In cerca di sicurezza e tranquillità

Da un paio di settimane Ilona Stepanyshyna – giovane Ucraina arrivata a Gorizia grazie all’intermediazione del suo ragazzo Francesco, che era corso ad attendere lei, la madre, la sorella e la zia al confine con la Polonia – ha avuto la possibilità di sistemarsi con le sue famigliari in un appartamento messo a disposizione da una famiglia goriziana. Ora che le cose si sono un po’ sistemate, l’abbiamo nuovamente incontrata e ci siamo fatte aggiornare tanto sulla situazione per loro qui in città, quanto su quella nel Paese d’origine.

Ilona, innanzitutto come stai? Quali cambiamenti ci sono stati dall’ultima volta in cui ci siamo viste?Sto bene, ora che ci siamo sistemate ho la possibilità di proseguire – per la compagnia con cui lavoravo – il mio lavoro online. Dall’ultima volta in cui ci siamo viste devo dire che anche la mia famiglia (mia mamma, zia e sorella) si è tranquillizzata. Certo, sono ancora tristi e desiderose di poter tornare a casa quanto prima ma almeno i sentimenti che provavano appena arrivate sono ora sotto controllo.Hanno iniziato ad uscire, ad esplorare la città, mia mamma trascorre anche del tempo nel giardino del nostro quartiere… si tengono impegnate. Devo dire che le cose stanno andando meglio.

A tal proposito, loro hanno avuto la possibilità di prendere parte a qualche lezione di italiano, di incontrare altri connazionali? Tua sorella ha forse incominciato la scuola italiana?Hanno avuto l’offerta di prendere parte ad alcune lezioni di lingua italiana ma onestamente non se la sono sentita molto di prendervi parte, dal momento che la loro speranza è quella di poter rientrare a casa nelle settimane a venire.Personalmente ho cercato di spronarle ad andarci, dicendo loro che alla fine non gli costa nulla provare e soprattutto è un modo per trascorrere del tempo, anche insieme ad altri connazionali.Per quanto riguarda mia sorella, non frequenta la scuola italiana perché ha ancora la possibilità di seguire online le lezioni della sua scuola ucraina, insieme ai suoi compagni di classe.Qui a Gorizia non ha ancora incontrato suoi coetanei, però ogni tanto la porto con me e alcuni amici, così può trascorrere del tempo in maniera più positiva.Ad ogni modo, come tutti gli adolescenti, ha Tik Tok e gli altri social e ha quindi modo di sentire facilmente i suoi amici online.

Tuo padre è rimasto in Ucraina. Come sta? Avete modo di sentirlo ancora facilmente?Sì, papà lo sentiamo regolarmente e sta un po’ meglio.Sente che è meglio che noi siamo qui in Italia e non in Ucraina, in modo tale che, se dovesse succedere qualcosa, non ha la preoccupazione di mettere in salvo tutta la famiglia e può quindi reagire più velocemente, anche nel caso in cui debba, per esempio, uscire per un’emergenza di lavoro tardi la notte; non ha l’apprensione di dover avvisare nessuno, calmarci… È più facile per lui avere un approccio più attivo a tutte le situazioni impreviste che potrebbero succedere.

Com’è la situazione nella tua città dopo più di un mese dallo scoppio della guerra?La città fortunatamente non sta subendo molte conseguenze dal conflitto, non ci sono bombardamenti, sono però colpite diverse città vicine. Recentemente però anche queste sono state liberate dagli ucraini.Il pericolo maggiore nei paesi è dato dalle mine disseminate lungo le strade dai russi e tutte le conseguenze che queste possono causare… In ogni caso, la mia città d’origine diciamo che è a posto, tuttavia gli allarmi d’emergenza che segnalano un possibile bombardamento suonano di continuo e la gente è costretta continuamente a ripararsi nelle cantine e nei rifugi. È molto dura.

Ora che sei qui a Gorizia, stai programmando qualcosa dal punto di vista lavorativo, dello studio, del volontariato…?I miei piani per il momento sono quelli di tranquillizzarmi; continuo a lavorare, per il momento e fortunatamente, perché purtroppo la compagnia è entrata in una crisi finanziaria in Ucraina a causa del conflitto e saranno a breve costretti a licenziare soprattutto i “junior specialist” come lo sono io. Ho solo 21 anni, è qualcosa di inevitabile. Sto quindi considerando un “piano B”: vorrei continuare a studiare con un Master. Quindi, finché ho la possibilità di lavorare, proseguo lavorando; quando perderò questa possibilità, incomincerò nuovamente a studiare.Ho presentato intanto la mia candidatura in tre università, vediamo cosa succederà poi.