“Cristo è risorto. Veramente è risorto!” – La liturgia in famiglia

Giovedì Santo – 9 aprile

Comincia questa sera il Triduo Pasquale, un’unica grande celebrazione che ci fa sentire viva la Pasqua di passione, morte e risurrezione di Gesù.

Questa giornata ci fa riflettere e ci illumina sul dono dell’Eucaristia, insieme al dono del sacerdozio e del comandamento dell’amore. Oggi siamo chiamati a contemplare Gesù che ci lascia un segno per rimanere sempre in mezzo a noi. Gesù sceglie come segno il pane e vino. Elementi primari nelle nostre tavole e che, oltre a coprire le necessità primarie, aiutano anche l’aspetto relazionale che tutti viviamo. Abbiamo bisogno infatti delle relazioni umane e con Dio: l’uomo non è fine a se stesso, è inserito anche in una relazione divina.

Preparazione

Se è possibile in famiglia si prepari del pane (anche azzimo) da spezzare insieme all’inizio della cena. Si può collocare una brocca e un asciugamano vicino all’angolo bello della casa.

Sarebbe bello che si possa cenare a lume di candela, mettendosi in continuità con la celebrazione alla TV (cenando al termine della liturgia papale delle 18.00) o in streaming (cenando prima della messa presieduta dal vescovo Carlo alle 21.00)

Celebrazioni alla TV o in streaming

Ore 18.00 Papa Francesco da S. Pietro (TV 2000 o RAI)

Ore 21.00 vescovo Carlo dalla Cattedrale di Gorizia – streaming

Alle 21.15, al canto del Gloria, suoneranno le campane di tutta la diocesi

Preghiera prima del pranzo

Padre nostro, grazie per il pane con cui oggi ci nutri e per il tuo Santo Spirito che ci suggerisce di condividerlo con i poveri. Ancor più ti ringraziamo per il Pane della Vita, Gesù, tuo Figlio, che è sempre con noi e che con te è benedetto nei secoli! Amen.

Celebrazione familiare della sera durante la cena

Ci si ritrova a tavola, possibilmente illuminata con le candele e con il pane collocato al centro.

G   Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

T   Amen.

G. Stasera la Chiesa celebra l’istituzione dell’Eucaristia, del sacerdozio ministeriale e del comandamento dell’amore fraterno. Nel lavare i piedi ai suoi apostoli Gesù mostra il suo desiderio di rinnovare la loro vita a partire dalle radici, dalle fondamenta.

Siamo anche noi a tavola come Gesù e i discepoli. Guardiamo al pane che è al centro della tavola e pensiamo anche all’Eucaristia che Gesù ha voluto istituire in questo giorno. Ringraziamo il Signore per questo pane che ci nutre quotidianamente e che ha voluto scegliere per farne, durante la Messa, il mezzo per essere presente in mezzo a noi come nutrimento che ci dà forza

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi (1Cor 11,23–26)

Fratelli, io ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me».

Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me».

Ogni volta infatti che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga.

Parola di Dio – Rendiamo grazie a Dio

 

G. Anche noi facciamo come i discepoli

Ognuno spezza un pezzo di pane e ne offre ad un altro componente della famiglia. Alla fine si mangia insieme. Alcuni istanti di silenzio

Padre nostro

G. O Dio, abbiamo spezzato il pane gli uni per gli altri; fa’ che questo sia per noi il segno che tu ci sei vicino, che siamo tue creature, da te nutrite e amate. Noi ti preghiamo: non ci abbandonare, manda a noi dal cielo Cristo, pane vivo. Camminerà con noi, riscalderà il nostro cuore con la sua parola amica, sederà a mensa con noi. Nella gioia dell’incontro ci nutrirà del suo amore, e noi non avremo più fame. Con Lui ti diremo il nostro grazie fino al banchetto che non ha fine. Amen.

Si mangia a lume di candela, se possibile.

Lavanda dei piedi – facoltativo

Al termine della cena, se adeguato e comprensibile, si può compiere il gesto simbolico della lavanda dei piedi. Il papà o la mamma possono lavare i piedi usando una brocca e un catino dei membri della famiglia. Concluso il gesto, se non si ha ancora seguito la Messa, si può leggere il testo del vangelo Gv 13,1-15

 

Si sparecchia la tavola e si copre con un fazzoletto il crocefisso dell’angolo bello.

