Ascoltarsi per condividere insieme la gioia della fede

Ascoltarsi, sentire le esperienze delle comunità vicine, condividere l’impegno e trovare alcuni momenti in cui esprimere tutti assieme la gioia della fede. Con questi obiettivi si sono incontrati, il 14 novembre all’Oratorio san Michele, una ventina di catechisti, i sacerdoti responsabili delle parrocchie di Monfalcone e le due suore salesiane che quest’anno collaborano con le nostre comunità per la catechesi e la formazione dei giovani. È sempre più evidente la necessità e la volontà di abbandonare definitivamente il concetto di catechesi come ’scuola’ a favore di un percorso di iniziazione cristiana fatto di esperienze dalle quali trarre le conoscenze che servono a costruire una vita nella fede. A questo si affianca la consapevolezza che senza i genitori, o gli adulti che vivono quotidianamente con i ragazzi, l’esperienza di un cammino di fede è molto difficile e quasi priva di prospettive sul futuro. Da tutte le parti si tocca con mano la difficoltà di dare continuità alla formazione di una personalità cristiana, quando si rileva che, fatta la prima comunione, quasi tutti ’spariscono’, per comparire poi, in numero molto minore, al momento della cresima. D’altra parte, il rapporto con i genitori molte volte è falsato dalla convinzione che il compito di preparare alla prima comunione sia del parroco o del catechista, con il genitore che generalmente ’si chiama fuori’ e ritiene di aver fatto il proprio compito portando il figlio o la figlia ’a catechismo’. Ed anche sul ’quando’ si tiene l’incontro di catechesi c’è spesso da discutere perchè sembra che ogni altra attività, dallo sport alla danza, abbia la precedenza sul ’catechismo’. Genitori e figli che partecipano assieme alla celebrazione domenicale dell’eucarestia? Una speranza più che una realtà, anche se si vedono già segnali positivi in questa direzione. In qualche comunità i genitori diventano anche parte attiva negli incontri dei ragazzi o fanno un percorso a loro riservato per “conoscere’ Gesù”. I temi di riflessione che sono emersi nell’incontro in cui i catechisti sono stati invitati da suor Francesca e suor Anna a interrogarsi su cosa buttare, cosa tenere e quali sogni avere nel cassetto, sono quindi diversi e inevitabilmente conessi con la vita delle comunità cristiane. Mentre l’iniziazione cristiana dei ragazzi passa attraverso un’esperienza di fede che si trasmette anche con un corretto approccio pedagogico, rimane aperto il problema del contesto in cui il ragazzo cresce: la famiglia, gli adulti con cui si incontra, la società, la comunità dei credenti. I catechisti avvertono in questa fase soprattutto l’esigenza che l’adulto, la famiglia, camminino in sintonia con l’esperienza che si intende condurre con i loro figli. E’ sufficiente che li portino agli incontri e alla messa in parrocchia? Quale consapevolezza ha della propria fede il genitore e come la trasmette ai figli? In che modo l’occasione dell’iniziazione cristiana dei ragazzi diventa stimolo per riscoprire, o anche scoprire, la propria fede? Sono temi aperti sui quali i catechisti riflettono ed hanno bisogno di ulteriori confronti che possano portare a risposte condivise da tutta la comunità cristiana che, per quanto povera o piccola possa essere, è comunque ’il luogo’ in cui Gesù Cristo continua la sua presenza nella nostra storia. E’ un cammino di riflessione e di unità che procede a piccoli passi. La prossima occasione che i catechisti hanno individuato per aiutare ragazzi e famiglie a sentirsi parte di una grande comunità in cammino sarà l’accoglienza della Luce di Betlemme sabato 17. L’iniziativa promossa dagli Scout monfalconesi all’avvicinarsi del Natale è diventata un momento formativo per i ragazzi che fanno il percorso dell’iniziazione cristiana.