Gli 80 anni di Santa Fosca

Ricorre quest’anno il 60mo anniversario dell’istituzione della parrocchia di Santa Fosca a Borgnano. Il decreto arcivescovile, firmato da monsignor Carlo Margotti, porta la data del 27 novembre 1936 e conclude un iter piuttosto lungo accogliendo la richiesta avanzata più volte dagli abitanti del paese di completare la loro autonomia dalla parrocchia di Cormons. La comunità dovette comunque attendere il 13 febbraio dell’anno successivo, festività della patrona santa Fosca, per salutare l’ingresso ufficiale del primo parroco, che fu don Giovanni Battista Nanut, già da anni vicario cooperatore nella frazione. Per Borgnano si trattava dell’importante conquista di un’autonomia chiesta da anni e la fine di una battaglia con la chiesa matrice di Cormons portata avanti fin da quando era una semplice stazione curata e le funzioni religiose si tenevano nella chiesetta sul colle, sempre dedicata a Santa Fosca. Della storia di Borgnano e delle sue vicende religiose si parlerà in una conferenza che in programma venerdì 24 novembre, alle 20.30, nella chiesa parrocchiale.

Le radici di una storiaE veniamo a qualche nota storica sulla frazione cormonese. La prima citazione di Santa Fosca risale al 6 settembre 1427 e la si trova in un atto notarile redatto per la divisione dei beni comuni fra le sorelle Margherita e Benvenuta, figlie di Giovanni Plazajti, appartenenti a una famiglia che da anni si era trasferita a Cormons. Come riporta Bruno Stafuzza in “Notariato” nel rogito, siglato a Udine in Borgo Aquileia, tra i vari beni si cita “un campo sotto S. Fosca confinante con eredi del q. ser Antonio di Cormons, la via di Medea, la via per Boaria”. L’atto fa presupporre che in quella data ci fosse già sul colle la piccola chiesa dedicata a Santa Fosca. Ma indicazioni precise sulla sua costruzione non esistono anche se potrebbe risalire al secolo precedente. Una chiesa intitolata a Santa Fosca esisteva già nel secolo XII ed era stata eretta nell’isola di Torcello. Non si esclude, ma sono solo supposizioni non suffragate da una documentazione, che siano stati i veneziani a introdurre nel nostro territorio la venerazione a questa santa. A rafforzare questa testi il fatto che nella nostra diocesi le uniche due chiese intitolate a Santa Fosca sono quelle sul colle e la parrocchiale di Borgnano.Bisogna risalire al 1570 per avere le prime notizie certe sulla chiesetta del colle desunte dalla visita apostolica effettuata dall’abate di Moggio, Bartolomeo da Porcia. Dalla relazione del cameraro Giovanni, figlio del maestro Simeone, si apprende che le rendite erano poverissime e la chiesa possedeva un solo campo, da cui ricavava un affitto annuo di tre lire, mentre la comunità, molto solidale tra l’altro, sopportava debiti per 98 lire annue. Cappellano era allora Giacomo Perazzol, che proveniva dalla campagna ferrarese e officiava la Messa alla domenica e nelle feste comandate. Riceveva per questo suo servizio 14 misure di vino, di frumento e altri prodotti della terra. Si tratta veramente di poca cosa e le spese erano ridotto al minimo. Il cameraro spiega al visitatore che non si fanno pranzi, né ci sono altre spese superflue per l’amministrazione ecclesiastica.Nella chiesetta di Santa Fosca, dunque, si celebravano solo le Messe nei giorni festivi, mentre per altre celebrazioni e la somministrazione dei sacramenti (battesimi, matrimoni, funerali, estrema unzione) gli abitanti di Borgnano dovevano ricorrere alla pieve di Cormons, da cui dipendevano. I borgnanesi, gente umile ma di profonda fede, erano molto legati alla loro chiesa e si prodigavano perché si tenessero regolarmente le funzioni religiose. Il 30 agosto 1579, come cita Giovanni Blasutic nei “Memoriali cormonesi”, i camerari e altri testimoni, nella casa del vicario di Cormons, stipulano un contratto con frate Agostino Rosa da Udine e Nicola Cameo per officiare la Messa per un anno a Santa Fosca dietro un compenso uguale a quelli precedenti.

