Un tempo per essere migliori

Quest’emergenza che purtroppo oggi tutti ci troviamo a vivere sulla nostra pelle, porta sicuramente a grandi quesiti e all’autoriflessione.Abbiamo incontrato telefonicamente il direttore della Caritas diocesana, diacono Renato Nucera, e con lui abbiamo riflettuto sulle conseguenze e sui cambiamenti che, a livello di sensibilità individuale, un momento come questo potrà portare.

Direttore, quali sono attualmente le sue preoccupazioni legate a quest’emergenza?La mia preoccupazione riguarda un timore che ho di un indebolimento generale del nostro tessuto sociale. Temo che queste chiusure, certamente necessarie, possano portare a serie difficoltà su più livelli. Si tratterà di vedere e comprendere quali e quante risorse ci saranno, da parte del governo, per sopperire a ciò che verrà a mancare.Pertanto la preoccupazione è in generale su come questa situazione, dettata dal Covid – 19, possa incidere sull’economia delle famiglie e delle persone. Per le fasce più deboli, che anche in questo momento continuano ad essere assistite dalla Caritas, nella situazione in cui già si trovano varierà di poco il disagio. La mia grande preoccupazione è per il resto della società, impiegata nel tessuto lavorativo, industriale… che dall’oggi al domani potrebbe trovarsi in seria difficoltà.Credo poi che in questo momento sia assolutamente necessario un ampliamento del sistema sanitario e una tutela dei suoi lavoratori, specialmente dal punto di vista della salute, affinché sia consentito loro il proseguimento in sicurezza del loro lavoro. Riprendo qui uno dei detti di Caritas: “prendersi cura di chi ha cura”.

C’è qualche consiglio che come Caritas si sente di dare a tutti quanti, per superare questo momento?Credo che le misure messe in atto dal Governo siano appropriate per combattere questa situazione, l’importante è saper “ubbidire” e adeguarsi alle necessità del momento.Una delle difficoltà attuali sta nel superare l’egoismo in cui eravamo caduti da lungo tempo; certi atteggiamenti, ancora oggi sono determinati proprio da questo sentimento, basti pensare alle recenti “razzie” di generi di prima necessità, gel lavamani e mascherine a cui abbiamo assistito nelle ultime settimane. Un esempio: se compro uno stock da 20 o più mascherine, altri ne rimarranno senza e tra questi potrebbero esserci persone malate, immunodepresse, asmatiche… Oppure si sono visti ragazzi giovani assembrarsi nei locali dichiarando apertamente di non essere interessati al rischio di contagiare sé e gli altri. Tutto questo è dettato da un comportamento egoistico su cui noi come Caritas da sempre cerchiamo di far riflettere, in particolar modo negli incontri con le scuole, dove si parla insieme di concetti come l’altruismo e la solidarietà.È vero che insieme si vince, ma certamente non con atteggiamenti che non sono gesti di libertà, ma solamente egoistici. Abbiamo ancora molta strada da fare in questa direzione.Sarà un tempo questo, per rivedere molti dei nostri aspetti e atteggiamenti, per essere migliori e avere più comprensione. Mi auguro che questo “stare insieme” individualistico che stiamo vivendo, ci porti poi ad un migliore “stare insieme” collettivo.

Guardando a quando tutto questo sarà finalmente un ricordo, che “lezione” pensa ci avrà insegnato?Mi rendo conto di come, ora che questo virus tocca noi personalmente, siamo tutti preoccupati e preghiamo affinché sia debellato al più presto, ma non teniamo abitualmente conto nello stesso modo dei bisogni e delle situazioni un po’ più distanti da noi.Certamente ora viviamo un’epidemia globale, che spaventa e preoccupa; purtroppo però abbiamo, come uomini, la tendenza a “sentire” le cose solamente quando ne veniamo toccati.Dovremmo sempre, non solo nei momenti di emergenza, stare più attenti non solo ai bisogni “nostri” ma avere atteggiamenti di comprensione e di accoglienza, perché “gli altri” sono persone come noi, non sono qualcosa di diverso, non sono – passatemi il termine – dei marziani.Spero che tutta questa brutta situazione ci insegni a guardare al mondo in maniera più ampia, non guardando solo al nostro piccolo orticello. Questo virus ci mette in discussione e forse ci fa capire che non siamo così imbattibili, indistruttibili e intoccabili come spesso abbiamo la tendenza a pensare. Siamo anche noi fragili e facciamo parte di un tutto, di un’umanità che è uguale su tutta la faccia della terra.

