“Era cosa molto buona”

“Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona. E fu sera e fu mattina sesto giorno” (Gn 1, 31).Questo versetto della Genesi è riferito alla creazione dell’uomo che, a differenza di ogni altra realtà creata, fu riconosciuto “molto buono”. Normalmente questa espressione viene compresa come riconoscimento della dignità dell’uomo rispetto ad ogni altra realtà creata in quanto creato “ad immagine e somiglianza” del Creatore. In realtà queste due semplici parole esprimono un concetto estremamente più profondo e più coinvolgente e potremmo tradurre “molto buono” con “compatibile”.Compatibile in quanto, tra tutte le realtà create, solo l’uomo contiene in sé ed esprime l’attrattiva verso il trascendente ed è capace di ragionare di Dio e su Dio. Nessun animale, per quanto coccoloso, esprime questa dimensione di trascendenza.Qualcuno obietterà che non tutti gli uomini sono credenti e a questa obiezione io rispondo che è vero, ma obietto confermando che tutti gli uomini sono religiosi ovvero indagano e si interrogano sul senso della vita, sul significato della sofferenza, su cosa è bene e male e perché lo sono… Dobbiamo riconoscere che la stessa Arte che si esprime nella poesia, nella pittura, nella scultura, nella architettura e soprattutto nella musica, percorre la strada della bellezza e scruta all’orizzonte il senso ed il perché delle cose. Ci sono anche derive di questa dimensione che potremmo definire “religiosa” quando l’uomo si indirizza verso la magia, l’ideologia totalizzante, la stessa violenza che nella guerra si esprime come “arte della morte”.Pur con tutte le sue devianze, l’uomo resta per sua natura capace di trascendenza ed esprime un desiderio di infinito e in questo infinito un desiderio di compitezza esistenziale che si traduce anche con un ben stare con se stessi.Solo l’essere umano è “capace” di aderire con il cuore e con la mente alla persona di Dio riconoscendo in Lui l’origine, il motivo ed il fine della sua vita ed esistenza. Tutto questo noi lo definiamo “Fede”. La fede nasce da una profonda esigenza umana e, anche se percorre strade parziali nella vita, è indirizzata alla più pura trascendenza che è Dio, creatore e redentore. Alla Fede ci si arriva percorrendo spesso strade misteriose dove nessuna delle nostre esperienze anche le più avvilenti e devastanti viene sprecata. È la misteriosa azione dello Spirito che, rendendo effervescente la nostra sete di assoluto, ci conduce all’incontro con il Cristo Redentore, la sola Persona che riesce a saziare e dissetare il nostro cuore umano come ben dice Sant’Agostino nelle sue Confessioni: “Com’è inquieto, o Signore, il cuore dell’uomo fin quando non riposa in Te!”.Comprendersi in questo modo capaci di trascendenza, necessitanti di una profonda significanza di vita, esprime dell’uomo la “vera immagine e somiglianza” con il Padre celeste.Questa Fede, che dà pienezza esistenziale, diviene il principale sostegno della nostra azione nel mondo, azione che comunica e manifesta indirettamente la nostra identità più profonda e questo può diventare strumento di “contagio al divino” per tanti altri cuori umani assetati di amore e di senso per la propria vita.