Venerdì santo – 10 aprile

Oggi la Chiesa fa memoria della morte di Cristo, che proprio in un venerdì della primavera degli anni 30 fu ucciso a Gerusalemme e spirò dopo una dolorosa agonia. Non celebriamo un anniversario nostalgico: il Signore ucciso è già il risorto vittorioso della morte! Gesù ci ha mostrato fino a che misura siamo invitati ad amare. Oggi vogliamo unirci al cammino di Gesù narratoci nella sua passione e vogliamo venerare la sua croce.

Il crocefisso rimane coperto con fazzoletto nell’angolo bello della casa. La candela rimane spenta. Verrà accesa solo alla sera durante la Via Crucis del papa e messa alla finestra.

Oggi è giornata di digiuno e astinenza. Per gli adulti significa saltare un pasto. Per i più piccoli si può chiedere di rinunciare a qualche golosità e a un po’ di TV. Si può proporre per tutti un pasto povero e sobrio.

Carità

Sarebbe opportuno che l’equivalente economico del digiuno venga donato in carità. La donazione può essere fatta a ARCIDIOCESI DI GORIZIA – CARITÀ DIOCESANA DI GORIZIA ONLUS

cc postale n. 10289494 – ccb Cassa Rurale FVG filiale di San Rocco Gorizia

IBAN IT15 0086 2212 4010 0400 0323 364 – Causale: emergenza Coronavirus

I soldi verranno usati per la gestione dell’emergenza attuale (dormitori, mense, empori della solidarietà) e per costituire un fondo per un aiuto nella ripartenza delle imprese e delle famiglie.

Celebrazioni alla TV o in streaming

Ore 15.00 vescovo Carlo dalla Cattedrale di Gorizia – streaming

Ore 18.00 Papa Francesco da S. Pietro (TV 2000 o RAI)

Ore 21.00 Via Crucis con papa Francesco da piazza S. Pietro (TV 2000 o RAI)

Prima di pranzo o a metà giornata

A metà giornata, idealmente alle 12.00 all’ora in cui si fece buio su tutta la terra, se è possibile ci si riunisce come famiglia attorno all’angolo bello e semplicemente si ascolta il racconto della crocefissione. Si possono usare diverse voci: Narratore, Gesù, altre voci.

Dal Vangelo secondo Marco  (Mc 15,22-39)

Condussero Gesù al luogo del Gòlgota, che significa “Luogo del cranio”, e gli davano vino mescolato con mirra, ma egli non ne prese. Poi lo crocifissero e si divisero le sue vesti, tirando a sorte su di esse ciò che ognuno avrebbe preso. Erano le nove del mattino quando lo crocifissero. La scritta con il motivo della sua condanna diceva: “Il re dei Giudei”. Con lui crocifissero anche due ladroni, uno a destra e uno alla sua sinistra.

Quelli che passavano di là lo insultavano, scuotendo il capo e dicendo: “Ehi, tu che distruggi il tempio e lo ricostruisci in tre giorni, salva te stesso scendendo dalla croce!“. Così anche i capi dei sacerdoti, con gli scribi, fra loro si facevano beffe di lui e dicevano: “Ha salvato altri e non può salvare se stesso! Il Cristo, il re d’Israele, scenda ora dalla croce, perché vediamo e crediamo!“. E anche quelli che erano stati crocifissi con lui lo insultavano.

Quando fu mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. Alle tre, Gesù gridò a gran voce: ” Eloì, Eloì, lemà sabactàni?”, che significa: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”. Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: “Ecco, chiama Elia!“. Uno corse a inzuppare di aceto una spugna, la fissò su una canna e gli dava da bere , dicendo: “Aspettate, vediamo se viene Elia a farlo scendere“. Ma Gesù, dando un forte grido, spirò.

(Qui si genuflette e di fa una breve pausa)

Il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo. Il centurione, che si trovava di fronte a lui, avendolo visto spirare in quel modo, disse: “Davvero quest’uomo era Figlio di Dio!“.

Parola del Signore – Lode a te o Cristo

Si conclude con questa preghiera

G. Ricordati, Padre, della tua misericordia; santifica e proteggi sempre questa tua famiglia, per la quale Cristo, tuo Figlio, inaugurò nel suo sangue il mistero pasquale. Egli vive e regna nei secoli dei secoli. Amen

Adorazione della croce – per chi segue la TV o lo streaming

Si consiglia di seguire la trasmissione della liturgia del Venerdì Santo alla TV (alle 18.00) o in streaming (15.00).

