25 anni di solidarietà

Giovedì 21 gennalo 1996 siapriva la Casa di accoglienza per bambini in stato di abbandono o di sofferenza ad iniziativa della Comunità delle Suore passioniste, già presenti in parrocchia dal 22 settembre 1989.La presenza della Comunità delle Suore della Congregazione delle Suore passioniste nella parrocchia si deve al parroco don Umberto Bottacin, che avendo conosciuto le Suore durante la Settimana liturgica nazionele nell’estate dei 1988, di cui era ospite, aveva esperesso alla Superiora della Congregazione il desiderio di avere in parrocchia una Comunità dìsuore. La risposta è stata positiva, con l’impegno di provvedere a creare una Casa di accoglienza per bambini bisognosi di accoglienza in una struttura dove trovave accoglienza e cura da parte di una Comunità di Suore.ll progetto si è realizzato allorquando il parroco provvide a trovare un alloggio alle Suore e l’alloraarcivescovo di Gorizia padre Antonio Vitale Bommarco dava il suo assenso ad accogliere la nuova Comunità di Suore in Diocesi.Solo quando fu acquistata dalla Congregazione una casa bifamiliare piu capace e adatta a realizzareun alloggio alle suore e separatamente, gli ambienti adatti per l’accoglienza dotati di cucina, segreteriasala di ricreazione e alcune camerette per accogliere un massimo di otto bambini anche con eventuali loromamme e ottenute ie necessarie autorizzazioni, secondo quando si legge nei documenti, la casa iniziòla sua attività, il 7 dicembre di quell’anno con la prima accoglienza di una bambina.ln questi venticinque anni di attività le suore hanno accolto oltre settanta bambini, alcuni dei quali con leloro mamme, bambini assegnati dal Tribunale dei minori di Trieste o anche da altre parte, ad esempio da Padova o da Treviso.Una presenza quanto mai significativa, dove questi bambini hanno trovato accoglienza, assistenza, formazione e tanto amore.Oggi la casa ospita solo un bambino con la sua mamma, non assistito dai servizi sociali e dalComune di provenienza.La casa ha la sua ragione d’essere per accogliere bambini in situazioni difficili, il posto è quanto mai adatto perchè si puo avvalere di spazio interno ed esterno e sopratutto dell’assistenza amorosa e qualificata delle suore.La festa è stata molto ristretta a causa della situazione epidemlologica in atto, ma sentita dalla Comunitàparrocchlale dalla quale le suore sono apprezzate per il loro servizio a favore dei bambini svantaggiatiper la loro testimonianza e per il loro servizio pastorale in parrocchia.