“Gesù, benedici le nostre comunità!”

Nella suggestiva Basilica di San Giovanni in Tuba, madre delle tre comunità, luogo da cui partirono i primi missionari per portare la lieta novella alle popolazioni che abitavano questi luoghi e alle regioni più a est,domenica 28 ottobre, i fedeli di Sistiana, Duino – San Giovanni – Medeazza e Villaggio del Pescatore, si sono riuniti per celebrare la santa messa assieme all’Arcivescovo Carlo e a don Giorgio Giannini per accogliere e accompagnare don Fabio La Gioia, all’inizio del suo nuovo impegno pastorale come Parroco dell’Unità Pastorale. La celebrazione è iniziata sul sagrato fuori dalla chiesa, dove il sindaco ha salutato il vescovo e il nuovo parroco. Con una piccola processione, accompagnati dai canti dei tre cori delle parrocchie che hanno aiutato a solennizzare la celebrazione, l’Arcivescovo Carlo, don Fabio e don Giorgio hanno fatto il loro ingresso nella chiesa.L’Arcivescovo ha quindi presentato alla comunità il nuovo parroco che dinanzi all’altare ha rinnovato le promesse sacerdotali.

L’omelia dell’arcivescovoNell’omelia, l’arcivescovo ha osservato che nel Vangelo della 30^ domenica del tempo ordinario, c’è un episodio particolarmente importante che si trova nella domanda che Gesù rivolge al cieco: “Che cosa vuoi che io faccia per te?” Sembra una domanda inutile ma, non nella risposta di Bartimèo, ma nella replica di Gesù troviamo la risposta: “Va, la tua fede ti ha salvato”. Cosa c’entra la salvezza con la vista? Per Bartimèo è sufficiente tornare a vedere ma a Gesù questo non basta, vuol far comprendere al cieco e alla folla che Lui non è solo un guaritore, ma è il Salvatore. Lui, Figlio di Dio è venuto nel mondo per questo, per dare la salvezza, che è felicità, la realizzazione piena e gioiosa della vita. Non serve vedere se la vita non ha un senso. Gesù non vuole risolvere problemi contingenti, i Suoi messaggi sono segni di qualcosa che può durare. La Sua è la Salvezza di un Dio che ci ha creati, che ci ama e che ci vuole felici, di un Figlio, Gesù, che si è fatto uomo e che ci ha indicato una vita nuova e dello Spirito Santo che ci permette di vivere questa vita con l’Amore di Dio. Come i discepoli che seguivano Gesù lungo la strada, se vogliamo ascoltarlo, dobbiamo dare la nostra disponibilità a seguire la sua missione.L’Arcivescovo ha poi chiesto cosa la gente si aspetta dalla parrocchia, dal sacerdote, dalla comunità cristiana? Anzitutto, ha osservato, di rispondere al mandato del Risorto. “Come il padre ha mandato me, così io mando voi”; annunciare alle persone di quest’Unità, di questo territorio, che c’è qualcosa di più importante dello sport, della cultura, del lavoro, ed è la Salvezza. “Spetta a questa bella comunità, composta da queste parrocchie – ha esortato il Vescovo – saper interpretare le richieste e necessità delle genti di questi luoghi, sapendo leggere nei cuori con semplicità. Un bell’impegno da vivere con fiducia”.

L’intervento di don FabioDopo l’antifona alla Comunione, le comunità parrocchiali hanno posto dei brevi saluti al nuovo parroco alle quali don Fabio ha risposto esprimendo il suo ringraziamento e ricordando alcune delle priorità che ha voluto già indicare alle comunità dell’Unità Pastorale, ispirandosi ad una pagina del libro degli Atti degli Apostoli: “la preghiera e il “servizio della Parola: in esse – ha proseguito – sono certamente incluse la celebrazione eucaristica e la catechesi”. “A queste priorità – ha aggiunto don Fabio – ho aggiunto i giovani, ed ho auspicato che nella nostra Unità Pastorale vi sia una vera e viva devozione a Maria Santissima e a S. Giuseppe. Ho parlato anche delle difficoltà e delle fatiche che questo nuovo percorso implica, con le tante domande che non sempre hanno una risposta. E poi ho detto qualcosa sui due misteri principali della fede (che ora sintetizzo), definendo una nuova analogia trinitaria. Come in Dio ci sono tre Persone e un unico Dio, analogamente qui si tratta di tre comunità parrocchiali (all’interno delle quali vi sono anche S. Giovanni e Medeazza) e di un’Unità Pastorale. Come in Dio ci sono tre Persone uguali, nella natura divina, e distinte perché l’uno non è nessuno degli altri due, analogamente le nostre tre parrocchie sono uguali nella dignità e nella natura umana, e distinte perché ciascuna ha una sua storia e delle caratteristiche specifiche, non identificandosi con le altre. E come nella vita della Santissima Trinità vige una comunione assoluta, così la nostra Unità Pastorale tragga ispirazione per il nuovo cammino.Parlando di Gesù, ho fatto cenno al Cristo sconosciuto allora (tranne alcuni sprazzi di luce), e in parte anche oggi. Nel suo nome ci siamo riuniti, egli che ci ha amati sino alla fine e si è sacrificato per noi. Questo pensiero dovrebbe farci riflettere e commuovere, così come la possibilità di fare in sua memoria ciò che Gesù fece nell’ultima Cena (l’Eucarestia)”. Sottolineando poi la storia della basilica, don Fabio ha evidenziato la “tanta acqua passata ’sotto i ponti’ (o per meglio dire sotto il mosaico della basilica) e le tante testimonianze partite proprio da questo luogo per evangelizzare le nostre terre: “noi siamo parte di questa storia (dobbiamo esserne fieri!) e, ad essa ci ricolleghiamo oggi, nel nuovo percorso come Unità Pastorale”. Ed il suo pensiero conclusivo ha preso spunto proprio da quanto la comunità aveva appena vissuto: “ho visto oggi un tratto sinodale peculiare (nei canti dei vari cori, nel servizio dei lettori e dei ministranti, e in chi li ha preparati, nella guida ordinata di alcuni momenti liturgici, nel libretto predisposto ad hoc e, in genere, nello svolgimento ben preparato di tutta la celebrazione), ossia una procedere assieme esprimendo la ricchezza dei propri talenti. Condivisi i quali, si potenzia e si riverbera il bel volto di ciò che è e che può diventare sempre più la nostra Unità Pastorale! Di questo vorrei ringraziare singolarmente ciascuno di voi e dirvi che vi accompagno tutti con il pensiero e la preghiera!”La conclusione è stata affidata ad una preghiera rivolta a Maria: “Ti si moja Gospa! Ti me spremljaš do Boga! Vem da tam se skupaj snidava, ko prispel jaz bom do tja. Brezmadežna Devica, moli za te otroke, danes in vedno. Amen (Tu sei la mia Signora! Tu mi accompagni a Dio! Io so che ivi ci incontreremo quando arriverò là. Vergine Immacolata, prega per questi tuoi figli, oggi e sempre. Amen)”.  Dopo i riti finali e l’uscita in processione, il parroco don Fabio e l’Arcivescovo hanno salutato, porgendo la mano, a tutti i presenti, mentre i cori intonavano l’inno “Io mando voi”.Gesù benedici le nostre comunità! Jezus, blagoslovi naše skupnosti!