Contrasti con CormonsRisalgono a quel periodo i contrasti con la chiesa matrice di Cormons, che si acuirono con gli anni e che si placarono, in parte, due secoli più tardi quando, come vedremo più avanti, il primo arcivescovo Michele Attems concederà a Santa Fosca quell’autonomia richiesta mettendo a tacere le proteste del parroco di Cormons Francesco Saverio de Terzi. Già in precedenza i borgnanesi avevano chiesto al patriarca di poter disporre nella loro chiesa del Sacramento “…per la loro comodità et per non abbandonare le case loro, et lassarle in mano di putti con timore di più pericoli et danni, et anche perché essi hanno tutte le cose necessarie alla chiesa, et pagano il sacerdote del suo proprio senza aiuto alcuno della giesa grande… perché non è cosa alcuna contro la S. Chiesa, né contra il Santo Concilio…”. Nonostante le diatribe con la pieve di Cormons, non mancava la presenza di un cappellano per i servizi religiosi. Da note, appunti e diversi atti, presenti nell’archivio parrocchiale di Cormons e in quelli privati, raccolti da Blasutic nei “Memoriali”, si citano sacerdoti che hanno svolto servizio a Borgnano. Cappellani che nei primi anni venivano assunti direttamente dalla comunità e poi, dal 1766, quando Borgnano da curazia venne elevata a cappellania, direttamente dall’arcivescovo. Nonostante che il vescovo Attems, all’inizio della sua missione, ponesse attenzione alla nomina di vicari e cooperatori, i diritti di giuspatronato esercitati dai laici erano duri a morire. Ne è esempio, nel 1794, l’inutile tentativo del parroco di Mariano di imporsi nella nomina del cappellano di Santa Fosca. Ebbe allora partita vinta ser Giobatta Cecot, di Mariano, che vantandone un diritto, nominò cappellano di Santa Fosca Giobatta Berthos, a cui vennero concesse le rendite della cappellania, mentre saranno “a carico del cappellano le spese per i ceri, la custodia e l’ordinatura dei paramenti sacri” come si legge in un atto del notaio Marco Miani riportato nel libro di Stafuzza.

