Un dono originale e profetico

Una missione iniziata con semplicità e coraggio su ispirazione di papa Giovanni Paolo II che indicava la missione in Asia, come frontiera per il terzo millennio. Un’ispirazione che ha mosso nel lontano 1997 l’allora vescovo di Padova Antonio Mattiazzo e il vescovo di Vicenza Pietro Nonis a farsi pionieri e portavoci di un progetto missionario comune in Thailandia che coinvolgesse le quindici diocesi del Triveneto sullo spirito del primo convegno ecclesiale di Aquileia del 1990. E’ così che allora don Piero Melotto di Vicenza, ex fidei donum in Brasile e parroco, ha lasciato ancora una volta la sua diocesi, all’età di 54 anni, per mettersi a servizio della diocesi di Chiang mai, nel nord Thailandia. Un inizio che ha richiesto a lui tanta umiltà: una lingua difficile, culture totalmente diverse dalla nostra e una società complessa a causa delle minoranze etniche presenti nei territori della provincia di Lampang, dove si era stabilito alla “scuola” dei padri del PIME (Pontificio Istituto Missioni Estere), già operativi in quel territorio. All’arrivo di don Bruno Rossi e di don Lorenzo Biasion, inviati da  Padova, si è iniziato un lavoro pastorale graduale che ha condotto alla formazione della parrocchia “Maria Regina della Pace” di Chaehom, istituita ufficialmente dal vescovo di Chiang Mai nell’anno 2000. Da allora la comunità di preti del Triveneto si è arricchita con la presenza delle suore della Carità di santa Giovanna Antida Thouret e con una comunità di suore saveriane. Successivamente è arrivato don Giuseppe Berti di Vicenza e nel 2008, dopo il ritorno in Italia di don Lorenzo, sono arrivati don Attilio De Battisti di Padova, don Bruno Soppelsa di Belluno e, da ultimo, don Raffaele Sandonà, sempre di Padova.L’aumento del numero dei sacerdoti inviati ha permesso di progettare anche l’apertura di un nuovo polo missionario a Lamphun e provincia e così nel 2011 è nata la parrocchia di “San Francesco d’Assisi” dove è ora parroco don Giuseppe insieme a don Attilio. Con il rientro in Italia di don Piero, lo scorso anno, è invece arrivato don Francesco Cunial di Vicenza che ora si sta preparando con lo studio della lingua a Bangkok. L’attività della due parrocchie si differenzia molto. La parrocchia di Chaehom è caratterizzata da piccole comunità di diverse etnie, sparse su un territorio montuoso che conta centinaia di villaggi, di cui però solo 45 hanno una presenza di cattolici. Queste “tribù” sono provenienti dai paesi limitrofi, scappati dal Laos o dalla Birmania, per fuggire ai regimi dittatoriali e stabilitisi in nel nord Thailandia negli ultimi sessant’anni. La maggioranza dei cattolici che compongono la comunità parrocchiale provengono quindi da religioni animiste e vivono una vita fatta spesso di agricoltura di sussistenza, cioè hanno quel che basta per sopravvivere. Fin dall’inizio si sono attivati progetti di promozione umana, soprattutto a favore dei ragazzi, proseguendo un lavoro già iniziato dal PIME. Questi progetti consistono in borse di studio che vengono elargite, a seconda della necessità, a quasi cinquecento ragazzi e quattro Centri residenziali che favoriscono ai ragazzi l’accesso alla scuola. Questi Centri ospitano circa 180 ragazzi e ragazze dalle elementari alle superiori. I ragazzi vivono nei Centri tutta la settimana e sono seguiti da educatori e catechisti, in modo tale che diventino non solo luogo di crescita culturale, ma anche di formazione umana e cristiana.La parrocchia di Lamphun, che è ancora all’inizio, si caratterizza per il fatto di essere una parrocchia cittadina in un contesto dove c’è davvero una forte tradizione e pratica buddista. La piccola comunità di credenti di cattolici provenienti dal buddismo (thai del nord) è arricchita e rafforzata da un consistente numero di birmani che già erano cattolici e che si trovano in zona soprattutto per lavoro. L’evangelizzazione passa attraverso tante attività che vertono soprattutto attorno a relazioni umane di vicinanza e dialogo. Intessere relazioni con la società civile, con i monaci buddisti, con le scuole, con cristiani di altre confessioni, è il pane quotidiano per i missionari che vivono a Lamphun. Due realtà, ma un’unica equipe che fa di questa missione un’esperienza originale e profetica. Originale perché unica esperienza di questo genere in Italia: sia perché non esistono altri progetti missionari interdiocesani che nascono da una collaborazione di quindici diocesi, sia perché non ci sono tanti altri fidei donum (preti diocesani che si mettono a disposizione della missione) in Asia. È inoltre una missione nel segno della profezia, in quanto ci richiama all’urgenza di aprire il nostro cuore alla missione in Asia, ma anche alla necessità sempre più viva di una concreta collaborazione tra le nostre diocesi. Il fatto di collaborare tra sacerdoti di diverse Diocesi a nome di tutte le Chiese locali del Trivento, è per noi motivo di riconoscenza e nello stesso stupore. E’ un segno di un cammino di comunione che ci porta a sognare una Chiesa più viva e vivace anche nella gioia di farsi missionaria.