8xmille: accanto ai sacerdoti per essere vicini al territorio

La scelta di donare l’8xmille alla Chiesa cattolica, al di là della firma, è un atto di carità che compie ogni persona. Ecco la ragione per cui don Flavio Zanetti ci esorta a compiere quest’atto di generosità, aiutando così la Chiesa cattolica in Italia ad assumere un volto sempre più umano e sensibile ai bisogni di tutti coloro che necessitano di vari bisogni. Don Zanetti è responsabile dell’Unità pastorale di Monfalcone dal 2018 con quattro parrocchie – Sant’Ambrogio, Redentore, B.V. Marcelliana e i Santi Nicolò e Paolo -.La sua esperienza anche come missionario in Costa d’Avorio gli consente di misurare tutta l’importanza della solidarietà ecclesiale e l’opportunità di contribuire, grazie all’8xmille, affinché la missione della Chiesa continui.

Don Flavio, parroco a Monfalcone: una realtà variegata, multiculturale e composita, non sempre facile. Come ha assunto questa responsabilità che le è stata affidata? Come vive questo incarico?Ho assunto questa responsabilità, su richiesta dell’arcivescovo Carlo, in un momento totalmente inaspettato. Come sacerdoti, siamo al servizio della Chiesa, ho quindi lasciato il luogo in qui mi trovavo molto bene e sono venuto a Monfalcone.Mi sono preso quindi del tempo per vedere e ascoltare, mantenendo il più possible le cose così come stavano, per cercare di capire il modo in cui le varie persone, in particolare i laici impegnati ma anche i sacerdoti presenti sul territorio dell’Unita pastorale, lavorano, qual è la loro maniera di agire e di fare le cose cercando così di capire le persone e di valorizzare quello che ciascuno sa fare, senza frustrazioni.È vero che la situazione è complessa al livello sociale, ecclesiale, con delle comunità molto sfilacciate, cioè delle comunità cristiane che si riconoscevano e si basavano sui quartieri, cosa che a livello sociale non esiste più. Quindi ho cercato di capire bene che cosa fosse possible fare in questa nuova realtà, perché si tratta di costruire nuovi sistemi di relazione.Alcune scelte poi non sempre semplificano il compimento della missione affidata, ma si cerca in ogni caso e situazione di fare il possibile.

Come si organizza la solidarietà e l’attenzione ai più deboli nella Chiesa monfalconese e come, secondo lei, l’8xmille può contribuire in questo slancio di generosità?Le comunità di Monfalcone sono molto sbilanciate nel settore della carità e della solidarietà. Quando dico sbilanciate, si intende che anche a livello economico le parrocchie stanno facendo fronte a tanti bisogni, molto al di là delle loro effettive possibilità economiche attuali.Ci sono i vari Centri di Ascolto, che vengono incontro ai tanti bisogni di tante famiglie. Nel concreto ci sono poi anche persone generose che sostengono le varie comunità; c’è la mensa, che ogni giorno dà da mangiare a 50 persone, dal lunedì al sabato.Inoltre esistono due Opere Segno diocesane, cioè l’Emporio della Solidarietà e il Dormitorio, ma abbiamo anche altre forme di collaborazione e di sostegno a tante situazioni di povertà.È vero che l’aspetto economico è un aspetto problematico, perché ad esempio in alcune strutture che avevamo, abbiamo dovuto interrompere un certo tipo di servizio per problematiche legate agli aggiornamenti alle normative: oggi non è più pensabile e tollerabile fare degli interventi in ambienti non idonei. In questo senso gli aiuti dell’8xmille possono essere molto utili, fondamentali, anche pensando magari a dei sostegni rivolti alle persone da attivare per un intervento sul territorio.Alcuni interventi che già esistono, e sono preziosi, hanno bisogno di essere implementati e aggiornati, trovando tutte le forme di collaborazione possible sia all’interno della Chiesa, con l’8xmille e con partecipazioni con le strutture pubbliche (Comune, Servizio sociale e i vari altri servizi del territorio) con le quali esistono già molte collaborazioni.

In una città come Monfalcone, con oltre il 28% di stranieri e una grande diversità di religioni, come riesce la Chiesa cattolica a mantenere un volto sempre accogliente? Può portarci alcuni esempi concreti di apertura e dialogo?Nei confronti delle comunità cristiane, qualche anno fa la comunità ortodossa rumena era stata ospitata da noi, adesso ha un luogo di culto loro proprio; gli ortodossi ucraini tuttora vengono a celebrare le loro liturgie nelle nostre strutture.Per quanto riguarda anche i non cristiani, varie associazioni del Bengladesh o di vari gruppi nazionali, etnici o religiosi, buona parte delle loro iniziative e incontri vengono ospitati da noi. Abbiamo un ottimo sistema di relazioni e di contatti e cerchiamo di aiutali per quanto è possible.

Monfalcone si caratterizza per essere anche la città di uno dei cantieri navali più grandi d’Italia. Come vede la situazione lavorativa sul monfalconese in questo momento, dopo la pandemia da Covid19? Il mercato del lavoro è stabile o ci sono delle situazioni di povertà che anche la Chiesa sta cercando di sostenere?Il mercato del lavoro è in grande evoluzione, da una parte c’è una domanda di lavoro a cui non sempre la popolazione locale sta rispondendo, dall’altra parte ci sono dei bisogni di trovare lavoro per le categorie deboli. Ci sarebbe da implementare la relazione tra la formazione, quindi le persone, e il mondo del lavoro.Diverse aziende cercano persone che abbiano esperienza, che siano formate ma se nessuno assume queste persone, come fanno a fare esperienza o a formarsi? Questo è un problema sul quale bisogna ragionare per trovare misure intermedie che possano essere importanti.Quindi c’è un mercato, un mondo del lavoro che sta evolvendo, come evolve rapidamente il mercato mondiale. Ci sono senza dubbio delle opportunità anche per il fatto che, dall’anno scorso, Monfalcone è luogo di partenza per alcune navi passageri da crociera; questo offre, per esempio, alcuni spazi sia lavorativi, come delle opportunità per la città, che secondo me non stiamo ancora sfruttando come si potrebbe.Qui, come dicevo, esistono delle situazioni di povertà; se si potessero trovare delle forme che permettessero a una persona che soffre di disagio fisico o psichico di essere occupata, sarebbe una cosa interessante; è necessaria anche un’attenzione allo sfruttamento verso alcune persone, che veramente lavorano per cifre irrisorie.

Nel contesto del Sinodo, il Papa ci invita a compiere un cammino unitario. Come può anche l’8xmille essere un’occasione per fare un percorso insieme, che può portare a risposte concrete alle necessità del territorio?L’8xmille è senza dubbio un’occasione bella, preziosa, che in Italia abbiamo, anche se non ce ne accorgiamo. È un’iniziativa buona, lodevole e da sostenere, perché fa un sacco di bene.Sono convinto che tanti cattolici non si rendano conto di quanto bene viene fatto e si può fare con il sistema dell’8xmille. Forse certe cose andreberro un momento ripensate, magari rese ancora più chiare nelle loro modalità, in particolare a livello locale. Far conoscere meglio regole e modalità sarrebe opportuno. Però tutti i cattolici, nello spirito di comunione, devono sostenere l’8xmille per aiutare la Chiesa a fare ancora più del bene ai tanti bisognosi.Narcisse Kouamé