È tempo per un patto educativo globale

Giovedì 16 settembre circa 150.000 studenti della nostra regione (17.000 in provincia di Gorizia), dalle scuole dell’infanzia alle secondarie di II grado, riprenderanno le lezioni in presenza, come più volte garantito dal ministro Bianchi. Intanto però le istituzioni scolastiche sono alle prese, oltre che con gli annosi problemi degli insegnanti che mancano, con le nuove disposizioni anti Covid, in particolare con l’obbligo di green pass per il personale, diventato il principale argomento di dibattito sulla scuola. 116 dipendenti delle scuole del Friuli Venezia Giulia hanno inviato al Ministero e all’USR una diffida contro l’obbligo, ritenuto “discriminatorio” e “incostituzionale”; in varie parti d’Italia si organizzano manifestazioni di protesta e le critiche impazzano sui social. Oltre al dissenso aperto, sembra continuare una modalità purtroppo diffusa nel nostro Paese per aggirare norme scomode e non condivise, come risulta dalle dichiarazioni della responsabile regionale dell’Associazione nazionale presidi Fvg, Teresa Tassan Viol: “Sono stati chiesti congedi per motivi di salute o collegati alla legge 104; anche permessi sindacali o aspettative.Il rischio è che quest’anno ci sia un aumento di richieste rispetto alle percentuali registrate in passato proprio a causa del Green pass”.La scuola in presenza è certamente un obiettivo condiviso, sui rischi legati all’abuso di strumenti digitali si è espresso in termini molto duri il “Documento conclusivo dell’indagine conoscitiva sull’impatto del digitale sugli studenti, con particolare riferimento ai processi di apprendimento” (7° Commissione del Senato): oltre ai danni psico-fisici e ai rischi del web, si segnala in conclusione che “Dal ciclo delle audizioni svolte e dalle documentazioni acquisite, non sono emerse evidenze scientifiche sull’efficacia del digitale applicato all’insegnamento.Anzi, tutte le ricerche scientifiche internazionali citate dimostrano, numeri alla mano, il contrario.Detta in sintesi: più la scuola e lo studio si digitalizzano, più calano sia le competenze degli studenti sia i loro redditi futuri”.Nonostante le rassicurazioni del ministro, i nodi da sciogliere per un ordinato avvio dell’anno scolastico sono ancora parecchi.Dopo la protesta dei dirigenti sulle oggettive difficoltà di controllare ogni giorno il green pass dei dipendenti (“Se dovremo fare i controlli si entrerà in classe alle 12”), il MIUR si è attivato con il Garante della privacy (privacy problema centrale della scuola?) per la predisposizione di un’app dedicata, che però non sarà attiva prima del 10 settembre. La fondazione Gimbe sottolinea inoltre la mancanza di informazioni da parte del governo su misure per cui erano stati stanziati fondi, quali i sistemi di aerazione e la riprogettazione degli spazi, mentre permangono molte criticità sui trasporti. Anche sui numeri del personale vaccinato aleggiano alcuni interrogativi. Secondo i dati della nostra Regione, l’adesione alla campagna vaccinale da parte del personale della scuola è alta, ma Tassan Viol ha affermato: “in questi giorni è emerso che i non vaccinati sono più di quelli che inizialmente si presumeva”. All’avvio del terzo anno scolastico condizionato dalla pandemia altri dovrebbero essere i problemi e gli interrogativi sul mondo dell’istruzione e dell’educazione: il contrasto alla dispersione, aumentata secondo molte ricerche in questi due anni critici; l’accompagnamento educativo degli studenti più fragili che hanno manifestato varie forme di disagio psicologico; l’impegno collaborativo fra scuola, famiglie e territorio per una didattica di qualità, per “insegnare a vivere”, come scriveva il grande intellettuale Morin nel suo “Manifesto per cambiare l’educazione”, proponendo una visione in grande sintonia con il “Patto educativo globale” lanciato da papa Francesco. In luglio di quest’anno, per i 100 anni del filosofo francese, il Card. Parolin gli ha inviato gli auguri e i ringraziamenti del papa sottolineando sia gli evidenti punti di contatto del loro pensiero sia “l’entusiasmo e la generosa partecipazione offerta da Morin al ’Patto educativo globale’”. L’augurio a bambini, ragazzi e giovani per l’inizio del nuovo anno scolastico sottende quindi l’impegno richiesto dal papa a tutti gli adulti educatori: “È tempo di sottoscrivere un patto educativo globale per e con le giovani generazioni, che impegni le famiglie, le comunità, le scuole e le università, le istituzioni, le religioni, i governanti, l’umanità intera, nel formare persone mature… Siamo anche consapevoli che un cammino di vita ha bisogno di una speranza fondata sulla solidarietà, e che ogni cambiamento richiede un percorso educativo, per costruire nuovi paradigmi capaci di rispondere alle sfide e alle emergenze del mondo contemporaneo, di capire e di trovare le soluzioni alle esigenze di ogni generazione e di far fiorire l’umanità di oggi e di domani”.