I lucinichesi nella Prima guerra mondiale

Edito per iniziativa dell’Unione delle associazioni “Lucinîs” e con il contributo della Cassa Rurale del Friuli Venezia Giulia, venerdì 16 settembre è stato presentato nella sala San Giorgio di Lucinico il libro che raccoglie i risultati della ricerca storica svolta dal compianto lucinichese Giorgio Cargnel sul periodo della Grande guerra a Lucinico.Il volume di 250 pagine, corredate da un ricco apparato documentale e iconografico, è uscito postumo. L’autore purtroppo è deceduto improvvisamente nell’ottobre del 2020 durante la sua lavorazione e il compito di convertire il semilavorato in un prodotto finito è stato affidato a Paolo Iancis, che già aveva accompagnato Cargnel in alcuni momenti della ricerca e che oggi ne ha curato l’edizione.La serata, aperta dai saluti di rito portati dal parroco don Moris Tonso, dall’assessore del Comune di Gorizia Maurizio Negro, dal vicepresidente della Cassa Rurale Umberto Martinuzzi e dal presidente degli Amici della Croce Nera Austriaca Franco Stacul, ha riscosso un grande interesse tra i lucinichesi che hanno gremito la sala dell’ex cinema parrocchiale.Giorgio Cargnel non era uno storico di professione e non aveva sulle spalle esperienze di pubblicazione – ricorda il presidente Giovanni Bressan, promotore dell’iniziativa e moderatore della serata -, ma aveva compiuto un cospicuo lavoro di scavo documentale negli archivi regionali durato un decennio che era assolutamente doveroso valorizzare.La sua fatica aveva già trovato un primo importante esito nel 2015, quando grazie a lui era stato possibile stilare la lista dei caduti lucinichesi della prima guerra mondiale che da allora campeggia sul monumento lucinichese di via Bersaglieri. Il volume in un certo senso va a completare quella preliminare indagine estendendo il lavoro di meticolosa schedatura a tutti i lucinichesi che a quella guerra avevano partecipato come soldati vestendo la divisa dell’esercito austro-ungarico: ad essere censiti sono ben 557 soldati (il 20 per cento della popolazione totale del paese di allora), 87 dei quali costretti a pagare con il sacrificio della vita la partecipazione al conflitto.L’intento dell’iniziativa è stato però tutt’altro che strettamente commemorativo: solo attraverso quei percorsi e le terribili odissee a cui molti di quei soldati furono costretti – aveva sostenuto convintamente Cargnel in più occasioni durante le sue ricerche – si sarebbe potuto capire il senso profondo di quel complesso capitolo della storia lucinichese. L’intento del volume è infatti quello di far comprendere la Grande guerra attraverso la storia delle persone che quella guerra l’hanno vissuta: non è un caso che il libro, fin dal titolo, sia dedicato prima che a Lucinico ai lucinichesi. Una ricostruzione peraltro che non si accontenta di soffermarsi sulle sole figure militari, ma si apre a ventaglio sulle parallele tragiche vicende vissute dai familiari (e quindi in primis al capitolo della profuganza), giungendo quindi a un affresco molto ampio degli anni di guerra e non troppo lontano dall’includere l’intera popolazione del paese, che allora comprendeva circa 500 nuclei familiari, vale a dire una media di un soldato a famiglia.Il lavoro di censimento e schedatura è solo una parte dell’opera. La monografia infatti si apre con un’ampia sezione saggistica che ripercorre le diverse tappe del conflitto, dalla sua deflagrazione nel luglio del ’14 alla mobilitazione di massa che richiamò alle armi centinaia di giovani lucinichesi, al loro invio sul cruento fronte orientale della Serbia e della Galizia. A molti di loro, soprattutto dopo la capitolazione delle città di Leopoli e di Przemysl, toccò la terribile epopea della prigionia nei campi di detenzione russi, che talvolta si tradusse in esodi attraverso l’intero continente eurasiatico con diversi anni di lontananza da casa e dagli affetti dei propri cari. Alcune di queste vicende vengono approfondite in una serie di interessanti appendici al volume, nelle quali l’autore, utilizzando materiale documentario inedito proveniente direttamente dagli archivi familiari dei discendenti, ricostruisce singoli percorsi.Un ulteriore capitolo è dedicato all’abbattersi della guerra sul paese di Lucinico a partire dal maggio 1915 dopo l’ingresso dell’Italia nella contesa. Da questo momento in poi la guerra combattuta, che fino ad allora era stata un fatto lontano e riguardante i soli reclutati, diventa drammaticamente tangibile per tutta la popolazione. Sullo sfondo delle dinamiche militari (con il paese e il suo colle che diventano immediatamente epicentro delle ostilità) si innesta lo scontro politico tra la componente lealista e quella irredentista, su cui Cargnel si cimenta con fonti inedite anche di tipo processuale, nel rinvenimento delle quali è stata preziosa la collaborazione con l’Archivio di Stato di Gorizia. Come è noto il destino di Lucinico sarà quello della sua pressoché totale distruzione e per i suoi abitanti la dura esperienza della profuganza, chi verso il centro dell’impero, chi verso la penisola. Il rientro, solo a guerra ampiamente conclusa, avverrà in un paese che non sarebbe più stato quello di prima.Il lavoro di Giorgio Cargnel va complessivamente a colmare un vuoto storiografico. È vero che il nome di Lucinico e quello del Calvario hanno sempre campeggiato diffusamente nella saggistica e nella memorialistica sia di parte italiana che austriaca, e non sarebbe potuto essere diversamente per un territorio che per 14 mesi è stato un fronte di guerra caldissimo e ha visto confluire uomini e mezzi ingentissimi, ma i lavori dedicati hanno sempre latitato, lasciando paradossalmente che a Lucinico il tema della Grande guerra per tanti decenni rimanesse affidato alla memoria più che alla storia. Se c’è un obiettivo che si ripropone questa iniziativa editoriale (in continuità con l’operazione compiuta qualche anno fa sul monumento ai caduti) – ricordano ancora gli organizzatori – , è quello di tentare di riportare quei fatti a quello che sono stati in origine, ovvero un grande tema condiviso e quindi pubblico.La serata si è conclusa con la consegna, alla vedova di Giorgio Cargnel, signora Gigliola Tomasin, e al curatore dell’opera Paolo Iancis, di due targhe quale segno di riconoscenza della Comunità di Lucinico.–––––––––––––Giorgio Cargnel, I lucinichesi nella prima guerra mondialea cura di Paolo Iancis – Lucinico, Unione delle associazioni “Lucinîs”, 2022