Ricordo di don Fausto, prete umile ma vicino agli altri

La seconda di Avvento è coincisa con il primo anniversario del ritorno alla Casa del Padre di don Fausto, avvenuta improvvisamente nel cuore della notte, nella preghiera. La Messa in Duomo è stata concelebrata dal parroco don Stefano Goina, da don Mauro Belletti, da don Joseph e da don Maurizio Qualizza, che ha tenuto l’omelia. Don Maurizio ha letto anche un messaggio inviato da monsignor Paolo Nutarelli: “Pensare a don Fausto significa ricordare una parte della mia vita per la quale ringraziare. La passione per Dio lo spingeva ad avere la passione per l’uomo. Non si tirava mai indietro. Ho avuto il dono di poterlo trovare nel letto con il santo rosario in mano. Siate pronti, estote parati. Lo smarrimento iniziale è stato grande. Lui manca. Ma con il sorriso penso che il Signore sia venuto a prenderlo di notte, perché sapeva che se fosse venuto di giorno don Fausto avrebbe avuto altri impegni e appuntamenti”. Questo fatto, ha aggiunto don Maurizio, “ci ricorda come davvero dobbiamo essere sempre pronti, ecco l’attesa dell’Avvento che è sì attesa del Natale, ma anche della venuta ultima del Signore, dello sposo come dice la parabola del Vangelo che arrivò proprio nel cuore della notte, e dev’essere attesa nella preghiera, non un’attesa vuota ma orante e feconda”.Dopo aver commentato le letture della domenica e in particolare la parola profetica della prima lettura che è un invito alla speranza, alla fiducia, nonostante le situazioni pesanti e di difficoltà rappresentate da quella “veste del lutto e dell’afflizione” che Gerusalemme, oggi noi siamo chiamati a deporre e a rivestirci invece di luce. ” Sembra un augurio contradditorio -ha sottolineato il sacerdote, come si può, infatti, gioire in questa situazione di sofferenza e di ingiustizia che pervade il mondo ogni giorno.Noi che lo abbiamo conosciuto possiamo dire che don Fausto la pensava proprio così, diremmo evangelicamente, sapeva vedere quegli sprazzi di luce dentro il buio esistenziale delle persone che incontrava, in questo tempo difficile.Mi diceva “è una prova, ma è per il nostro bene e il Signore lo sa”.E ha concluso: “Qualche volta ne parlavamo tra sacerdoti, chi incontrava la gente, chi dava speranza e perdono, fiducia, chi era ricercato? Non chi aveva o ha in mano una licenza teologica o biblica, non sacerdoti in vista e neppure il vescovo, ma don Fausto un semplice e umile prete, che si faceva strumento prezioso e generoso della paternità di Dio e della sua misericordia. Noi stasera ringraziamo il Signore perché questa sua parola/rivelazione l’abbiamo vista incarnata, vera, semplice e sincera e ne abbiamo goduto spiritualmente e umanamente nella persona di don Fausto, nella sua vita, nella sua amicizia che perdura, nella sua memoria e ricordo che rimane in benedizione”.