Dal mercatino un aiuto per le missioni

Si è aperto in piazza Libertà, e lo rimarrà fino a sabato 21 dicembre, il mercatino missionario. Come ogni anno si potrà scegliere tra centinaia di oggetti, a maggior parte di carattere natalizio, per impreziosire la propria casa oppure per fare dei regali a parenti e amici. Oggetti tutti di fattura artigianale curati dalle sapienti mani di volontari. Acquistare un oggetto al mercatino significa sostenere chi opera in terra di missione ad aiutare le popolazioni afflitta da miseria e malattie. Il ricavato del mercatino, e della lotteria, sarà utilizzato per sostenere il lavoro che i missionari compiono in particolare in Costa d’Avorio, Burkina Faso, Togo e in altre località. Terre africane, che appartengono a un continente che è definito nero, ma è nero non solo per la pelle dei suoi abitanti: l’Africa è nera perché la guerra ha portato distruzione, ha tolto quel poco a chi aveva, ha ucciso, ha portato odio. L’Africa è nera perché la gente non ha nulla, perché vive nelle capanne, perché si lava al fiume e la poca igiene fa venire malattie. L’Africa è nera perché si ammala e non ha soldi per curarsi, perché vede i propri figli che soffrono e li guarda morire senza sapere cosa fare.In questo nero più nero, operano i nostri missionari, le nostre suore che con le loro vesti bianche sembrano colombe di pace venute a portare speranza. La speranza della vita, la speranza di non essere più soli. I missionari che operano in quei territori, anche grazie alla solidarietà di tanta gente, hanno aperto ambulatori, un piccolo ma importantissimo centro medico, che non cura solo chi ha i soldi, perché “non si può lasciare sulla porta chi ha percorso chilometri a piedi con un bambino in braccio, chi piange dal dolore o una donna che deve partorire e se non le si dà assistenza, la sua unica alternativa è quella di morire”.Hanno aperto il centro nutrizionale, dove si fa educazione sanitaria, per centinaia di bambini, che non hanno da mangiare, che sono orfani o che sono malati. Ma anche per fare formazione agli adulti, per conoscere i sintomi delle malattie e per far evitare di contrarle. Hanno aperto un centro analisi per assistere i sieropositivi, per farli sentire meno soli. Hanno favorito la scolarizzazione perché passi l’idea che l’unica strada per sollevare dall’indigenza, dall’odio, dall’ignoranza è la scuola, la cultura e la formazione.I gruppi missionari, come quello della parrocchia cormonese, di intesa con il Centro missionario diocesano si adopera non solo per raccogliere fondi da destinare alle missioni ma anche perché nasca nella comunità una coscienza missionaria.Il mercatino missionario, che all’inaugurazione tra le tante presone c’erano anche don Giulio Boldrin responsabile del Centro missionario diocesano e il parroco don Paolo Nutarelli, è aperto ogni giorno dalle 9 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.