Silvino Poletto: figura significativa della storia cittadina

Classe 1921, nativo di Pordenone, da sempre legato alla comunità di Piuma-Piedimonte, a Gorizia ed in specifico al Goriziano, dove è vissuto ed ha operato dentro il sindacato, la cooperazione, la resistenza, l’associazione partigiani e il partito comunista che lo ha avuto dirigente negli anni ’50 e poi rappresentante in Provincia, ma soprattutto militante in nome della persona, della terra e della comunità.Vita di famiglia a Piuma, lavoro alla Safog, dopo la scelta della resistenza, venne il sindacato ed il partito. Nel 1956 Poletto si assume la responsabilità di contestare con un manifesto coraggioso i carri armati russi a Budapest, in nome di una sensibilità che va oltre alle convenienze e risponde ad un vero e proprio filo che lega gli antifascisti locali in nome della libertà dei popoli oltre che del socialismo. Esautorato, subì l’ostrascismo locale e gli fu affidato un compito al partito nazionale; dieci e più anni di esulanza, con incarichi nella cooperazione e nel sindacato ed una amicizia con tanti dirigenti nazionali ed in particolare con Napolitano. Eletto fuori di Gorizia, Poletto si guadagnò l’incarico di capogruppo al consiglio provinciale negli anni ’70 dove, insieme ad altri protagonisti della politica ebbe modo di rappresentare al meglio la sua ricerca: le forti idealità che hanno animato la sua esistenza di uomo sempre alla ricerca di contatti e collaborazioni. Tutto era pronto dopo le elezioni del 1976 per essere eletto presidente incaricato della Provincia: gli mancarono i voti ma il discorso di investimento lo aveva probabilmente nella tasca del vestito scuro con il quale si presentò alla prima convocazione. Negli anni ’80 la sua presenza attiva è stata nella vita politica e nell’associazione dei partigiani; una stagione di testimone e di ricercatori di documenti e di collegamenti che aveva cura di mettere insieme alla ricerca di dare unità ad ogni lotta per la libertà e per la democrazia. Negli anni ’90 e seguenti lo abbiamo visto presente in occasione di incontro di storici e di ricercatori, per i quali aveva sempre una domanda e un documento da offrire, tirandolo fuori dal suo archivio senza fine. Soprattutto si faceva apprezzare per la sua disponibilità e capacità di ascolto, per la sua fraternità che diventava amicale e fraterna.Poletto è stato l’anima anche del gruppo di lavoro per la democrazia e la costituzione; non è mai mancata la sua presenza là dove si ricordavano amici anche di estrazione diversa. Il calore umano – ed insieme una dimensione di spiritualità caratteristica degli uomini trasparenti – che emanava dalla sua persona semplice era accattivante e sincera. Il Goriziano gli deve tanto; anche il movimento cattolico – dove era assiduo – ha ricevuto incoraggiamenti e testimonianze, gli è riconoscente insieme a tutti.