Ripresa l’attività catechistica

È ripresa parzialmente in queste settimane l’attività catechistica anche nell’unità pastorale di Capriva e Moraro. Mentre i cresimandi hanno cominciato a trovarsi sulla piattaforma on line, ma con alcune difficoltà oggettive, i gruppi di confessione e comunione stanno vivendo la catechesi in presenza, preferibilmente in chiesa dati gli spazi che offrono più sicurezza. Certo il percorso anche quest’anno segna una vistosa parentesi dovuta alla situazione, ma si è notato che i bambini hanno comunque un profondo desiderio di sentire parlare di Gesù, di stare insieme, di raccontare le piccole e grandi storie della loro vita. Oltre alla liturgia, l’impegno di evangelizzazione è l’altro momento di cui oggettivamente le comunità hanno bisogno per rianimarsi, per rigenerarsi dopo il faticoso tempo degli svariati lockdown e zone colorate, in un clima però che permane di incertezza e paura e che frena ad esempio, specie nei bambini e ragazzi, la partecipazione alla vita liturgica domenicale. Lasciando il discorso dei bambini e raccogliendo alcuni pensieri di genitori, il problema si sposta di più nel mondo degli adulti. Che cosa significa essere cristiani nel tempo della pandemia e dopo l’esperienza del lockdown? Quale insegnamento possono trarre le nostre comunità cristiane e la catechesi in generale da questa stagione dell’umanità? Come può la comunità cristiana modificare se stessa per essere aderente al Vangelo e capace di annunciarlo al mondo di oggi, che è un mondo già cambiato e che cambierà ancora e che non ci permetterà di ritornare come prima?”. La risposta invoca un serio discernimento il cui filo però sembra esserci in una realtà ancora nebulosa. Nel frattempo, senza grandi sogni e programmi si inizierà mercoledì prossimo il cammino di Quaresima nel segno proprio del tempo liturgico ma che avrà il suo riscontro nella concreta realtà pastorale, la sobrietà e l’essenzialità, cercando però di dare risposta alle domande di cui sopra.