Visco in festa per la patrona

Anche quest’anno la comunità parrocchiale di Visco è stata fedele nella festa annuale annuale verso la patrona del paese, la Madonna della Neve. Appuntamento religioso che per la Chiesa Cattolica ha radici secolari e collega la chiesa decanale di Visco a quella di S. Maria Maggiore a Roma. Qui, nell’anno 352, il patrizio romano Giovanni assieme alla moglie fu testimone di un evento miracoloso: nella notte tra il 4 ed il 5 agosto gli apparve in sogno la Vergine Maria che gli ordinò di edificare una chiesa sul luogo dove, nella giornata seguente, avrebbe trovato della neve fresca appena fioccata. Svegliatosi il patrizio corse da Papa Liberio, che confessò di avere avuto anch’egli la stessa visione, e, trovato il luogo, che coincideva con il colle Esquilino, decise di costruire lì il luogo di culto. A ricordare questo prodigio, nella chiesa decanale di Visco, ancor oggi campeggia sull’arco del presbiterio la Basilica di S. Maria Maggiore ed il Papa Liberio accorso per constatare l’avvenuto miracolo della neve. Nel paese friulano la devozione mariana, però, si perde nella notte dei tempi, almeno dal 1200 c’era a Visco una chiesa intitolata a S. Maria. Altro documento che attestano la venerazione popolare verso la madre di Nostro Signore Gesù Cristo è una pergamena del 1685, anno in cui venne consacrata la Chiesa decanale nella sua forma pressoché attuale, che riporta Maria Assunta quale patrona del paese. In seguito, come descrive il parroco, don Giorgio Longo, nel suo “Storia, tradizioni, canti dell’anno liturgico a Visco” la titolarità passò definitivamente a S. Maria Maggiore o, più popolarmente, Madonna della Neve (Madone de Nêf in friulano). Nel 1848 la comunità acquistò una statua della Madonna con il Bambino, rivestita in seguito con  abiti solenni, che venne utilizzata fino al 1936. L’anno successivo fu poi sostituita da una statua lignea. Il simulacro ottocentesco è stato riportato al culto, e ricollocato nella nicchia d’altare originale, nel 2011. Quest’anno, infine, è stata la volta dell’ottocentesco trono ligneo, riportato al suo antico splendore dopo anni di abbandono e disuso, grazie al contributo dell’Assessorato al Turismo della provincia di Udine: ha potuto risplendere per le vie del paese durante la processione di domenica 7 agosto scorso. Solennità che è stata vissuta coralmente dai fedeli di Visco grazie al grande concerto di campane che ha annunciato i Vespri Solenni delle 18.30, presieduti dal decano di Cormons e Gradisca, don Michele Tomasin, ed accompagnati dal coro polifonico parrocchiale: sedeva all’organo Vanni Feresin.Durante l’omelia, don Tomasin ha ripercorso l’importanza della devozione ad una figura così importante e al contempo talmente umile quale Maria. Dalla sofferenza del Cristo in Croce che, agonizzante, annuncia a sua madre che il suo compito non finisce con la crocifissione del figlio a noi che, oggi, dobbiamo vedere in Maria non solo l’esempio di fede incondizionata ma anche una madre amorevole e protettrice. Al termine del Magnificat, in cui le dolci ma decise note dell’organo si accompagnavano a quelle dei fedeli, i portatori, vestiti con la tunica bianca e la mantellina e la cintura rosse, si disponevano, ognuno secondo l’ordine precedentemente stabilito, a dare onore alla Madre di Gesù che si apprestava a visitare nuovamente il paese. Gli otto stendardi uscivano a coppie come gli otto gonfaloni ed i quattro fanali. Un tripudio di colori invadeva l’adiacente piazza di S. Maria Maggiore mentre Maria, assisa nel suo trono, varcava solennemente la soglia della Chiesa decanale. Precedeva il sacro corteo il lanternone seguito poi dalla croce, dagli otto stendardi e dai otto gonfaloni. Poi i cuscini votivi, simbolo tangibile della devozione del popolo a Maria Santissima. Quindi la banda di Reana del Rojale che si alternava alle preghiere con melodie di stampo popolare mariano ed i bambini che spargevano dolci petali al passaggio della Madonna. Quindi il celebrante, con i due diaconi, tutti e tre con l’azzurro parato mariano e gli altri sacerdoti. La statua era infine seguita da uno stendardo più piccolo ed infine la comunità tutta. Gran parte delle abitazioni di via Montello e via Piave, dove il corteo si è snodato, avevano esposto i drappi rossi ed i fiori in segno di rispetto e di devozioni nei confronti di Maria. Rientrato il corteo e riposta la Madonna, il popolo ha atteso la benedizione finale. Quindi il canto, ultimo saluto alla Vergine, che ha riassunto tutte le preghiere che a lei si sono alternate: “prega per noi Maria, prega pei figli tuoi! Madre che tutto puoi, abbi di noi pietà!”.