La situazione nelle scuole della diocesi secondo gli insegnanti di religione

Per individuare sia gli atteggiamenti prevalenti nelle scuole della nostra Diocesi verso l’IRC (Insegnamento della Religione Cattolica), sia il rapporto che intercorre fra l’offerta educativo-didattica e l’antropologia cristiana, è stato proposto agli insegnanti di religione cattolica (IdR), interpellati come testimoni privilegiati e osservatori partecipanti, un questionario con domande sia chiuse che aperte. Le risposte pervenute sono 27, corrispondenti a un terzo circa degli IdR diocesani: sono rappresentati tutti i gradi di scuola, eccetto quelle dell’infanzia (con prevalenza degli Istituti superiori), tutti i Decanati (con prevalenza di quello di Gorizia). Le insegnanti donne del campione sono 19, i maschi 8, in relazione all’assoluta prevalenza del genere femminile nel totale degli IdR. Un terzo degli insegnanti intervistati svolge nella scuola di servizio diversi ruoli, oltre al proprio insegnamento disciplinare, dimostrando così un notevole coinvolgimento nella gestione di più generali attività didattiche e organizzative: vicario; coordinatore di Istituto, di Dipartimento, di Consiglio di classe; Funzione Strumentale in vari ambiti; coordinatore di progetti; membro o presidente di organi collegiali e di Commissioni. La percezione dichiarata dai rispondenti sugli atteggiamenti prevalenti nelle loro scuole nei confronti dell’IRC è molto positiva: per 21 IdR i colleghi di altre materie dimostrano interesse e collaborazione, mentre secondo 6 l’atteggiamento è molto differenziato fra i diversi colleghi. Nessuno segnala atteggiamenti di ostilità o indifferenza. Anche per quanto riguarda gli studenti, la valutazione è assolutamente incoraggiante: 22 insegnanti dichiarano la presenza di interesse per i contenuti proposti e/o la disponibilità al rapporto personale con il docente, 6 segnalano atteggiamenti molto differenziati fra i diversi studenti. Le famiglie sono in grande maggioranza interessate agli aspetti educativi dell’IRC (20 risposte), in alcuni casi anche ai suoi contenuti specifici; solo 3 insegnanti dichiarano che l’interesse è limitato a poche famiglie e 1 segnala il disinteresse rivelato dalla quasi totale assenza delle famiglie ai colloqui (si tratta di un Istituto Professionale). Secondo la netta maggioranza (19) degli insegnanti di religione che hanno risposto al questionario, gli orientamenti della normativa scolastica sono coerenti con la concezione educativa della Chiesa Cattolica e con l’antropologia cristiana. Per 7 soggetti sono coerenti “in parte” mentre uno solo esprime una risposta negativa. Le motivazioni prevalenti di questo giudizio ampiamente positivo sulla normativa scolastica richiamano i principi della centralità della persona, della personalizzazione degli interventi educativi, dell’accoglienza, del rispetto, dell’inclusione. I pochi che hanno espresso giudizi critici o negativi evidenziano invece i problemi posti dalle diverse concezioni di cosa sia il “bene” (riferimento alla teoria del gender), la confusione sul ruolo dell’IRC, la prevalenza nella normativa di aspetti tecnici e organizzativi piuttosto che della centralità della persona. Per quanto riguarda la concreta azione educativa della propria scuola, un numero ancor più elevato di insegnanti (23) afferma che, nella maggioranza dei colleghi di altre discipline, essa è coerente con la concezione educativa della Chiesa Cattolica e con l’antropologia cristiana.(3. continua)