Grande festa al Preval nel segno di Santa Maria Regina dei Popoli

Grande festa domenica scorsa per la memoria della Madonna del Preval, in particolare per il titolo concesso al santuario da San Giovanni Paolo II, “Santa Maria Regina dei Popoli”.L’incontro liturgico ricco del canto della corale parrocchiale San Marco che tra gli altri ha eseguito l’inno alla Madonna appositamente composto nel 1979 da don Narciso Miniussi, ha visto la presenza dell’amministrazione comunale campeggiata dal sindaco che ha offerto a nome di tutta la comunità di Mossa, l’olio per la lampada votiva, segno di una particolare attenzione del Comune alla parrocchia e al santuario. Nell’omelia, conclusasi con un’invocazione a Maria, in lingua slovena, don Maurizio Qualizza rivolgendosi ai tantissimi fedeli che la chiesa ha potuto solo in parte contenere, ha spiegato come il luogo del Preval, l’ambiente e poi la chiesa sono da sempre state un luogo di rifugio e di salvezza, una speranza e felicità che però nel dopoguerra un po’ tutti abbiamo cercato in altre cose, nel benessere, in sicurezze materiali che ci sembrava dovessero durare per sempre e che invece si sono sgretolate sotto i nostri occhi, come sembra la nostra Europa fondata sull’economia e non sulla fratellanza dei popoli e su quelle radici cristiane tanto invocate da papa Wojty?a. La festa di oggi, ha concluso don Qualizza ci dice di ritrovare la nostra vita, sicurezza, speranza nel Signore, in un Gesù che si fa presente nell’Eucaristia, che pur asceso al cielo ha promesso di non abbandonare l’umanità e i suoi amici fino alla fine del mondo.Al termine della Messa solenne l’amministratore parrocchiale mons. Arnaldo Greco ha letto il rescritto della Penitenzieria Apostolica che ha rinnovato l’indulgenza plenaria, molto ricca, concessa vent’anni fa da San Giovanni Paolo II, un perdono, pace e misericordia del quale allora si sentiva un impellente bisogno su questo confine con la ex Jugoslavia. L’atto papale ha così rinnovato il fatto che varcare la porta del santuario del Preval è concretamente varcare una porta santa che dura tutto l’anno, ma sempre con l’impegno, ha sottolineato mons. Greco, della conversione del cuore e della vita.