Viaggio – pellegrinaggio nella complessità della storia

Sono state 44 le persone che hanno percorso circa 3.400 chilometri in 7 giorni nel viaggio – pellegrinaggio promosso dalla parrocchia di S. Michele di Cervignano sulla linea dell’Arcangelo fino a Mont Saint-Michel in Normandia.
Un itinerario in pullman, animato dal parroco, con le Lodi al mattino ed i Vespri alla sera, attraverso tutto il Nord Italia fino alla val di Susa in vista della Sacra di San Michele, obiettivo di un precedente viaggio, per percorrere poi una verdissima Francia rurale disseminata di boschi, estesi campi gialli di colza e rari borghi di poche vecchie case spesso con la loro chiesetta.
Il ridente paesaggio di altri tempi, le maestose cattedrali gotiche e le abbazie benedettine visitate in seguito narrano una storia in stridente contraddizione con i dati secondo cui la quota di cattolici è appena il 29% e fra questi solo l’8% frequenta regolarmente una chiesa.
La basilica abbaziale di Santa Maria Maddalena a Vezelay in Borgogna, sito UNESCO dal 1979, testimonia un passato millenario di pellegrinaggi: da qui passa uno dei cammini per Santiago, nel 1146 san Bernardo di Chiaravalle iniziò qui la sua predica in favore della II crociata, nel 1166 Thomas Becket, in esilio, pronunciò il famoso sermone con cui scomunicava il re Enrico II d’Inghilterra. Passando dal buio alla luce delle grandi vetrate, fra i cento capitelli romanici che illustrano la storia di salvezza, i pellegrini provenienti da Cervignano hanno partecipato alla celebrazione della Messa con i salmi cantati da monaci e monache delle Fraternità di Gerusalemme in un’atmosfera di intensa spiritualità. Frère Pierre-Emmanuel, rettore della basilica, racconta di aver ritrovato la fede vedendo in una chiesa di Parigi una comunità in preghiera: “Semplicemente uomini e donne che stavano cantando i salmi. Per me fu come se si fosse aperto il cielo, un dialogo tra cielo e terra. Lì, ho trovato una risposta alla mia ricerca di assoluto… E sono qui, con i miei fratelli e le mie sorelle, perché voglio già iniziare a vivere la bellezza che sarà la vita eterna”.
All’arrivo in Normandia molte altre chiese e cattedrali hanno proposto non solo spettacoli di luminosa bellezza, ma anche una storia intessuta di fede e grandi conflitti: distruzioni dovute alle guerre di religione, alla rivoluzione francese, ai bombardamenti alleati in vista dello sbarco.
La cattedrale di Notre Dame a Rouen, una delle più grandi e sfarzose chiese gotiche di Francia, fu saccheggiata dagli Ugonotti nel 1562, trasformata in Tempio della Ragione dalla rivoluzione, distrutta in gran parte dai bombardamenti, restaurata e riaperta al culto nel 1956.
Nella piazza di Rouen dove fu messa al rogo S. Giovanna d’Arco si trova una bella chiesa degli anni ’70 a lei dedicata, con antiche vetrate di una chiesa distrutta nel 1944. Su Avvenire scriveva Raul Gabriel: “Giovanna era l’agnello sacrificale della mancanza di coraggio e umanità prima che di fede, di giudici che con la parola eresia hanno trovato il modo di liberarsi di innumerevoli ostacoli nel corso dei secoli. Politici, religiosi, studiosi non potevano accettare che un destino così grande avesse investito una piccola tra i piccoli”.
Poi a Lisieux il grande santuario di un’altra piccola, progettato subito dopo la canonizzazione di S. Teresa del Bambin Gesù, il cui libro Storia di un’anima aveva avuto un successo internazionale. Nella cripta, dove sono custodite le reliquie dei suoi genitori entrambi santi, don Sinuhe ha celebrato la Messa. Non è mancata la visita alla cappella del Carmelo con le reliquie di S. Teresa, dove le suore pregavano e cantavano.
Il clou del viaggio era ovviamente Mont Saint-Michel, meta di circa 3.200.000 visitatori all’anno. Con la bassa marea nessuna difficoltà a raggiungere la base, ma poi 350 gradini per salire all’abbazia, mai espugnata nonostante l’assedio più lungo del Medioevo da parte degli inglesi, trasformata però in prigione durante la rivoluzione e soltanto dopo il 1863 restituita alla diocesi.
Oggi ai benedettini si sono sostituite due comunità di monaci e monache delle Fraternità monastiche di Gerusalemme: “Convinti che la bellezza della liturgia può toccare il maggior numero di persone, i fratelli e le sorelle celebrano con cura la liturgia della Chiesa. Tutti i sensi sono coinvolti: icone, incensi, canti polifonici a quattro voci di fratelli e sorelle nel cuore della chiesa abbaziale per rendere visibile attraverso la bellezza il mistero della presenza invisibile di Dio nel mondo”. La S. Messa, concelebrata dal nostro parroco, ha davvero coinvolto nella bellezza della liturgia e nell’incanto del luogo tutti i partecipanti, come molti hanno dichiarato durante il lungo viaggio di ritorno.
Connotata da un grande impatto emotivo è stata anche la visita alle spiagge, al museo dello Sbarco e al cimitero dove sono sepolti 9387 soldati americani: un monito per il mondo di oggi funestato dalla III guerra mondiale a pezzi, con i versi di Quasimodo “Sei ancora quello della pietra e della fionda, uomo del mio tempo”.
Infine la storia a fumetti del cosiddetto arazzo di Bayeux e la sfolgorante bellezza della cattedrale di Chartres con 2600 metri quadrati di vetrate dall’inimitabile blu cobalto, il mistico labirinto, cammino verso la salvezza, le magnifiche statue dei portali. Capolavoro dell’architettura gotica, risparmiata durante la rivoluzione grazie all’attaccamento dei cittadini e all’opposizione dell’architetto chiamato a posizionare l’esplosivo, che convinse le milizie dell’impraticabilità dell’operazione.
Uno dei tanti segni di fede, conflitti e culture a confronto in quest’immersione nella complessità della storia.

Gabriella Burba