Una grande festa per il ritorno a Lovea

È stata gran festa a Lovea, il paesino della Carnia in comune di Arta, per il ricordo delle 55 portatrici carniche (e tre uomini) di Lovea che hanno operato nella prima della prima guerra mondiale e ora onorate con una lapide collocata nell’ex scuola. Un’iniziativa dell’associazione culturale Diecimila del paese alla quale ha collaborato anche la Società Cormonese Austria. Ma è stata anche la giornata del ricordo di quel campo di lavoro che 55 anni fa è stato tenuto proprio a Lovea dalla Gioventù studentesca di Cormons, che ha aiutato nella costruzione di una strada che dal paese portava agli stavoli. Alcuni dei giovani di allora sono risaliti i tornanti e hanno voluto essere presenti alla festa. E con loro anche don Mario Malpera, che in quel luglio 1967 aveva guidato i giovani cormonesi. Don Mario ha celebrato la Messa nella vecchia parrocchiale e ha sottolineato la bellezza di essere tornati dopo tanti anni a Lovea. Richiamandosi alle letture della domenica ha sottolineato l’importanza dell’accoglienza ed anche dell’apertura della mente e del cuore alle persone che ci vengono incontro.Tornando ai giorni di 55 anni fa, don Mario ha ricordato come “abbiamo pregato insieme nelle tende e nella chiesa, ma anche che la presenza di allora non era solo fare esperienza ma anche proporre uno stile di vita e uno stile di accoglienza. Noi siamo quelli che costruiscono strade”. Dopo lo scoprimento della lapide da parte della signora Luisa, la donna più anziana del paese, ci sono statii saluti della assessore comunale che ha voluto risaltare il ruolo delle portatrici carniche anche nel loro essere donne, e del presidente della Società Cormonese Austria Giovanni Battista Panzera. Alla piccola comunità di Lovea il gruppo cormonese ha donato due album di fotografie: uno con immagini della Lovea degli anni Sessanta e Settanta e l’altro con scatti sulle attività che i giovani cormonesi avevano svolto a Lovea alla fine degli anni Sessanta.