Nuova stagione per gli Orti Solidali

Per il quinto anno gli Orti Solidali sono pronti a riempirsi di frutti e verdure, preziosi prodotti della terra.Promossi dall’Associazione “La Ginestra” Onlus di Gorizia, gli Orti Solidali – che sono sostenuti dal fondo 8xmille dell’arcivescovo Redaelli – offrono l’opportunità a famiglie svantaggiate e in condizioni di disagio economico di poter coltivare direttamente alcuni prodotti orticoli per l’alimentazione, diminuendo così le proprie spese; al contempo creano coesione e condivisione tra i beneficiari, in un’ottica di integrazione sociale.Il prossimo sabato 7 maggio alle ore 10.30, presso l’area degli Orti che si trova in località Mochetta a Gorizia, verranno – come ormai è tradizione – donate le piantine per la “coltivazione 2022” agli ortolani: “quest’anno il contributo per l’acquisto e la successiva donazione delle piantine è stato messo a disposizione dalle Acli provinciali, che ringraziamo, – ha spiegato la referente del progetto, Chiara Bertolini -.Abbiamo potuto così acquistare, presso l’azienda Feresin Carlo & Alessandro di Fiumicello, ben 2800 piantine che consentiranno a 27 dei nostri 37 ortolani di ottenere una variegata produzione; sono infatti disponibili fragole, meloni, pomodori, cetrioli, cavoli cappucci, insalate e molte altre varietà agricole”.L’area degli Orti Solidali è concessa – in comodato d’uso gratuito fino al 2028 – dal signor Mauro Giuseppe Klavcic; conta una superficie di 3.400 mq completamente recintata per proteggere le coltivazioni dalla fauna selvatica, è dotata di acqua per l’irrigazione e di alcuni strumenti utili che a breve saranno ampliati con l’acquisto di due tavoli per esterni, un paio di carriole e attrezzi vari, grazie ad una donazione ricevuta dall’Associazione Homebrewers Gorizia attraverso il suo Fondo HBG per la Solidarietà. Quest’anno i lotti dell’Orto sono stati distribuiti tra 37 ortolani.Un “piccolo mondo” quello degli Orti Solidali, con coltivatori che provengono da Paesi anche lontanissimi tra loro: 12 le famiglie provenienti dal Marocco, 2 dall’Algeria, 2 dal Kosovo, 1 dal Bangladesh, 1 dal Brasile, 1 dalla Bosnia Erzegovina, 11 dall’Italia e 7 dall’Ucraina.A proposito di queste ultime, la referente ha raccontato che “si tratta di nuclei famigliari residenti sul nostro territorio già da tempo ma che ora ospitano parenti e amici in fuga dal conflitto nel loro Paese. La possibilità di poter contare sui prodotti dell’orto in questo momento è per loro molto significativa dal momento che, crescendo il numero di persone in casa, crescono anche le spese, compresa quella alimentare”.