Vicino alla TV o al computer sia collocato il crocefisso coperto col fazzoletto dal giorno prima. Si seguano le letture o i gesti.

All’inizio ci si può inginocchiare in silenzio insieme ai ministri che celebrano. Anche al momento del racconto della Passione, quando si narra della morte di Gesù anche in casa, chi può, si inginocchi.

Mentre il celebrante scopre e adora il crocefisso, anche in casa si può scoprire il crocefisso e compiere un gesto di venerazione del crocefisso, passandoselo tra i vari componenti della famiglia.

Adorazione della croce – per chi non riesce a seguire la liturgia in comunione con tutta la Chiesa

Per chi preferisce lasciar tacere TV e computer in questo Venerdì Santo si può prendere la liturgia proposta dalla Chiesa (vedi ad esempio https://www.chiesacattolica.it/liturgia-del-giorno/?data-liturgia=20200410).

Si leggono le letture proposte, genuflettendo al momento della memoria della morte di Gesù. Si possono fare proprie le intenzioni di preghiera della preghiera universale, aggiungendo una preghiera per gli ammalati e per chi soffre per questa epidemia. Si può compiere un gesto di venerazione della croce. Si conclude con il Padre nostro e la preghiera conclusiva, come si trova nel messale.

Preghiera prima della cena

Per chi ha deciso di cenare

Ti ringraziamo, Signore Dio, per tutti i doni della tua bontà e ti preghiamo affinché quanto è necessario al sostentamento del nostro corpo non appesantisca il nostro spirito nell’attesa della gloriosa venuta di tuo Figlio Gesù Cristo. Amen

Via Crucis

Tutti siamo invitati a seguire la Via Crucis da piazza S. Pietro alle 21.00. Al termine della trasmissione si potrebbe andare a dormire custodendo il silenzio.

Sabato Santo – 11 aprile

Il Sabato Santo è il giorno del grande silenzio. In tutta la Chiesa non ci solo liturgie fino alla Veglia Pasquale. È un giorno di preparazione. È consigliato continuare l’astinenza e il digiuno

Tempo di silenzio

Viene proposto un esercizio molto difficile… Fissate un’ora in cui vivere un tempo di silenzio in casa, spegnendo la televisione, silenziando i telefoni, liberandovi da impegni e cose da fare, così da commemorare la discesa di Gesù nel regno dei morti, nelle estreme solitudini degli uomini, per portare la sua salvezza. All’inizio dell’ora di silenzio chi guida la preghiera può dire:

G. O Padre, nel mistero del tuo Figlio disceso agli inferi, ci riveli che non c’è luogo dove non sia possibile fare esperienza di Dio. Fa’ che in quest’ora, guardandoci dentro, nel silenzio del cuore, possiamo veramente accoglierlo come balsamo di vita.

Durante il tempo di silenzio si possono leggere questi testi…

Il significato del Sabato Santo

Dalla Meditazione di papa Benedetto XVI in occasione della venerazione della santa Sindone di Torino – 2 maggio 2010

Gesù Cristo è “disceso agli inferi”. Che cosa significa questa espressione? Vuole dire che Dio, fattosi uomo, è arrivato fino al punto di entrare nella solitudine estrema e assoluta dell’uomo, dove non arriva alcun raggio d’amore, dove regna l’abbandono totale senza alcuna parola di conforto: “gli inferi”. Gesù Cristo, rimanendo nella morte, ha oltrepassato la porta di questa solitudine ultima per guidare anche noi ad oltrepassarla con Lui. Tutti abbiamo sentito qualche volta una sensazione spaventosa di abbandono, e ciò che della morte ci fa più paura è proprio questo, come da bambini abbiamo paura di stare da soli nel buio e solo la presenza di una persona che ci ama ci può rassicurare. Ecco, proprio questo è accaduto nel Sabato Santo: nel regno della morte è risuonata la voce di Dio. È successo l’impensabile: che cioè l’Amore è penetrato “negli inferi”; anche nel buio estremo della solitudine umana più assoluta noi possiamo ascoltare una voce che ci chiama e trovare una mano che ci prende e ci conduce fuori. L’essere umano vive per il fatto che è amato e può amare; e se anche nello spazio della morte è penetrato l’amore, allora anche là è arrivata la vita. Nell’ora dell’estrema solitudine non saremo mai soli.

Il valore del silenzio

da E. Bianchi, Lettera ad un amico sulla vita spirituale.

