelle poche parole – “Vuoi guarire?” – Gesù sollecita questo uomo malato a chiedere il suo intervento straordinario: sollecita, dunque, accanto al desiderio di sanazione fisica, anche la Fede.
Il miracolo ha subito luogo e il Maestro invita il guarito a prendere con sé la barella e ad uscire dalla piscina a testimonianza per lui.
La scelta del brano evangelico proposto da papa Francesco parla anche a quel “Nessuno” ricordato dall’infermo – “…non ho nessuno che mi immerga” – un nessuno che assume il volto dei tanti che sono accanto a chi vive la malattia spesso invalidante. Quel “Nessuno” assume il volto di tanti familiari che accudiscono in casa malati ed anziati oramai invalidi, assume il volto dei tanti operatori sanitari nei nostri ospedali, case di cura, RSA, hospice, case di riposo… assume il volto di tante “badanti” che svolgono un’opera ausiliaria di assistenza. Quel “Nessuno” assume il volto delle tante Sorelle, dei tanti Barellieri, Medici, Infermieri, Sacerdoti che hanno risposto alla vocazione del servizio all’interno dell’Unitalsi, non dimenticando le tante preziosissime associazioni e movimenti cattolici e laici, nell’ambito dei quali tanti preziosi “Nessuno”, senza calcolo di tempo, generosamente si impegnano “a far scendere nella piscina” il fratello o la sorella in difficoltà.
mons. Arnaldo Greco, assistente Sottosezione Unitalsi Gorizia

 

Per leggere gli altri articoli della pagina, è possibile scaricare qui il PDF

02_VI_10