Fare attività in tempo di pandemia

Impostare un anno di attività associativa in tempo di pandemia potrebbe risultare quasi controproducente, per ridurci in seguito a cancellare mano a mano tutto quello che con pazienza si è organizzato. Così è stato nel 2020, in tanti ambiti, e così rischiamo anche quest’anno di prendere il nostro consolidato schema di programma e di assistere con rassegnazione ad osservare ciò che resta, o ciò che si è salvato dalle zone rosse o arancioni.La situazione pandemica colpisce, infatti, in modo particolare le realtà associative come la nostra, radicate nel territorio, ma sparse in tutte le parrocchie: diversi progetti che avevamo in mente soprattutto per il settore giovanile sono fermi ai blocchi di partenza e per il momento è difficile prevederne un avvio.Così per certi versi, anche nel 2021 cercheremo di “salvare” almeno le nostre manifestazioni più importanti: la festa dei campanari di settembre, che giungerà alla quindicesima edizione, con tanti forse Campanili aperti a maggio e per ora un solo corso delle scuole campanarie è riuscito a cogliere una zona gialla favorevole. A mancare, come avvertito da molti di noi, sono le tante occasioni comunitarie di incontro che fanno parte di quel tessuto di relazioni che aiutano a vivere con serenità la nostra vita e il nostro cammino e che questa situazione ci impedisce di coltivare.Nell’assemblea di inizio anno, svoltasi per la prima volta con una presenza virtuale su una nota applicazione, ci siamo detti queste cose, cercando di chiederci come stanno le nostre squadre, cercando di intravedere qualche luce. Il nostro arcivescovo, nell’ultima Lettera pastorale scrive che “occorre privilegiare l’essenziale correttamente inteso. Ma è anche necessario viverlo con duttilità e capacità di adattamento alle circostanze. Se sempre l’esistenza non si lascia rinchiudere nei nostri schemi e un’azione pastorale efficace è solo quella che accompagna lo scorrere della vita, adattandosi alle persone, all’evoluzione dei tempi, alle circostanze (in cui saper leggere i segni della guida dello Spirito), a maggior ragione questo è richiesto in un tempo straordinario  dominato dall’incertezza come quello che quest’anno ci è dato di vivere. Tutto ciò può essere faticoso e impegnativo e può far nascere lo scoraggiamento o, peggio, la tentazione di sospendere tutto e di fare il meno possibile. Ma può anche portare le nostre comunità a usare più inventiva, a provare percorsi nuovi, a esplorare strade sconosciute”. (La Nube luminosa, 31).Potrebbe essere questa una strada per ritrovare le ragioni della speranza? È una sfida in cui nessuno di noi può pretendere di avere la soluzione, ma può e deve spingerci a usare la fantasia per continuare a camminare, con fiducia.