Nuove linee guida per il contenimento del Covid – 19 anche per la Caritas diocesana

Solidarietà nel rispetto della sicurezza

Negli scorsi giorni la Caritas diocesana di Gorizia ha emesso alcune nuove linee guida volte al contenimento dell’epidemia da Covid – 19, rivolte sia ai suoi assisiti che agli operatori e volontari dei vari servizi sul territorio. Le riportiamo di seguito.Considerati il comunicato dell’Arcidiocesi dell’8 marzo e il DPCM del 11 marzo 2020, che evidenziano la situazione d’emergenza in continua evoluzione che tutti noi stiamo vivendo, la Caritas diocesana di Gorizia conferma l’invito a non interrompere per quanto possibile le attività dei servizi caritativi ed è a completa disposizione per fornire tutte le necessarie indicazioni del caso.- Il Centro di Ascolto diocesano, per continuare la sua opera di sostegno anche a distanza, ha attivato il numero telefonico 327 3132745, operativo il lunedì, martedì, giovedì, venerdì dalle 10 alle 12 e il mercoledì dalle 15 alle 17. È inoltre possibile scrivere un’e-mail all’indirizzo cda@caritasgorizia.it- Si esortano le Caritas parrocchiali e tutti i gruppi di volontariato presenti nelle parrocchie a promuovere iniziative di vicinanza agli anziani soli che vivono nel loro territorio perlomeno attraverso contatti telefonici.- Le attività dei Centri di ascolto parrocchiali abbiano comunque un’attenzione alle necessità dei poveri, ove possibile, tramite colloqui telefonici.- Gli Empori della Solidarietà di Gorizia e Monfalcone sono attivi esclusivamente su prenotazione della consegna della spesa, contattando i numeri 0481 537955 (Gorizia) e 0481 411263 (Monfalcone). I volontari raccoglieranno le richieste e le consegneranno al domicilio.L’Emporio di Gradisca d’Isonzo mantiene il regolare servizio. Gli accessi sono razionalizzati, in maniera tale da non creare mai assembramento e dai poter rispettare le distanze di sicurezza.Il responsabile dei servizi fa inoltre sapere che al momento gli Empori sono sprovvisti di cibo fresco, ma rimane a disposizione il cibo secco. Consiglia poi, se possibile, di esaurire quanto prima i punti del mese di marzo ancora presenti sulle tessere degli utenti.- Parrocchie e altri soggetti ecclesiali che hanno attiva una mensa sociale sono invitati a non interrompere il servizio e in particolare a favorire la distribuzione di alimenti da asporto, da non consumarsi nei locali parrocchiali.Nel caso in cui i pasti vengano consumati all’interno dei locali della mensa, si raccomanda di mantenere una distanza, come da disposizione di legge, di 1 metro da persona a persona e di non fare accedere più di 10 utenti per volta.- Per quanto riguarda la raccolta e la distribuzione del vestiario si ritiene opportuno sospende re il servizio fino al 3 aprile, in quanto si considera difficile lavorare mantenendo le distanze di sicurezza tra le persone.- Tutti i volontari che operano per associazioni e parrocchie devono sempre portare con sé in ogni spostamento, oltre al modulo di autocertificazione richiesto ministerialmente, anche una dichiarazione scritta e firmata dal proprio referente di associazione o dal parroco, dove si attesta che lo spostamento è legato a necessità di volontariato.La Caritas diocesana di Gorizia, consapevole delle grosse difficoltà del momento, ringrazia tutte le comunità cristiane che continuano a testimoniare l’Amore di Dio verso i bisognosi.Il Direttore e l’equipe Caritas