Nuove strade per mantenere fruibili gli spazi della comunità

Lo scorso 30 luglio, un servizio della cronaca di Monfalcone de ’Il Piccolo’ annunciava nel titolo: “Centro sportivo e area verde, cambia il volto di Largo Isonzo. Approvato dalla Regione il finanziamento di 800 mila euro chiesto dal Comune. Il Sindaco: premiato il progetto”. Un intervento che, quando realizzato, offrirà alla popolazione del rione, ma non solo, un interessante spazio ludico-ricreativo. Lo spazio è quello posto tra la chiesa di San Giuseppe e il ricreatorio mons. Oliviero Foschian. “La nuova area ludico-sportiva a disposizione della comunità – scrive il quotidiano – sarà creata nello spazio di proprietà della parrocchia di San Giuseppe, concesso in comodato d’uso gratuito al Comune”.  Una collaborazione con l’Ente locale che allarga quella di cui già si è sentito parlare e relativa alla collocazione temporanea nell’edificio del ricreatorio parrocchiale di alcune classi della scuola elementare Nazario Sauro, interessata da lavori di profonda ristrutturazione.Sono fatti che hanno certamente un impatto importante nella vita cittadina e che coinvolgono attività e strutture della comunità cristiana di Largo Isonzo e di quelle di tutta la città. Il rapporto tra strutture create e organizzate dalle parrocchie e la vita della comunità civile è un rapporto che esistite da lungo tempo per la natura stessa delle attività che, accanto a quelle riguardanti la catechesi e la formazione cristiana, hanno un impatto di servizio che risponde ad esigenze di svago, ricreative e culturali della società. Come si inseriscono in questo quadro le due attuali iniziative che coinvolgono la parrocchia di San Giuseppe? Quali scelte ha fatto la comunità cristiana, attraverso i suoi diversi organismi pastorali ed economici, per implementare la sua collaborazione con la pubblica amministrazione? Lo chiediamo al parroco di San Giuseppe don Paolo Zuttion.”Gli spazi di cui le parrocchie dispongono – premette don Paolo – sono frutto della dedizione di generazioni di persone di fede, che hanno messo a disposizione le loro risorse sia di tempo sia manuali che economiche per far si che la comunità cristiana abbia dei luoghi dove ritrovarsi per stare assieme, per formarsi, per educare i propri figli, per fare festa. Il tempo era scandito dai ritmi delle feste cristiane, cominciando dalla domenica e da tutte le altre solennità della Chiesa che si riflettevano anche nella vita civile. Con la secolarizzazione e con la profonda diminuzione della pratica religiosa – rileva il parroco – anche i nostri ambienti hanno perso centralità nella vita dei quartieri e dei paesi, con una drastica diminuzione delle presenze, per cui molti ricreatori che un tempo pullulavano di ragazzi oggi sono tristemente vuoti. Nasce quindi il bisogno di trovare strade nuove perché questi luoghi, in continuità con la loro storia, siano ancora oggi luoghi d’incontro e di formazione”. A questo punto, don Paolo ripercorre le scelte fatte negli anni dalla comunità di San Giuseppe che ” partendo dal ’principio di realtà’, ovvero cogliendo e cercando di dare risposta alle esigenze che la società pone in questo momento, ha ritenuto opportuno accogliere la richiesta del Comune, di mettere a disposizione alcune aule del ricreatorio Mons. Foschian, per gli alunni della scuola primaria Sauro durante il periodo di demolizione e ricostruzione della stessa. E’ importante precisare – dice don Paolo – che gli ambienti non saranno concessi ad uso esclusivo della scuola. Nei pomeriggi e nei giorni di sabato e domenica, infatti, gli spazi saranno utilizzati per le attività parrocchiali e ricreative di chi già usufruisce della struttura. Questa scelta è in continuità con quanto già avviene da tantissimi anni, ovvero l’uso della sala polifunzionale (palestra), affittata al Comune a beneficio della scuola Cuzzi. Andando ancora più indietro nel tempo, di circa 40 anni, ricordo che il ricreatorio metteva a disposizione diverse aule per le esigenze della scuola”.Veniamo alle prospettive che si stanno aprendo per l’area tra la chiesa di San Giuseppe e il ricreatorio.  “Anche la scelta di valorizzare l’area esterna con strutture sportive e ricreative adeguate ai nostri tempi – sottolinea don Paolo – nasce dalle esigenze della comunità civile sia per integrare le attività scolastiche sia in risposta alla sempre maggiore presenza di ragazzi, soprattutto extracomunitari, alla ricerca di spazi per le loro attività ludico sportive spontanee. Di questi luoghi c’è una grande carenza nel nostro territorio. Vista la vetustà delle attuali strutture – spiega il parroco – ci siamo messi alla ricerca, a partire da un progetto, di fondi per una ristrutturazione radicale dell’area. Una ricerca a tutto campo che ha trovato l’interesse dell’amministrazione comunale, che è riuscita a reperire i fondi. Non si è ancora del tutto conclusa la fase burocratica, della quale si stanno occupando l’ufficio legale della Diocesi e quello del Comune al fine di  formalizzare le varie competenze tra Comune e parrocchia”.A Monfalcone le parrocchie sono proprietarie di strutture molto importanti, come l’Oratorio San Michele, la Casa della Gioventù della Marcelliana, il complesso egli edifici di San Nicolò. Sono realtà che richiedono un forte impegno finanziario che le parrocchie potrebbero non riuscire a coprire in un prossimo domani. Un argomento sul quale riflettere. Don Paolo conclude precisando: “Il nostro agire, come parrocchia, deve sempre partire dal vangelo: mettersi al servizio, diceva Gesù.  Questo principio ci ha guidato anche nelle scelte più recenti: essere comunità cristiana al servizio della società civile e di ogni persona”.