Nuova sede (finalmente) per la ProLoco di Fogliano

Era dal 1961, anno della sua fondazione, che la Pro Loco di Fogliano attendeva una sede propria. Finalmente, con l’inaugurazione di venerdì 9 dicembre scorso, il sodalizio foglianino può dire di avere fissa dimora nello stabile accanto al nuovo municipio. L’edificio, concesso in comodato d’uso gratuito per dieci anni dall’Amministrazione Comunale di Fogliano Redipuglia, è stato infatti restaurato e rimesso a nuovo grazie non solo alle donazioni di comune e della Banca di Credito Cooperativo di Turriaco ma anche grazie al costante impegno dei numerosi volontari che operano all’interno dell’associazione. Al taglio del nastro, che ha formalmente consegnato nelle mani della stessa Pro Loco lo stabile, erano presenti numerose autorità, dal vicepresidente regionale, Sergio Bolzonello, al consigliere regionale Moretti fino al coordinatore dei Sentieri di Pace, Franco Visintin. Dopo la benedizione ad opera del diacono Franco Baggi, si è proceduto al taglio: presenti i soci fondatori che nel 1961  sottoscrissero l’atto, lo stesso Visintin, Zanuttini Romeo, (primo presidente del sodalizio), Piccoli Luciano e Salvador Bruno. Assente per motivi di lavoro il presidente Carlo Forte che ha comunque salutato soci e simpatizzanti tramite un video di ringraziamento collettivo. La sede servirà non solo come base per le attività di turismo sociale, raggruppate sotto il progetto “Gitamese”, ma per tutto ciò che riguarda lo sviluppo territoriale della comunità, dalle feste ai ritrovi più informali. La Grande Guerra, invece, continuerà ad avere come base la Regia Stazione di Redipuglia, ormai trasformata in un Museo Multimediale dall’ottimo successo turistico. “Il sistema delle Pro Loco”, ha concluso Bolzonello, “rappresenta una spina dorsale del turismo del Friuli Venezia Giulia, ricoprendo un ruolo che è stato pienamente riconosciuto dalla legge regionale da poco approvata e che è insostituibile sia per la capacità delle Pro Loco di leggere il territorio nelle sue declinazioni più minute sia per il collante sociale che esse rappresentano”