Don Renzo, uomo di relazioni

“Il tempo è passato velocemente ma il legame profondo di  amicizia con don Renzo non viene meno. Con don Renzo non sono mai mancate l’amicizia e l’esperienza della relazione nella Chiesa e nella realtà sociale”. Sono le parole che don Giovanni Sponton, ha usato iniziando la sua omelia nella messa di suffragio celebrata nella chiesa di san Lorenzo di Ronchi lo scorso 7 marzo ad un anno dalla scomparsa del parroco ammalatosi di covid e che si è inserita nelle numerose iniziative proposte dalla parrocchia nell’anniversario.Una riflessione omiletica che ha messo al centro dell’attenzione di tutti, la capacità del sacerdote ronchese di essere uomo di relazioni. “Dava sempre nuove spinte parlando con la gente, in maniera spontanea, senza calcoli interessati. Don Renzo era un indirizzo importante per tanti” così il celebrante. Sono poi stati ricordati altri aspetti e caratteristiche del sacerdote. La centralità della carità e della politica nella sua esperienza di vita (con il ricordo delle parole di Paolo VI°); il ’Renzo giornalista’ con la direzione del settimanale diocesano pieno di uomini di buona volontà: “Voce Isontina stimolava dibattito, talvolta esplosivo nella vita della comunità diocesana” ha sottolineato don Giovanni; è stata ricordata anche la pastorale diocesana del lavoro e le visite pastorali con i vescovi nelle fabbriche e nelle aziende del territorio. Anche l’aiuto concreto alla gente non è mai venuto meno nel ministero pastorale di don Boscarol che “ha seguito la scuola di don Mario Virgulin” segnando la sua esperienza di vita anche con l’impegno per la carità. Un prete nato dal Concilio Vaticano II° , evento che ha studiato e vissuto, don Renzo è stato un uomo che guardava sempre al futuro promuovendo iniziative come quelle a sostegno del superamento dei confini con la vicina Slovenia; “su Gorizia e nova Gorica capitali della cultura, sosteneva che la Chiesa doveva essere parte attiva di iniziative ed eventi” ha ricordato don Sponton. Di rilievo è stato anche il passaggio sul Sinodo della chiesa che stiamo vivendo in queste settimane. “Prima della sua malattia, ci siamo parlati sull’importanza del cammino sinodale e mi ha detto: dobbiamo fare di tutto per non affossarlo” così in chiusura don Giovanni ricordando un evento da non sprecare. È stata una celebrazione semplice, vissuta in un clima familiare che ha visto la presenza di tanti amici e parenti, delle aggregazioni laicali e dei confratelli sacerdoti provenienti da diverse realtà comunitarie. La sezione maschile del coro Santa Cecilia di Grado ha accompagnato con il canto la concelebrazione eucaristica sostenuta dalle note dell’organo che ha visto alla tastiera Ivan Bianchi. Prima della conclusione della celebrazione, è stata scoperta e benedetta una targa marmorea che è stata posta a perenne memoria in onore del sacerdote all’ingresso della chiesa. Così tante persone, riunite in un abbraccio simbolico che è andato dalla Bisiacaria all’Isontino per poi coinvolgere tante altre realtà,  hanno espresso il loro grazie a don Renzo “tessitore di relazioni e uomo tra le gente”. Commuoventi anche le parole sentite e pronunciate dal successore di don Boscarol. Monsignor Ignazio Sudoso, ha saputo tracciare con la giusta sintesi la figura del compianto sacerdote con il quale ha vissuto appena giunto a Ronchi da vicario parrocchiale. “È importante anche l’affetto che la comunità civile manifesta nei confronti di un parroco” così monsignor Sudoso. Un pensiero affettuoso va anche alla sorella del parroco, la signora Gabriella Boscarol. Sentiamo ancora tutti il bisogno del suo dire e del suo scrivere. Don Renzo è comunque presente in molti di noi, è stato un autentico testimone di vita.

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“El caval” svolge il proprio servizio di taxi solidale

“El Caval” la definiva don Boscarol la sua auto. Quella vettura che, come ebbimo modo di scrivere a fine luglio 2021, ha lasciato Ronchi dei Legionari per intraprendere un viaggio più lungo, forse il più importante dopo quelli intrapresi in tutti gli anni di servizio tra la Bisiacaria e il Goriziano. La scorsa estate ci avevano pensato per prima la sorella Gabriella, assieme a tanti amici del del sacerdote e a don Paolo Zuttion che ha amministrato la parrocchia ronchese prima dell’arrivo del nuovo parroco. Così, nel segno della solidarietà – e non poteva essere altrimenti – l’utilitaria svolge un servizio di “taxi solidale” in Togo a Lomè, un fine sociale che don Renzo avrebbe certamente gradito e approvato.Don Renzo, era un uomo innamorato del Vangelo e giornalista appassionato delle terre di confine. “Don Renzo – così sottolineò don Paolo nel presentare l’iniziativa – è sempre stato attento agli altri e alla carità cristiana: la via più alta come ricorda San Paolo. Una carità esagerata, ma fedele all’esempio del Vangelo”. L’iniziativa è stata sostenuta da molte realtà associative: il CVCS, il Centro Studi “Rizzatti” e “Iniziativa Isontina”, l’ICM,  l’ ISSR, le ACLI e ACB e l’UCSI. Ad appoggiare l’iniziativa anche l’associazione Concordia et Pax. La scorsa estate la signora Gabriella ha consegnato le chiavi della vettura al signor Rigoberto K. Dogbe, che da anni è operatore di una cooperativa sociale, fratello del signor Cristophe A. Dogbe, missionario residente a Lomè, capitale del Togo in Africa dove il mezzo ora offre un aiuto a persone in difficoltà, bambini e malati. “El caval” ora corre sulle vie della solidarietà tracciate dal Vangelo che don Renzo ha percorso fino alla fine.