Una Voce per rompere il silenzio

“Non si può riportare indietro l’orologio. La conoscenza si svilupperà sempre di più in rete. Ma quello che distingue un giornale sono le notizie, non il supporto fisico. Quindi non credo che i giornali di carta scompariranno, la carta è una tecnologia molto pratica, si stropiccia e sbatacchia senza rompersi”. Mi piace spesso citare questa frase ai “profeti di sventura” che anche nel nostro mondo ecclesiale, profetizzano da decenni l’ormai imminente scomparsa della notizia su carta e, quindi, anche dei settimanali diocesani. L’autore di quelle parole non è un attempato giornalista figlio del tempo in cui la macchina da scrivere era ancora strumento insostituibile nelle redazioni ma un cinquantenne americano, Jimmy Wales il fondatore dell’enciclopedia collaborativa gratuita online Wikipedia.Confesso che talvolta mi capita di chiedere, a chi mi si qualifica come “lettore di Voce Isontina” – di persona o sui socialnetwotk – perché, magari da tanti anni, ripeta settimanalmente il gesto di attenzione al nostro periodico. Certamente qualcuno mi risponde “per abitudine” però in tanti sottolineano due elementi.Innanzitutto la necessità di trovare uno spunto ed un aiuto per “leggere gli eventi”; per una riflessione su quanto avviene attorno a noi, in un mondo la cui complessità è direttamente proporzionale alla sua globalizzazione. In un’ottica, però, mai generalista ma che ha come suo punto irrinunciabile di partenza e riferimento la Parola. Accanto a ciò, l’opportunità di ritrovare un’agorà, uno spazio dove possano avere ancora cittadinanza “le buone notizie” e dove sia possibile uno scambio di quelle esperienze e di quelle idee che prendono vita nel quotidiano cammino di formazione ed evangelizzazione che impegna nelle nostre comunità sacerdoti, consacrati e laici.Due indicazioni precise a cui cerchiamo, di settimana in settimana, di rispondere realizzando i numeri di Voce Isontina che giungono nelle vostre case e sviluppando ulteriormente il sito internet www.www.voceisontina.eu (che sta registrando un numero di accessi in continuo aumento) inteso anche come contenitore di quegli approfondimenti che per motivi di spazio e di tempo non possono essere accolti nell’edizione cartacea.Come slogan della Giornata di Voce 2015 e della Campagna abbonamenti 2016 abbiamo voluto scegliere una frase di papa Francesco: “Non cadiamo nell’indifferenza che umilia, nell’abitudinarietà che anestetizza l’animo e impedisce di scoprire la novità, nel cinismo che distrugge. Apriamo i nostri occhi per guardare le miserie del mondo, le ferite di tanti fratelli e sorelle privati della dignità e sentiamoci provocati ad ascoltare il loro grido di aiuto”. Il settimanale diocesano è apparentemente ben piccola cosa se raffrontato ad altri mezzi attraverso cui oggi il mondo comunica; lo è ancora di più se edito in una realtà territorialmente non molto estesa come quella della nostra diocesi. Ma la sua Voce può dare voce a quanti altrimenti rimarrebbero afoni, aiutando a rompere quel silenzio che la “globalizzazione dell’indifferenza” diffonde e che fa così comodo a tanti. Per farlo, però, abbiamo bisogno prima di tutto del sostegno e della vicinanza dei nostri lettori. Di chi sottoscrive l’abbonamento e di chi acquista la sua copia in chiesa o in edicola. Piccoli gesti che non consideriamo mai scontati, soprattutto in tempi di ristrettezza economica come quelli che le nostre famiglie stanno vivendo da troppo tempo.A tutti- anche per questo – il “grazie” più sincero.

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