Burgo: una situazione carica di incertezze

Da alcuni anni la Cartiera Burgo di San Giovanni di Duino ciclicamente parla di ristrutturazione e, sempre, purtroppo, con conseguenze negative per l’occupazione sottoponendo così le maestranze ad una continua incertezza sul proprio futuro lavorativo, sui programmi di vita immediati e futuri.Non dobbiamo dimenticare, infatti, che perdere il lavoro alla soglia dei 50 anni (se non anche prima) significa la quasi impossibilità di trovare un’altra occupazione e che ormai vi è assoluta incertezza sulla data del pensionamento.Attualmente la situazione nella fabbrica, la cui sede legale è ubicata a Vicenza, è pesante e piena d’incertezze.Le ultime assemblee che si sono svolte all’interno della cartiera hanno visto la massiccia partecipazione di tutte le maestranze occupate.Tuttavia, al cauto ottimismo che era seguito al ritiro, da parte della proprietà, della ventilata chiusura della linea due, chiusura che avrebbe comportato il licenziamento dei lavoratori ivi occupati, ha fatto seguito la doccia fredda dell’incontro tra proprietà e OO.SS del 9 dicembre presso l’Associazione degli Industriali di Vicenza.Infatti, in tale sede la Burgo ha posto le durissime condizioni per il ritiro della procedura di cui trattasi che consistono essenzialmente nella rinuncia di una parte rilevante del salario conquistata dai lavoratori negli anni con lunghe lotte.Le maestranze sono chiamate ad esprimersi  seppur i margini di scelta siano quasi inesistenti.Finora la politica è rimasta assente salvo non perdere occasione, a livello nazionale, di sminuire il sindacato come mai successo nella storia degli ultimi cinquant’anni.Non è chiaro se nei successivi confronti emergerà l’esistenza della volontà politica di sostenere la Burgo, volontà che la proprietà ritiene fondamentale per salvare non solo la linea in discussione ma l’intero sito produttivo sulla scia di quanto già successo per la risoluzione della crisi Electrolux di Pordenone.Tutti sappiamo che le industrie, per essere competitive e rimanere sul mercato, hanno necessità di innovazioni continue e di nuovi investimenti  che dovrebbero, a ragion di logica, essere a carico dei proprietari. Purtroppo non è così e a pagare sono sempre i lavoratori.Gli imprenditori amano ripetere alle OO.SS., che il modo è cambiato e che gli schemi che il sindacato continua a portare avanti non sono più gli stessi di una volta, che le modalità operative devono essere diverse.Ma solo per il sindacato? Il comportamento della Burgo in questo frangente  innova rispetto a quanto posto in essere da sempre, in situazioni analoghe, da parte delle proprietà degli opifici? Sembra proprio di no.Le assemblee svolte hanno riconfermato alle OO.SS. di fabbrica e territoriali  il mandato ad operare che non sarà certo facile considerate le condizioni poste nell’ultimo incontro.