Padre Pierre, donare col sorriso

Dopo tre anni trascorsi nell’Unità Pastorale cormonese, è arrivato il momento per padre Pierre Sanou di salutare la comunità e avviarsi verso una nuova “avventura”.Da poco conclusi i suoi studi magistrali al DAMS – Discipline dell’Audiovisivo, Media e Spettacolo dell’Università di Udine, Pierre ora continuerà la sua specializzazione con un Dottorato di Ricerca che lo porterà a Parigi.Prima della sua partenza l’abbiamo incontrato non solo per un bilancio di quest’esperienza in terra cormonese, ma anche per un saluto ed un grazie.

Padre Pierre, si sta avviando alla conclusione questa prima parte del tuo “viaggio” che ti ha portato nella nostra Diocesi. Qual è la cosa che porterai per sempre nel cuore da questa tua esperienza?Dopo tre anni qui a Cormòns tra studi e impegni pastorali, con me porterò sicuramente la bella solidarietà tra le persone che qui ho conosciuto e vissuto.Posso affermare che non ho mancato di nulla, ho avuto un rapporto ottimamente organizzato con il parroco e tutti i suoi collaboratori; parto con nel cuore questa grande solidarietà e la capacità di condividere non solo ciò che si ha, ma anche ciò che si è. Ho trovato questa profonda condivisione dell’essere umano tra noi. In definitiva è quello che chiamiamo “fraternità” e a Cormòns l’ho davvero sempre trovata.C’è poi anche una grande carità – di una e dell’altra Chiesa – che, attraverso il Centro Missionario diocesano che ha avviato questa collaborazione, mi ha concesso di effettuare qui i miei studi, un grande dono per la Chiesa del Burkina Faso: avere una borsa di studio, essere formati in maniera specifica, oggi non è facile, per cui per me e per la mia Diocesi questa è stata davvero una grande possibilità. Grazie al vescovo Carlo, a tutto il Centro Missionario e alle missionarie in Burkina Faso.

Qui nell’Unità pastorale di cosa ti sei occupato principalmente in questo triennio? Quali cose ti sono risultate del tutto nuove e hai imparato?Il mio primo impegno era studiare. Sono arrivato qui per motivi di studio e mi sono impegnato a portare a termine il mio compito. Il primo obiettivo però è stato imparare la Lingua Italiana, necessaria non solo per poter interagire con le persone, ma anche per studiare, dal momento che i testi sono tutti in Italiano.Colgo l’occasione per ringraziare ancora una volta la parrocchia di Cormòns per aver messo a mia disposizione tutti i mezzi necessari allo studio e per le mie ricerche e per aver sempre rispettato il mio programma universitario. Per organizzare il programma delle Sante Messe infatti don Paolo si informava sempre su quanto avessi da studiare, quando si sarebbe svolto il prossimo esame… in modo tale da non “rubare” tempo allo studio ma conciliarlo invece nella migliore delle maniere con il servizio pastorale. Ringrazio davvero per questa grande comprensione.Per quanto riguarda poi la Pastorale, ho imparato a vivere totalmente la comunità. Prima di venire qui, certamente mi occupavo di Pastorale, ma il mio ruolo era più legato alle comunicazioni sociali, al settimanale diocesano e della radio diocesana; in qualche modo era quindi più “d’ufficio”. Ho avuto un programma che mi ha consentito di girare un po’ in tutte le parrocchie dell’Unità e in Casa di Riposo, inserendomi all’interno della comunità, vivendola. Un grande grazie va a tutte le persone che compongono questa realtà, che da subito mi hanno fatto sentire uno di loro, invitandomi anche a trascorrere del tempo con loro oltre ai momenti liturgici, così da potersi conoscere meglio e praticare di più la Lingua italiana, bevendo un caffè o pranzando insieme.

