Vienna 1900. La Secessione tra grafica e design

Le grandi opere grafiche della Secessione viennese sono pronte per essere ammirate nella nuova esposizione curata dall’Ente regionale per il Patrimonio culturale – Erpac FVG presso la Pinacoteca di Palazzo Attems Petzenstein a Gorizia.”Vienna 1900. Grafica e design”, inaugurata la scorsa settimana e visitabile fino al 17 gennaio 2021, si pone come terzo capitolo di un percorso iniziato nel 2005 con “Belle Époque Imperiale. L’arte e il design”, proseguito nel 2008 con “Josef Maria Auchentaller. Un secessionista ai confini dell’Impero”.Stavolta i curatori – Roberto Festi, Chiara Galbusera e Raffaella Sgubin – hanno scelto di indagare appunto il mondo della grafica e del design, forme d’arte che, all’interno del movimento Secessionista, furono campo fecondo di sperimentazione per molti artisti.La mostra, strutturata su sei sale, si apre con il grande dipinto di Auchentaller “Die tönenden Glocken” (Campane a festa), opera che rimarrà a disposizione della Pinacoteca per almeno un quinquennio e che, al termine della mostra, troverà spazio nell’ala dedicata alla permanente su Auchentaller.In questa prima sala presenti anche opere grafiche originali e relativi bozzetti realizzati da famosi artisti per “Ver Sacrum”, rivista ufficiale della Secessione viennese fondata da Gustav Klimt e Max Kurzweil nel 1898. Accanto alle preziose opere grafiche prodotte per la rivista, anche raffinate raffigurazioni racchiuse in libri per l’infanzia.L’esposizione prosegue quindi con un focus su quelle che sono un po’ le due “anime” del movimento: il geometrismo del primo periodo e i motivi floreali degli anni successivi. “Presente qui anche un rarissimo manifesto – ne esistono solo due al mondo – realizzato da Auchentaller e stampato in litografia a 7 o 8 colori”, ha sottolineato Festi.La terza sala si concentra quindi proprio sull’uso del manifesto all’interno del movimento Secessionista: a Gorizia ne vengono presentati ben 12, realizzati per altrettante mostre della Secessione (23 in tutto dal 1898 al 1905), tutti con una grafica fortemente innovativa, estremamente moderna e con chiari riferimenti all’arte giapponese, della quale colsero essenzialità e astrazione.Si passa quindi all’arte tessile, che influenzò tanto l’arredamento, quanto la moda. Presenti in mostra diversi prestiti della ditta Backhausen di Vienna, che tra la fine dell’800 e gli inizi del ’900 coinvolse i maggiori designer viennesi. Accanto ai bozzetti e alle stoffe – di cui un prezioso frammento tessile proviene dal Museo della Moda di Borgo Castello – anche diversi esemplari di bijoux e oggettistica.Prima dell’ultima sala, dedicata alle biografie degli artisti in mostra, un focus su Auchentaller e sul suo legame con la manifattura viennese Georg Adam Schied, che trovò nell’artista l’interprete ideale per la propria produzione, basata principalmente sull’utilizzo di argenti e smalti.A chiudere l’esposizione, come sottolineato da Raffaella Sgubin, “quasi a racchiudere in sé il concetto di “arte totale” che fu proprio della Secessione viennese”, un disegno di Gustav Klimt – in prestito dal Leopold Museum di Vienna – realizzato durante la preparazione del fregio “Attesa” di Palazzo Stoclet a Bruxelles.La mostra è visitabile dal martedì alla domenica dalle 10 alle 18. L’accesso – oltre a richiedere il rispetto delle  consuete norme anti Covid che prevedono uso della mascherina a coprire naso e bocca, igienizzazione delle mani e distanziamento – è consentito ad un massimo di 30 persone contemporaneamente.