Il decano, uomo innanzitutto di comunione

Come anticipato la scorsa settimana da Voce monsignor Paolo Nutarelli è il nuovo decano della zona pastorale di Cormons e Gradisca. La nomina è stata fatta dall’arcivescovo Carlo Redaelli dopo che la votazione espressa dei sacerdoti, diaconi, rappresentanti degli ordini religiosi e i laici delegati dai consigli parrocchiali delle singole parrocchie o delle Unità pastorale. In quella riunione, tenutasi al centro pastorale “Monsignor Trevisan”, era uscita una terna di nomi –  monsignor Nutarelli era risultato il più votato – che era stata inviata all’arcivescovo.Come più volte ha ricordato l’Arcivescovo, compito del Decano, che dura in carica cinque anni è, anzitutto, essere un “uomo di comunione”, un uomo cioè capace di relazionarsi con tutti, suscitando, accogliendo ed esaltando l’impegno di ciascuno e, insieme, orientandolo all’utilità comune; capace, inoltre, di progettare, sostenere, valorizzare e coordinare un vero e proprio “lavorare insieme”, realizzato nel segno della comunione-collaborazione-corresponsabilità. Il decano, infatti, viene scelto ed incaricato per promuovere la pastorale d’insieme nel proprio Decanato. Questa è la sua funzione specifica. Una funzione da intendersi non certo in senso meramente esteriore o burocratico ma in senso propriamente ecclesiale e, quindi, con tutta quella ricchezza di significati pastorali e spirituali di cui è segnato l’agire della Chiesa.Un tempo la carica di decano, per quanto riguarda Cormons, veniva assunta dal parroco della chiesa arcipretale di Cormons, ma da diversi anni, con l’introduzione di nuove regole canoniche e delle modifiche regolamenti della diocesi, la nomina spetta all’arcivescovo che sceglie su una terna di sacerdoti indicata dall’assemblea di sacerdoti, diaconi, rappresentanti dei religiosi e dei laici. Anche i Decanati sono stati ridotti da dieci a cinque.