Il Giubileo dei Ragazzi: cronaca e riflessione

“Rimanere connessi”… questa sembra essere la parola chiave per descrivere il Giubileo dei Ragazzi a cui hanno partecipato 146 persone della nostra diocesi tra ragazzi e accompagnatori. “Rimanere connessi” prima di tutto con il Signore… Papa Francesco ha usato più volte il cellulare come una metafora molto eloquente per gli adolescenti: rimanere senza Gesù nella propria vita è come non avere campo: anche il telefonino più evoluto senza campo non serve a molto… nessuna “app” potrà mai insegnarci ad amare come fa il Signore Gesù. La connessione con il Signore è stata molto concreta nel Sacramento della Riconciliazione celebrato in parte a S. Pietro e in parte a S. Paolo fuori le mura e nel Sacramento dell’Eucarestia celebrato in piazza S. Pietro con papa Francesco. “Rimanere connessi” poi con la Chiesa universale… Abbiamo sperimentato l’abbraccio del colonnato di S. Pietro, la bellezza di una Chiesa che apre delle porte perché ci si possa incontrare con la misericordia, la freschezza del Vescovo di Roma che si è mescolato con i giovani. Si è colto che la Chiesa non è qualcosa di lontano e freddo, ma è realtà viva, vicina e con passione educativa. L’immagine dello Stadio Olimpico pieno di ragazzi che cantano all’unisono si è impressa profondamente nella sensibilità dei giovani. È stato bello sperimentare anche l’ospitalità della generosa parrocchia di S. Alberto Magno, all’estrema periferia Nord della città, che ha aperto il suo centro parrocchiale e ha offerto una sensibile accoglienza grazie al suo parroco don Donato e al viceparroco don Samuele. Ci si è sentiti parte di una stessa famiglia anche se non ci eravamo mai visti prima. “Rimanere connessi” gli uni gli altri… Il gruppo diocesano era composta da ragazzi di Cervignano, Fossalon, Gradisca, Villesse, Ronchi, Monfalcone, Unità Pastorale Isonzo-Vipacco, S. Floriano, Unità Pastorale S. Giusto e S. Cuore, Mossa. C’è chi viene dai gruppi parrocchiali, chi dall’Azione Cattolica, chi dallo scoutismo… È stata una bella esperienza di comunione in cui si sono incontrati stili diversi, esperienze differenti, ma la comune passione educativa. Per i ragazzi è stato importante vedere che ci sono persone che frequentano la stessa scuola o che hanno amici in comune che hanno anche lo stesso desiderio di crescere nella fede. In questi giorni sono nate amicizie che aiutano ad allargare le prospettive ben oltre i confini della propria parrocchia. “Rimanere connessi” con i poveri… I ragazzi sono stati invitati a conoscere le opere di misericordia come concretizzazione dell’amore. L’invito all’esame di coscienza era strutturato attorno alle opere di misericordia. In alcune piazze della città poi c’erano delle “tende della misericordia”: dei luoghi dove riflettere su cosa significa per un ragazzo impegnarsi per i bisognosi. Anche la colletta realizzata in piazza S. Pietro per la popolazione dell’Ucraina ha fatto sentire uniti ai poveri. “Rimanere connessi” con il web… L’evento del Giubileo dei Ragazzi ha avuto due registri: uno vissuto nel corpo che ha affrontato la fatica, il cammino, le code, i balli allo stadio… e uno vissuto sui social media che hanno commentato e amplificato l’eco emotivo, mettendo in evidenza diversi aspetti, forse sfuggiti ai reporter ufficiali. Questo Giubileo dei Ragazzi è stato un segno importante di attenzione della Chiesa Universale per un’età non semplice, ma fondamentale per la crescita, com’è la prima adolescenza. Ha saputo parlare il linguaggio a loro comprensibile e ha donato entusiasmo ad una pastorale che ha bisogno di essere sostenuta. L’attenzione della Chiesa al mondo giovanile continuerà con il grande Giubileo dei Giovani che coinciderà con la GMG a Cracovia e che riguarderà la fascia 16-30 anni. Fino alla metà di maggio sarà possibile iscriversi per la Giornata Mondiale della Gioventù sul sito www.gopagio.org.

Le voci e le testimonianze

Un viaggio che deve continuareIl Giubileo dei Ragazzi per me è stata una nuova esperienza di vita e di testimonianza. È stato bello vedere tanti altri giovani che frequentano la parrocchia e che cercano Gesù come me. Papa Francesco ci ha dato molti segnali e inviti a proseguire il nostro cammino di fede. Fra le tante cose mi è piaciuta l’omelia di papa Francesco che è riuscito a mirare giusto al centro e a parlare un linguaggio a noi vicino. Lo stesso è riuscito a fare anche con il videomessaggio che abbiamo visto allo Stadio Olimpico Il Giubileo non deve concludersi con il viaggio a Roma ma deve continuare…

Mirko (16 anni)

I nostri obiettiviPer me il Giubileo è stato un’enorme spinta per proseguire nella mia fede, per riflettere e maturare, un grande esempio di accoglienza e di misericordia. Già l’accoglienza nella parrocchia di Roma è stata fantastica: sono delle persone che non ci hanno mai visto e conosciuto che ci hanno offerto i loro spazi e si sono presi cura di noi come se ci conoscessimo da una vita. Sono stata molto colpita dal discorso del papa, dal suo rimarcare sulla scelta tra ciò che è giusto e ciò che facile e sul puntare in alto per i nostri obiettivi. Sul puntare in alto è stata bella anche la testimonianza dell’astronauta Parmitano che è stato per un periodo nella Stazione spaziale. Mi ha colpito quando ha detto: “il futuro è quello che potete immaginare”… tutto dipende da noi… noi possiamo cambiare il mondo in bene (e anche in male) e noi dobbiamo avere la forza di rendere il nostro mondo migliore.