Rientrare in se stessi significa anche entrare nel silenzio e nella solitudine. Cosa tutt’altro che facile questa, abituati come siamo a vivere immersi nel rumore e nel continuo contatto con gli altri. E tuttavia il silenzio e la solitudine sono essenziali per mettere ordine in se stessi; hanno, infatti, un meraviglioso potere di semplificazione, di riduzione all’essenziale, di chiarificazione, di concentrazione. Ti sarà forse capitato di sperimentare come il ritirarsi da solo nel silenzio porti a “sentire” il corpo in maniera diversa, più lucida e intensa, e porti anche a una coscienza più acuta del tempo. Quel tempo che normalmente fugge e vola via quando sei immerso nel quotidiano viavai e nelle molteplici attività, appare molto più lungo quando resti nel silenzio e nella solitudine.

Oggi, come sai bene, i ritmi della vita sociale sono talmente velocizzati e stressanti che ci ritroviamo a correre per arrivare sempre in ritardo: più siamo impegnati, più abbiamo attività da svolgere e “cose da fare”, e più ci sembra di essere vivi. Ma così rischiamo di dimenticare quell’arte della cura di noi stessi e della nostra interiorità che è essenziale per sapere chi siamo e perché facciamo quel che facciamo. Un po’ di lentezza, di tempo speso stando seduto in camera senza far nulla, semplicemente restando presente a te stesso, lasciando emergere le emozioni che si sedimentano in te, ti aiuta a ritrovare unità, a dare il nome ai sentimenti che provi, a esercitare la tua memoria nel ricordo. Questo ti aiuta soprattutto a entrare in una pacificazione e unificazione interiori da cui uscirai rinnovato e disponibile per le relazioni quotidiane.

Solitudine e silenzio sono il tempo delle radici, della profondità, in cui ricevi la forza per essere te stesso, per pensare, per coniare una parola tua che magari può essere in contrasto con quelle che tutti ripetono. Silenzio e solitudine sono dunque i mezzi privilegiati della vita interiore, che ti consentono di prendere confidenza con te stesso e di osare te stesso, anche a costo di arrivare a “cantare fuori dal coro”, a rompere con le logiche omologanti che tutto appiattiscono. Ti consentono inoltre di sfuggire alla superficialità e di dare profondità alle parole e senso alle relazioni. La solitudine, infatti, purifica lo sguardo che porti sugli altri. Se pensi agli altri quando sei da solo, scopri in essi un volto inedito, che ti sfugge quando stai fisicamente accanto a loro. Non è affatto vero che comunichi bene chi parla molto o sempre e che sia una persona capace di relazioni quella che vive continuamente in mezzo agli altri, senza mai concedersi un momento di tregua, di faccia a faccia con se stessa. Questo sarebbe uno scambiare la quantità con la qualità. È vero, invece, il contrario: la capacità di comunicazione e di relazione è proporzionale alla capacità di silenzio e solitudine.

Al termine dell’ora di silenzio si conclude pregando il Padre nostro.

Preghiera per i pasti

Pranzo – Ti ringraziamo Signore Gesù perché possiamo continuare insieme la Settimana Santa. Il cibo che prendiamo rinsaldi la nostra famiglia, rallegri la nostra casa e ci renda attenti alle fragilità dei nostri fratelli e a coloro che non hanno il pane. Per Cristo nostro Signore. ℞. Amen.

Cena – Signore, venga a noi la fame della tua Parola, perché più nutriente del pane è il vangelo, più gioioso del vino è il tuo amore. La condivisione del cibo attorno a questa tavola, ci faccia assaporare un po’ la comunione che sperimentiamo nell’eucarestia, di cui adesso abbiamo fame. Sii benedetto nei secoli dei secoli. Amen.

