“Gorizia esiste?”

Appello al Governo Draghi e al presidente Fedriga per una sospensione delle procedure e quindi dei lavori di ampliamento del Casello del Lisert per una verifica della convenienza, economica, ambientale e strategica, della soluzione alternativa che il Centro Rizzatti aveva esposto ben 25 anni fa anche in pubblici incontri e che consiste nella costruzione dell’ultimo casello autostradale prima del ponte sul Torre.Soluzione che avrebbe l’effetto di liberalizzare il tratto autostradale tutto il traffico tra Gorizia, Ronchi, Monfalcone e Cervignano che costituiscono lo snodo logistico essenziale tra l’intero Nord Est italiano con l’Europa Nord orientale, escludendo i tre attuali caselli di Villesse, Redipuglia e soprattutto quello del Lisert, creando così le condizioni di facilitare anche la mobilità tra e Trieste, Monfalcone, l’Isontino e la Bassa Friulana.Questione aperta da trent’anni ma che, come hanno richiamato Nicolò Fornasir e Giorgio Brandolin (intervenuti da relatori iniziali rispettivamente da esponente del Centro Studi Rizzatti e quale ex Presidente della Provincia di Gorizia), ha trovato sempre l’opposizione della Regione Friuli Venezia Giulia, costretta dalla logica divisiva tra Trieste ed il Friuli; particolarmente forte il richiamo di Brandolin alla infausta riforma “Serracchiani” di eliminazione delle Provincie sulla quale ha votato contro anche in Parlamento, a dispetto degli ordini di partito.La domanda di fondo dell’incontro “Gorizia esiste?” ha avuto una risposta iniziale da parte di Dario Baresi che, anche per la sua passata esperienza di urbanista oltre che di assessore comunale, ha evidenziato come l’intero Isontino sia stato da decenni progressivamente emarginato dal ruolo politico esercitato invece con autorevolezza per oltre un ventennio, fin dalla fondazione della Regione a statuto “speciale” proprio per il suo ruolo di “ponte” tra Est ed Ovest.Mario Rossi, manager di società del Triveneto operanti nella logistica e membro del Consiglio Nazionale di Insieme, il movimento avviato dall’economista Stefano Zamagni, intervenuto i diretta streaming da Verona, ha riconosciuto l’evidenza della enorme semplificazione della mobilità, soprattutto commerciale, derivante per tutto il territorio regionale ed in primis per i Porti di Trieste e Monfalcone dalla soluzione proposta dal Centro Rizzatti: una sorta di “uovo di Colombo”.Sua la sollecitazione a sottoporre quanto prima la proposta al Governo Draghi, impegnandosi ad anticiparla allo stesso prof. Zamagni che di Mario Draghi è da anni in contatto sugli studi in ambito internazionale sulla “nuova economia” basata sul maggior rispetto degli uomini e del Creato in linea con gli ammonimenti di Papa Francesco.Baresi, coordinatore della lista civica “Insieme per Gorizia” e responsabile provinciale di movimento Insieme nazionale, ha concluso l’incontro con l’impegno a corrispondere quanto prima a tale sollecitazione, con l’obiettivo di contribuire implicitamente anche alla unità regionale che viene sempre più messa in crisi dal dualismo conflittuale tra Trieste ed il Friuli. Vittima Gorizia ed il suo storico territorio di riferimento.