Alessia (14 anni)

L’omelia del PapaMi è piaciuta l’omelia del papa perché mi ha fatto riflettere soprattutto quando ha detto che la carta di identità del cristiano è quanto sappiamo amare. Mi è piaciuto visitare la città di Roma: ero già stato, ma questa volta è stato più bello perché ero con i miei amici e in compagnia e poi sono cresciuto e posso apprezzare di più. Sarebbe stato ancora più bello avere un tempo più lungo per visitarla meglio…Dormire a terra è stato scomodo, ma l’esperienza col gruppo è stata veramente bella. Mi rendo conto che è vero che “Ciò che non uccide, fortifica”.

Federico (15 anni)

L’emozione di vedere il PapaMi è piaciuto molto quando ho visitato la città di Roma: fontana di Trevi, il Colosseo, varie chiese, San Pietro e San Paolo fuori le mura. Per la prima volta ho visto il papa: è stato molto emozionante. Era un’emozione strana che non saprei descrivere… era come se il papa fosse uscito dalla televisione. Anche se non mi ricordo molto bene le sue parole, so che mi hanno colpito tanto. Ho socializzato molto, ho fatto tante amicizie, ho conosciuto persone simpatiche e gentili, anche più grandi di me. È stato tutto molto divertente.

Elia (13 anni)

La bellezza dello stare assiemeDi questi giorni mi è piaciuto lo stare insieme, vedere il papa e sentire i suoi discorsi. Il gruppo è stato abbastanza unito: mi sono trovato bene con tutti, anche se veniamo da parrocchie differenti… ad esempio mi è dispiaciuto molto che abbiano rubato delle cose dalla corriera di quelli di Cervignano.

Giacomo (13 anni)

La partecipazione alla messaDi questi giorni mi è piaciuto quello che abbiamo visitato, ma soprattutto la messa a S. Pietro… Di solito le messe sono piccole, brevi… in questa messa invece si riusciva a partecipare anche se c’era tanta gente. Era in un posto bello non dove non si può andare ogni giorno e questo la rendeva interessante… poi c’era il papa… Avevo già visto il papa a Roma, quando ero andato col coro all’Angelus… questa volta però era più vicino.

Demetrio (14 anni)

Essere pellegriniDi questi giorni mi è piaciuto tutto. A cominciare dal modo in cui ci siamo accolti fra di noi e come ci hanno accolto nella parrocchia di S. Alberto a Roma. Mi è sembrato di essere veramente dei pellegrini: fare la fila per vedere la Basilica e passare alla porta santa, vedere il papa, ascoltare la sua omelia… Mi ha sorpreso quando diceva che nella vita ci possono essere delle cadute, ma l’importante è rialzarsi. Ha citato anche un canto degli alpini… È stato bello anche il giro per Roma anche se non si poteva vedere tutto. Lo rifarei un’altra volta.

Marco (15 anni)

Giorni importanti per i ragazziQuesti giorni sono stati molto importanti per i ragazzi: vedere che ci sono altri coetanei che come loro può essere incoraggiante per l’esperienza di gruppo. L’amicizia che hanno stretto in questi giorni può essere forte. Per noi accompagnatori conoscere altre persone che lavorano con i giovani può servire a costruire rete: adesso so a chi poter chiedere aiuto, adesso so che possiamo incontrarci anche con altre parrocchie e possiamo pensare delle attività insieme. Dal punto di vista spirituale papa Francesco ha parlato in modo intenso nell’omelia, soprattutto quando ha invitato a sognare e ad avere coraggio nell’affrontare la vita. Spero che i nostri ragazzi raccontino agli altri in modo da incoraggiare la partecipazione ad altri futuri appuntamenti.

Juri – accompagnatore

Il dispiacere per chi è rimasto a casaSe fossimo andati da soli l’esperienza non sarebbe stata la stessa cosa. I ragazzi hanno stretto amicizia, creando collegamenti tra varie parrocchie. Più volte in questi giorni è risuonato l’invito rivolto ai ragazzi “il futuro siete voi…”: è stato incoraggiante. E poi papa Francesco ha comunicato una grande gioia con il suo continuo sorriso. Mi dispiace che non tutti i ragazzi del gruppo abbiano accolto l’invito a venire a Roma: adesso gliela racconteremo.

Loredana – accompagnatrice

Il silenzio di piazza S.PietroSono stata felicissima di accompagnare i ragazzi. Spero che abbiano colto i messaggi del papa: ha parlato in modo molto chiaro e con un linguaggio adatto ai giovani, come ad esempio quando ha parlato dell’app della felicità. Spero che i ragazzi raccontino ai loro coetanei, che non sia solo una gita fuori porta: spero che possano testimoniare agli altri le emozioni sperimentate nel vedere il papa, nell’entrare in S. Pietro.Ho visto come i ragazzi facilmente fanno amicizia ed è bello vederli tutti insieme. Mi colpisce poi il silenzio di piazza San Pietro durante la messa: eravamo in tanti e io sentivo solo la fontana e la voce del papa. Per me è stato emozionante… spero che anche per i ragazzi sia stato significativo. A volte in casa è difficile fare silenzio… a piazza S. Pietro con tanti pellegrini invece sì…

Michela – accompagnatrice