I ragazzi hanno bisogno di essere ascoltati (in qualunque situazione)

Appena ho sentito la comunicazione della chiusura delle scuole a causa del Coronavirus, mi sono sorti tantissimi interrogativi. Come stavano i miei allievi e i loro famigliari? Come sarebbero cambiate le lezioni con le nuove tecnologie? Sarei riuscita a mantenere i rapporti con loro? Sarei riuscita ad ascoltarli, ad incontrarli e a parlare con loro, del loro stato emotivo e psicologico? Dopo un attimo di smarrimento, ho sentito il dovere di fare qualcosa di concreto perché, oltre ad essere l’insegnante di Religione, ho il ruolo di Referente del Benessere all’interno del mio Istituto. Così, mi sono messa subito in contatto con la psicologa della nostra scuola, la dott.ssa Daniela Marega, per intraprendere azioni concrete al fine di capire lo stato fisico e psicologico, non solo degli studenti ma anche dei docenti, e il modo di intervenire per dare loro sostegno. Nel frattempo, mi sentivo costantemente anche con i miei colleghi che avevano intrapreso le prime video lezioni, per comprendere appunto come la didattica stava cambiando e come reagivano i ragazzi. Non nego che c’è stato un breve periodo iniziale di smarrimento da parte degli studenti, poiché non rispondevano come di solito alle comunicazioni riguardanti le attività proposte da me in collaborazione con la dott.ssa Marega, inviate tramite mail istituzionali, né ai messaggi di sollecito inviati sempre da parte mia al gruppo del Comitato Studentesco. Era un segnale, dovevo fare di più. Ho iniziato quindi a svolgere anch’io delle video lezioni su Meet o meglio dei video incontri con le mie classi. Se devo essere sincera, mi sono molto emozionata quando vedevo sullo schermo del mio PC i miei allievi ed ancora di più quando rispondevano alle mie domanda in merito a come si sentivano, come trascorrevano il tempo, come vivevano in famiglia questo periodo di quarantena. Sentivo dalle loro voci e notavo sui loro volti diverse reazioni: alcuni erano tranquilli, altri più timorosi, più paurosi, più ansiosi. Man mano che li ascoltavo cresceva in me la gioia che il rapporto personale con loro era cambiato dal punto di vista del mezzo di comunicazione ma non nella reciproca fiducia. Le loro confidenze ed il loro interagire con me non erano cambiati. I ragazzi hanno bisogno sempre, in qualunque situazione, di essere ascoltati e di essere rassicurati. Non dobbiamo dimenticarlo.Molto significativo è stato il momento in cui una domenica mattina ho ricevuto una mail di un collega. Comunicava che era venuto a mancare il papà di un nostro allievo. Immediatamente mi sono messa in contatto con i rappresentanti di classe per dare la triste notizia. Poco dopo una docente, che aveva programmato una video lezione la mattinata successiva proprio nella classe del ragazzo, aveva invitato i colleghi a partecipare per parlare con i suoi compagni. Sono stata coinvolta in questa iniziativa portando un messaggio di speranza. Non so se è stato un caso voluto da Dio, ma proprio in quella V domenica del tempo di Quaresima il brano del Vangelo di Giovanni parlava della resurrezione di Lazzaro. Ebbene in questa situazione mi sono sentita fiera di essere una docente di Religione, perché ho saputo rappresentare la Chiesa in quel momento di sofferenza in cui non era possibile neanche partecipare alle esequie di commiato. I ragazzi hanno riconosciuto e apprezzato questo gesto ed alcuni di loro hanno avuto il coraggio di esprimere ciò che provavano. Una collega mi ha pure invitata a partecipare nelle classi parallele per parlare coi ragazzi. Ancora una volta i miei allievi hanno dimostrato la loro maturità e la sensibilità condividendo, insieme all’intero gruppo classe, ciò che stavano provando, le loro emozioni e quali domande si ponevano rispetto a questo dolore.Ebbene, dopo più di due mesi in cui la scuola ha dovuto adeguarsi a questa situazione di emergenza causata dal COVID 19, posso affermare che i rapporti con i miei allievi, seppur a distanza, non sono venuti meno anzi con alcuni si sono rafforzati, mentre con altri si sono avviati. Il rapporto che si instaura con ogni allievo è unico e particolare purché ci sia da parte di noi docenti la consapevolezza che ognuno di loro è un frammento di Dio e per tanto deve essere accolto ed amato in tutti i suoi aspetti.