Lorenzo Perosi: autore tutto da riscoprire

“Ti ringrazio Signore, di avermi fatto cristiano, di avermi fatto sacerdote, di avermi fatto scrivere quello che il mondo canta e canterà in tua lode. Amen “. Poche ore prima della sua morte mons. Lorenzo Perosi, l’ultimo grande maestro di musica sacra italiano, disse queste ultime parole. Nato il 21 dicembre 1872 nella cittadina di Tortona, il Perosi aveva già nel suo DNA familiare un cospicuo numero di musicisti: il padre, Giuseppe, era il maestro di cappella del duomo di Tortona e fu proprio lui ad infondere ai propri figli la passione per la musica. Nel 1888 si iscrisse al Liceo Musicale Santa Cecilia di Roma (oggi Accademia di Santa Cecilia) e due anni dopo, a soli 18 anni, divenne l’organista dell’Abbazia di Montecassino. Qui cominciò per il Perosi un momento di studio musicale piuttosto interessante. Studiò il gregoriano e da qui prese ispirazione per le sue composizioni: la melodia gregoriana segue perfettamente il testo che deve accompagnare e così fece il Maestro. Pur prendendo spunto anche composizioni a lui coeve (delle quali, nel canto liturgico, dovevano rimanere solo “”gli accenti di bontà, gravità, serietà”) non sono mai le note a prevaricare sul testo (dal Perosi considerato “Sacro” in quanto “Parola di Dio”) ma è la partitura musicale ad adattarsi alle parole stesse.Una novità per la musica sacra moderna. Un anno dopo dovette lasciare il posto per motivi di salute ma nel 1894 lo si vede già direttore della cappella della Basilica di San Marco a Venezia dove cominciò a pubblicare le sue prime composizioni. Nel 1895 fu ordinato sacerdote e fu proprio nel 1897 che cominciò il periodo delle composizioni più floride o, in ogni caso, più famose e che tuttora si eseguono in moltissime cantorie: stiamo parlando di Messe che, per la loro bellezza musicale e corale, possono essere tranquillamente definite delle “opere d’arte”. La “Missa Pontificalis” a tre voci miste, “tribus vocibus inaequalibus”, (che divenne “Prima con la pubblicazione della “Missa Secunda Pontificalis”  nel 1906), la “Missa Eucharistica”, la “Missa Te Deum laudamus” per due voci pari. Nel 1898 il Perosi viene nominato da Papa Leone XIII “Direttore perpetuo della Cappella Musicale Pontificia Sistina”: questa, ancora composta dagli ultimi cantori evirati, viene dal Perosi rivoluzionata con la sostituzione degli esigui “castrati” con i fanciulli. Nello stesso anno compose l’oratorio “La Passione di San Marco” a cui succederanno altri in modo molto rapido (La trasfigurazione di Cristo e La risurrezione di Lazzaro nello stesso anno,il   Natale del Redentore nel 1899, La strage degli innocenti nel 1900, il Mosè nel 1901, Il giudizio universale nel 1904, il Transitus Animae nel 1907, In patris memoriam nel 1910 e via discorrendo). Per il Maestro è il momento di massimo successo tanto che i critici lo battezzeranno come “momento perosiano”. Sempre nel 1898 perse un suo discepolo, Ferruccio Menegazzi, e nel novembre dello stesso anno era in stampa il “Requiem a tre voci virili, con due tenori solisti, un basso solista e organo comitante”. Da ricordare anche la “Missa Benedicamus Domino” dello stesso anno per quattro voci miste e la cosiddetta Messa a tre voci d’uomo, detta “Cerviana” in quanto dedicata dal Perosi all’amico “Luigi Cervi”.Nel 1903 cominciò ad accusare dei disturbi nervosi associati a manie di persecuzione mentre nel 1908, morto il padre, fu preso da una grande crisi in cui rinnegò tutti i suoi lavori precedenti (basti pensare che nel 1906 era uscita la Missa Secunda Pontificalis). Nel 1913 una nuova crisi nervosa lo portò per la seconda volta a rinnegare i suoi capolavori precedenti che culminarono nel 1922 con la morte della madre. Nello stesso anno, ad opera dei fratelli, fu dichiarato interdetto per evitare la distruzione dei suoi manoscritti. L’interdizione cadde nel 1930 e nello stesso anno Pietro Mascagni propose la sua elezione ad Accademico d’Italia.Nel 1933 riprese la direzione della Cappella Sistina (che durante il periodo di malattia era stata guidata sia da mons. Casimiri che dal fratello del Perosi Marziano) e nel 1936 poté nuovamente celebrare la S. Messa. Da qui in poi la sua carriera fu nuovamente luminosa, dirigendo anche per la Radio Vaticana, fino al 1954 quando la sua salute fu cagionata da problemi circolatori. Il 12 marzo 1955 ebbe luogo la sua ultima direzione della Cappella Sistina per  l’anniversario di incoronazione di Pio XII. Il Maestro mons. Lorenzo Perosi si spense il 12 ottobre 1956 all’età di 84 anni. Il Perosi non fu solo compositore di Messe ed Oratori e un grande esponente del Movimento Ceciliano (tra cui citiamo volentieri Oreste Ravanello e Luigi Bottazzo). Famose sono le sue “Laude Popolari”, molto diffuse fino al Concilio Vaticano II (ogni giorno nel santuario polacco di Czestochowa viene eseguito nel pomeriggio un mottetto composto nel 1909 da mons. Perosi) tra cui Lodate Maria, Sei Pura sei Pia, Mille volte benedetta. Compose anche musica sinfonica di alto lignaggio come le 9 suites orchestrali, ognuna delle quali è dedicata ad una città italiana (Venezia, Tortona, Milano, Torino…), e varie altre composizioni strumentali tra cui concerti per archi, pianoforte, adagi e scherzi. Molte delle sue composizioni, però, rimangono tuttora inedite. Una figura, quella di mons. Perosi, che merita una riscoperta: è ingiusto lasciarlo ai meri concerti dove un effimero applauso ci ricorda la maestria di don Lorenzo (come disse Giacomo Puccini “C’è più musica nella testa di Perosi che in quella mia e di Mascagni messe insieme”) ma sarebbe più opportuno riportarlo nelle nostre cantorie come accadeva fino a qualche decennio fa: le sue Messe, oltre ad essere dei piccoli capolavori musicali, hanno una spiritualità intrinseca notevole e sono tra i migliori supporti alla preghiera per il Popolo di Dio.