Il vescovo AttemsUna svolta nei rapporti tra la comunità di Borgnano e la chiesa matrice si ebbe con la nascita dell’arcidiocesi. La prima visita pastorale del vescovo Attems alla parrocchia di Cormons compiuta nel 1753 fu l’occasione per i borgnanesi di presentare le proprie istanze prima delle quali la necessità di una chiesa più grande. Nei resoconti di quella visita si legge che il cappellano Giacomo Colombicchio, uno dei quasi 30 sacerdoti residenti a Cormons, espose il problema della chiesa sul colle, piccola e posta in un sito scomodo e difficile da raggiungere per gli anziani e i disabili. Pertanto venne chiesta una più grande da costruire in pianura con la concessione dei Sacramenti. Non ultimo viene sollevato il problema delle spese che la comunità doveva sostenere per l’offerta da dare al sacerdote per la celebrazione della messa e dei funerali oltre al pagamento delle spese per il viaggio. Torniamo alla visita pastorale di Attems. L’arcivescovo si mostrò sensibile verso le richieste degli abitanti della piccola località e anche da parte cormonese ci fu un’apertura verso la realizzazione di una nuova chiesa e la disponibilità dei sacramenti quali l’Eucaristia e l’estrema unzione. Ma ci volle la tenacia e tutta l’autorità del vescovo per vincere le resistenze del parroco de Terzi come si può evincere da un carteggio tra la diocesi e la parrocchia di Cormons. Il 6 novembre 1765, a 12 anni della sua prima visita, l’arcivescovo Attems prescrive che il cappellano di Borgnano debba avere la precedenza nei funerali e nelle funzioni nei confronti dei cappellani e cooperatori di Cormons. Nello stesso mese, in data 30 novembre, con decreto arcivescovile viene concesso al cappellano di Borgnano di chiedere e ottenere dal parroco di Cormons gli olii santi e l’acqua battesimale per amministrare in loco i sacramenti. Il primo battesimo, secondo quanto riporta sempre Blasutic, venne impartito nella chiesa di Santa Fosca il 9 giugno 1766. I borgnanesi sono soddisfatti ma chiedono all’arcivescovo che si concretizzi anche un’altra promessa. “…giachè Vostra Eccellenza ha concesso tanto – scrivono all’Attems – non resta se non che pienamente ci consoli col placitarci anche il Sacramento dell’Eucaristia…” già nella vecchia chiesa sul colle “alfine secondo le nostre premure possiamo senza perdita di tempo restar proveduti dei ocorevoli sacramenti”. In cambio di queste concessioni si dichiarano disposti a costruire la nuova chiesa e in prospettiva di questo chiedono che le loro rendite non siano più amministrate dai camerari di Cormons, ma le lascino a disposizione del loro cameraro Giovanni Cian. L’arcivescovo concede quanto è stato richiesto con la sola eccezione che il parroco di Cormons continuerà a tenere i registri dei battesimi.Ma le decisioni dell’arcivescovo trovano ancora scarso gradimento nel parroco de’ Terzi che non vuole che la chiesa di Santa Fosca sia sacramentata. Deve intervenire ancora una volta Attems e lo fa con una lettera ferma e dura nei confronti del parroco cormonese. L’arcivescovo dapprima si mostra incredulo all’atteggiamento assunto da de’ Terzi: “io non lo voglio suppore, perché li decretti fatti nella sacra visita particolarmente debono essere rispettati. Poi con toni decisi si rivolge al pievano ricordandogli che “chi resiste all’ordinazioni delli superiori, resiste a Dio. Onde bisogna col capo chino conformarsi alle deliberazioni del Prelato, che senza interesse, senza un minimo motivo umano procura di promuovere l’onor di Dio e il beneficio delle anime”. L’Attems conclude la lettera: “Vostra Signoria Illustrissima guardi bene, che con pore ostacoli di qua e di là non agravi la sua coscienza, siamo noi due già avanzati in età, e andrò presto a render conto  delle nostre azioni dinanzi al Tribunale di Dio”.

I curatori d’animeFurono molti i sacerdoti curatori d’anime a Borgnano e tra questi come non ricordare monsignor Giuseppe Godeassi, nativo nella vicina Medea, che dal 1814 al 1816 fu cappellano di Borgnano prima di intraprendere una luminosa carriera ecclesiastica che lo portò prima vescovo di Spalato e poi arcivescovo di Zara.  Citiamo ancora il friulano don Luigi Tomat, popolarmente ricordato come pre’ Fusette perché amante dei fuochi pirotecnici. Furono cappellani a Borgnano anche monsignor Igino Valdemarin nel 1924, al quale succedette monsignor Michele Grusovin, che vi rimase per sei anni fino al 1931. Ressero la parrocchia, oltre a don Nanut, mons. Adamo Zanetti, don Giovanni Pajero, mons. Giuseppe Bressan, don Sante Gobbi, don Nevio Pin. Oggi la parrocchia fa parte della Collaborazione pastorale assieme a Cormons, Brazzano e Dolegna e amministratore parrocchiale è il parroco di Cormons monsignor Paolo Nutarelli.La costruzione della chiesa parrocchiale, pure intitolata Santa Fosca, fu iniziata nel 1825 e i lavori andarono per gradi. L’attuale pavimento in cocciopesto è del 1864 come riporta una iscrizione. L’altare maggiore è in stile neoclassico iniziato nel 1879, ultimato e inaugurato nel 1883. La consacrazione della chiesa avvenne il 27 settembre 1890 con una solenne concelebrazione presieduta dall’arcivescovo Luigi Mattia Zorn.