Per quanto riguarda i tuoi studi universitari, come li hai trovati? Li aspettavi così o avevi un’idea diversa all’inizio?La ricerca dell’Università è andata proprio in direzione di un Corso di Laurea che potesse aiutare la mia Diocesi nel recupero e restauro degli archivi cinematografici e qui ho trovato nel DAMS quello che si stava cercando, per cui posso dire che sapevo che cosa avrei studiato, non ci sono state grosse sorprese. Ho svolto il percorso e discusso la mia tesi sul problema del restauro cinematografico in Burkina Faso, analizzando in questo contesto il compito della Chiesa cattolica e della Cineteca africana di Ouagadogou. Ho trovato professori davvero molto preparati e questa è sempre una soddisfazione.Come problemi da affrontare, direi che il primo anno è stato il più problematico, perché dovevo ancora imparare bene la lingua e le lezioni erano davvero molte, trascorrevo l’intera giornata all’università. Il secondo anno di corso invece è stato più facile, poiché ormai conoscevo abbastanza la lingua e dovevo svolgere il tirocinio, per cui avevo la possibilità di imparare “sul campo” quello che prima era stato affrontato sui libri. Ho svolto la pratica ad Udine, in un’azienda che si occupa di musiche per lo spettacolo e teatro. Qui ho avuto la possibilità di comporre numerosi spettacoli teatrali, che ora sono prodotti in Burkina Faso: volevo imparare guardando come lavoravano gli altri e mi è stata data questa grande possibilità.

Ora ti attende Parigi. Quali le tue emozioni e aspettative da questa nuova “tappa” del tuo viaggio?In seguito ai miei studi al DAMS il mio vescovo mi ha chiesto di svolgere un Dottorato di Ricerca ed abbiamo scelto Antropologia Sociale ed Etnografia, con particolare riferimento all’ambito del Cinema etnografico. L’idea che ho presentato e che è stata accolta dall’ateneo è quella di creare in Burkina Faso un Centro di Ricerca e di Formazione nell’ambito della Storia orale africana e della Memoria collettiva. Si tratterà quindi di lavorare appunto sulla ricerca della costruzione della memoria nazionale ed etnica attraverso il cinema etnografico del mio Paese dal 1915 al 2015, un secolo di storia molto importante per l’Africa.Uno dei compiti inseriti all’interno di questa ricerca è la scrittura – attraverso il mezzo audiovisivo – della storia della Chiesa in Burkina Faso; su questo filone sto ultimando un lavoro a cui tengo davvero molto e che mi emoziona: la storia del primo cristiano del nostro Paese, Alfred Diban, che possiamo considerare fondatore della Chiesa del Burkina Faso assieme ai missionari europei. Ho svolto negli ultimi tre anni numerose ricerche su di lui e ho iniziato a scriverne la storia. Spero davvero che gli studi parigini mi permettano anche di girare questo film, che parla proprio dell’evangelizzazione del mio Paese.

Il “grazie” di Cormons

Prima della partenza di Pierre, anche monsignor Paolo Nutarelli ha voluto ringraziarlo per la sua presenza e la sua attività nell’Unità pastorale.“La parrocchia di Cormòns già da alcuni anni ospita per il periodo estivo un “aiuto” esterno, accogliendo sacerdoti che sono studenti a Roma. All’interno di quest’esperienza è nata la proposta del Centro missionario diocesano di poter dare ospitalità ad un sacerdote per un triennio di studi. Abbiamo accolto con gioia l’idea ed è arrivato Pierre, che da subito è giunto con il sorriso.In un solo mese ha imparato l’Italiano e si è inserito in maniera tanto grata nella nostra comunità. Bravissimo negli studi e sempre a disposizione della parrocchia, lascia negli animi davvero un grande segno e un bel ricordo. Le persone della comunità sono molto legate a lui per il suo essere sempre delicato nel porsi e sempre con il sorriso. A nome di tutti lo ringrazio per quello che ci ha donato. Credo davvero sia stata un’occasione di crescita per entrambe le parti in gioco.”