Come salvare il pianeta e la gente che lo abita

“Salvare il pianeta e la gente che lo abita” è stato insieme il tema del quindicesimo incontro annuale ed anche una delle tematiche più esigenti della poetica e della scrittura di Celso Macor (1924- 1998), che il Centro studi A.Rizzatti e la rivista “Iniziativa Isontina” hanno ricordato anche quest’anno con una manifestazione alla sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia. Ha fatto da sfondo all’incontro ed alla testimonianza con provocanti sottolineature una appassionata a coraggiosa lettura delle linee fondamentali della lettera enciclica di Papa Francesco “Laudato sii mi Signore”.L’appuntamento ha avuto inizio con letture di Celso Macor e musiche a cura della compagnia teatrale del Polo liceale goriziano, guidato e coordinato da Angelo Portelli, Cristina Rumiche e Rosy Tucci: una simbiosi di urgenze e di sensibilità attorno alla centralità del binomio uomo-terra e con la illustrazione di numerose dimensioni filosofiche e religiose ma anche politiche e sociali.Spiritualità e domande di senso, custodia del creato e responsabilità civile legate a nuovi modelli di convivenza e di vita: questo il contesto nel quale ha fatto capolino e non in una prospettiva ridotta anche la questione dei rifugiati e dei migranti che interroga oggi l’uomo e le comunità degli uomini – il Goriziano, Gorizia e la sua terra – in vista di risposte coerenti rispetto alla capacità di salvaguardia del creato, di abbandono degli idoli del nostro tempo e della messa in opera di azioni concrete per uno sviluppo umano ed equilibrato del pianeta.L’incontro, anche quest’anno particolarmente affollato, ha preso in considerazione due dimensioni specifiche delle questioni sollevate anche dalla enciclica: la sfida educativa e le connessioni esistenti tra creato, ambiente e profughi ambientali. Custodire, promuovere e difendere il pianeta rientrano tra i verbi che debbono presiedere l’azione del politico e del cittadino, del tecnico e dell’uomo della strada per stabilire innanzitutto alcune irrinunciabili dimensioni di un progetto complessivo secondo il quale ordinare secondo un criterio di priorità riconoscibili e condivise politica e scienza, tecnologia e buon senso è responsabilità di tutti.Una sana provocazione – venuta anche dal confronto con gli eventi del terrorismo e la conferenza di Parigi – è stata svolta dai due relatori (Sandro Cargnelutti di Legambiente e Elia Bracco del Movi) che hanno prospettato soluzioni possibili e individuato stili di vita capaci di modificare nel profondo la morfologia del vivere umano e del sodalizio sociale, messi in grave difficoltà da esigenze di clima e sviluppo, di energia e solidarietà; soprattutto per le conseguenze disastrose e disumane che colpiscono gli ultimi della terra, trasformato in immondezzaio e in un luogo di privilegio per pochi e di condanna per molti.Progettualità e stili di vita sono ancora parole d’ordine di un atteggiamento nuovo che nasce da una sintesi prima culturale e poi organizzativa con la quale ispirare azioni concrete a difesa dei diritti della terra e della persone, dell’ambiente e dei poveri, della giustizia e della libertà.Traendo le conclusioni del convegno, il direttore della rivista, ha evidenziato sia la rispondenza delle tematiche della poetica di Celso Macor e la attualità del tema ambientale con la lettera papale: un crescendo di sfumature che tutte guardano alla centralità dell’uomo e della comunità dei popoli, ma anche alla capacità di utilizzare ricerca e conclusioni della scienza e risoluzioni dell’economia e della tecnologia. Papa Francesco, poi, aggiunge un tocco indispensabile che lega la fede alla vita, lo spazio dell’eterno e del tempo; la scelta prioritaria dello scarto viene capovolta fino a diventare un caposaldo di una nuova economia e di una nuova politica.Il Centro volontari allo sviluppo – con il presidente dottor Franco Gaggioli – hanno contribuito alla realizzazione dell’incontro proponendo le loro iniziative di collaborazione nei paesi del sottosviluppo – da trentacinque anni operanti a Gorizia – come una modalità concreta di leggere le esigenze di una sviluppo equilibrato e di una collaborazione tra uomo e terra.