San Rocco in festa per i 55 anni di servizio di don Ruggero

Oltre mezzo secolo di servizio ininterrotto alla comunità di San Rocco e, per metonimia, anche di Gorizia. Monsignor Ruggero Dipiazza ha festeggiato assieme ai suoi parrocchiani i 55 anni di presenza nella comunità del Borgo sanroccaro: classe 1934, è stato ordinato il 29 giugno 1958, venendo assegnato nel 1967 alla parrocchia cittadina.Alla messa di sabato 16, accompagnata dalla Corale Santa Lucia che gli ha eseguito la Missa Prima Pontificalis di Perosi, don Ruggero ha volto lo sguardo al passato, proiettandosi però anche al futuro.”Sono stato otto anni al Pastor Angelicus, un anno a Monfalcone e poi a San Rocco. In breve, mi sono ritrovato in tutte quelle che erano le attività diocesane, sono stato insegnante e decano della città, ma soprattutto parroco. Nel tempo io sono rimasto sempre più radicato nella comunità. Non dimentichiamo che, fino al 2007, ero ancora direttore della Caritas”. Il sacerdote non ha negato anche qualche difficoltà e ha ringraziato la comunità intera. “Siete stati bravi tenendo duro e accettandomi. Andando avanti con la stessa misura nella quale si vive il proprio crescere, ma anche nel vedere che attorno a te si muove, armonicamente, una realtà umana come può essere la vita della parrocchia. Sono rimasto qui più tranquillamente perché, nel corso del tempo, c’è stato un avvicendamento, dove non c’era qualcuno che spazzava via qualcun altro ma perché c’erano costanti inserimenti di persone che lavoravano assieme e che hanno voluto condividere assieme un percorso di vita comune. Questa è stata la forza, in fondo, perché nel tempo venivano a realizzarsi nuove realtà e queste non morivano su di sé ma alimentavano nuove forme di collaborazione, nuove modalità di presenza, nuove realtà che rinnovavano il parco delle persone, l’impegno e il servizio come, ad esempio, il Centro per le Tradizioni, che prossimo anno festeggerà i 50 anni di vita, rimanendo un grande sostegno alla parrocchia. Ma soprattutto una realtà indipendente su tutti i piani, capace di gestire lo spazio e fare la propria parte”. “Le porte aperte dicono che ancora oggi, a distanza di più di mezzo secolo, l’idea che ci possa essere un luogo all’interno del quale si possa trovare un aiuto, un sostegno, esiste e può funzionare ancora”, così ancora don Ruggero.Tre i pilastri per la parrocchia secondo don Ruggero: “L’attenzione della Parola è sempre stata curata così come la celebrazione, seria, vissuta bene ma con convinzione e con la dignità seria del celebrare. Infine, la carità, che illumina in ogni caso il nostro lavoro. È chiaro che se posso essere una mano che si rivolge al prossimo è perché mi avete sempre dato la possibilità di farlo”.Al termine della celebrazione don Ruggero ha richiesto che le offerte raccolte possano essere donate alla comunità missionaria seguita da don Benedetto, sacerdote nigeriano che già aveva dato il proprio apporto qualche anno fa alla parrocchia goriziana.