“Il nostro futuro dipende da noi!”

Quando parliamo di futuro a cosa pensiamo? Certamente al nostro avvenire personale e alla nostra persona in quanto tale. Ma quando “facciamo i conti” con la realtà ci accorgiamo che è necessario fermarsi un attimo per pensare in maniera organizzativa a ciò che ci attende nel prossimo futuro. È necessario incontrarsi, confrontarsi, e proporre per avere una più completa e chiara visione di quello che si intende “fare del nostro avvenire”. Ed è proprio con questo spirito che il centro studi “Sen. A. Rizzatti”, e la rivista “Nuova Iniziativa Isontina” in collaborazione con il circolo “C. Medeot” hanno promosso nelle scorse settimane presso la sala “Della Torre” della fondazione Carigo di Gorizia una serie di incontri di discussione e proposta per lo sviluppo del territorio goriziano. “Il nostro futuro dipende da noi” è il titolo delle iniziative che sono state proposte soprattutto ai giovani quali destinatari primari delle riflessioni che hanno caratterizzato i primi tre incontri. Dopo la prima riflessione sul goriziano quale territorio significativo per la specialità della nostra regione nello scenario nazionale ed europeo, si è parlato anche di logistica e grandi infrastrutture che sono visti come fattori principali di sviluppo sociale ed economico. Si è parlato molto di autostrada, viabilità, portualità e intermodalità del trasporto pubblico. Particolarmente interessante è stata la considerazione fatta sul Monfalconese che è un’area strategica per le relazioni industriali, commerciali e dei servizi in una regione importante anche dal punto di vista dei confini europei. Presenti in sala all’incontro su logistica e infrastrutture erano Maurizio Ionico, urbanista e amministratore unico della Società Ferrovie Udine – Cividale, e Ariano Medeot presidente di Confartigianato di Gorizia; dopo l’introduzione dell’ ingegner Nicolò Fornasir alla conferenza. a moderare la serata è stato il direttore di Voce Isontina Mauro Ungaro. Un dato certo ed essenziale che si è delineato su questi temi è la necessità del confronto col mondo giovanile. Si pensi per esempio allo strumento dei sondaggi nelle scuole come esempio di democrazia partecipativa. Per trovare strategie condivise di gestione sarà necessario prima formare quella che potrebbe divenire la classe dirigente del domani ma anche tutta una serie di soggetti importanti che si affermeranno a livello sociale quali imprenditori, artigiani, commercianti o enti pubblici. Fare squadra per potenziare, questo sicuramente è emerso dalla serata, magari in sinergia fra pubblico e privato, sapendo affrontare la questione del cambio di atteggiamenti e di cultura. Fare un’adeguata promozione della realtà sociale è necessario per formare il mondo giovanile che spesso non è consapevole di quanto accade attorno a noi. “Il nostro futuro dipende da noi” è un titolo evocativo che ci invita a fare tutti la nostra parte, a tutti i livelli e con responsabilità. A noi giovani perciò spetta il compito di cercare di “entrare in sintonia” – almeno per quanto riguarda le esigenze, i problemi, le soluzioni  e le proposte – in modo da prendere coscienza di quanto e come si può agire. È necessario curare quella “disaffezione” che si nutre sempre più spesso nei confronti del proprio territorio, che invece ci offre tanto ed è ricco di spunti per diventare una eccellenza territoriale in Italia e a livello europeo. Alcune delle “ricette” sono lampanti. La prima riguarda la valorizzazione dei settori produttivi per garantire una maggiore attrattività e più servizi. In secondo luogo, sarà bene puntare sulla capacità ferroviaria (questione del nodo di Bivio San Polo a Monfalcone). Altri spunti? Investire su interporti e consorzi industriali – oltre alla SDAG e gli altri soggetti attualmente operanti – con la integrazione radicale delle forze presenti tra Isontino e Bassa Friulana. Il polo intermodale di Ronchi dei Legionari è un punto strategico ma se facciamo una considerazione: quella di potenziare il sistema ferroviario velocizzando la direttrice Venezia – Trieste ed anche il tratto esistente tra Cervignano e Udine. Altra questione interessante, è la  possibile liberalizzazione dell’autostrada dopo Palmanova. Bisognerebbe cercare assolutamente il supporto imprenditoriale per avere un corretto e trasparente approccio economico ai “fatti d’impresa” per esempio prendendo in considerazione il trasporto pesante su gomma tra Monfalcone e Porto Nogaro. Altra grande opportunità di sviluppo turistico ma anche economico e produttivo è quella che ci offre l’aeroporto di Gorizia che sarebbe sicuramente produttivo ma che attende ancora il definitivo e concreto intervento di sistemazione delle strutture, infrastrutture e servizi da mettere in sinergia con lo scalo di Ronchi. Per quanto riguarda la linea ferroviaria ancora una riflessione: creare il raccordo ferroviario dalla Transalpina a Ronchi tramite uno snodo tra Gorizia e Nova Gorica prendendo in considerazione – secondo il progetto GECT – anche quello di San Polo a Monfalcone. Ma i temi rilevanti specialmente per quanto riguarda le Uti o le fusioni amministrative sono diversi. Come parteciperà ad esempio Monfalcone alla nuova dimensione della portualità regionale assieme a Trieste? In quale direzione sta andando il rapporto tra Cantiere navale e città? Come è possibile la riorganizzazione efficiente delle aziende sanitarie e dei servizi sociali? Dunque, consapevoli dei tanti patrimoni che si hanno a disposizione, è necessario che ai ragazzi a partire dalle scuole superiori per poi continuare all’università, sia data la possibilità di capire prima per conoscere di cosa stiamo parlando e agire concretamente in un secondo momento. Cosa ci può comunicare il territorio che sta intorno a noi? Come possiamo sentirci parte integrante ed attiva di esso? Che idea abbiamo del cambiamento? L’unione fa la forza. Quella forza che troviamo con il  coinvolgimento e le proposte di chi vivrà il domani. Bisogna abbattere i muri, determinate logiche e pretesti inutili in modo da garantire sempre più una rete di servizi integrati di alto livello puntando sul mondo giovanile. Lo sviluppo del territorio sarà possibile solo “facendo sistema” tra diversi soggetti che cedono sovranità in funzione di un beneficio generale per ognuno e per la comunità civile intera.