Veglia PasqualeQuesta è la notte più importante per noi cristiani: celebriamo Gesù che vince la morte e risorge. Poi ricordiamo tutte le cose buone che Dio ha fatto per noi: dalla creazione fino ad averci donato la Comunità cristiana e il Battesimo che ci fa fratelli di Gesù e tra noi.Celebrazioni alla TV o in streamingOre 21.00 Papa Francesco da S. Pietro (TV 2000 o RAI)Ore 21.30 vescovo Carlo dalla Cattedrale di Gorizia – streamingOre 22.15 le campane di tutta la diocesi suonanoPer chi non segue la Veglia Pasquale alla TV o in streamingQuando è diventato buio, dopo cena, si spengono le luci in casa; la famiglia è riunita attorno all’angolo bello al buio, uno della famiglia entra nella stanza buia con una candela accesa e, se possibile, ognuno accende da questa una sua candelina. Si accende una candela che rimane accesa accanto al Libro dei Vangeli aperto sulla pagina del racconto della Risurrezione (secondo l’evangelista Matteo 28,1-10) e un secondo lume verrà posto sul davanzale di casa a indicare il Signore risorto che passa per le case e illumina con la sua risurrezione la vita degli uomini.Con le candele accese e al buio si ascolti l’annuncio della risurrezione col canto “Cristo è risorto veramente” (RnS) https://youtu.be/4fUo13NUQ-M. Si può leggere il racconto del passaggio del Mar Rosso (Es 14,15-15,1); se è possibile si canti l’Alleluia; si legga il Vangelo della Risurrezione (Mt 28,1-10).Si consiglia di avere una breve condivisione in famiglia aiutati da semplici domande quali: “Come stiamo? Come stiamo vivendo questo tempo difficile? In chi e dove riconosciamo oggi la presenza del Signore Risorto?”. Si conclude con la Preghiera del Signore (Padre nostro). Si conclude tracciando, reciprocamente, il segno di croce sulla fronte, dicendo: Il Signore Gesù, risorto e vivo, ti benedica e ti protegga, faccia risplendere la sua luce sul tuo volto e ti dia pace. AmenPer chi segue la Veglia Pasquale alla TV o in streamingPrima dell’inizio della Veglia si consiglia di avere una breve condivisione in famiglia aiutati da semplici domande quali: “Come stiamo? Come stiamo vivendo questo tempo difficile? In chi e dove riconosciamo oggi la presenza del Signore Risorto?”. Quando comincia la trasmissione della Veglia Pasquale si spengono le luci in casa; ciascuno può avere in mano una candela; all’accensione del cero si accende anche la propria candela. Si accende una candela che rimane accesa accanto al Libro dei Vangeli e un secondo lume verrà posto sul davanzale di casa a indicare il Signore risorto che passa per le case e illumina con la sua risurrezione la vita degli uomini.Le candele si possono riaccendere al momento della professione di fede (dopo l’omelia). Si seguono le letture che si possono trovare facilmente online al link: https://www.chiesacattolica.it/liturgia-del-giorno/?data-liturgia=20200412 Al momento dello scambio della pace, anche se in chiesa non avviene questo segno, in famiglia ci si può scambiare un segno di pace. Dopo la benedizione finale Si conclude tracciando, reciprocamente, il segno di croce sulla fronte, dicendo: Il Signore Gesù, risorto e vivo, ti benedica e ti protegga, faccia risplendere la sua luce sul tuo volto e ti dia pace. Amen

Domenica di Pasqua12 aprileOgni domenica è giorno del Signore e giorno della Risurrezione, ma in modo particolare questa domenica ci ricorda che l’amore è più forte della morte e che l’ultima parola sulla nostra esistenza è la misericordia di Dio, capace di far risorgere chi si lascia amare. È opportuno che la casa sia preparata a festa e che si abbia cura nella preparazione del pasto festivo. Preghiera al mattinoQuando la famiglia si è svegliata si può pregare insieme il salmo. Dal Salmo 117(118)Questo è il giorno che ha fatto il Signore: rallegriamoci ed esultiamo.Rendete grazie al Signore perché è buono,perché il suo amore è per sempre.Dica Israele: “Il suo amore è per sempre”. R.La destra del Signore si è innalzata,la destra del Signore ha fatto prodezze.Non morirò, ma resterò in vitae annuncerò le opere del Signore. R.La pietra scartata dai costruttoriè divenuta la pietra d’angolo.Questo è stato fatto dal Signore:una meraviglia ai nostri occhi. R.Celebrazioni alla TV o in streamingOre 11.00 Papa Francesco da S. Pietro (TV 2000 o RAI) con benedizioneOre 18.30 vescovo Carlo dalla Cattedrale di Gorizia – streamingOre 12.00 suonano a festa le campane di tutta la diocesiPreghiera prima del pranzo di PasquaSi può ascoltare un canto pasquale come “Risurrezione” (Gen Rosso) https://www.youtube.com/watch?v=URN7MADiv9Y. Si preparino sulla tavola una ciotola d’acqua e  i cibi pasquali (o il pane) da benedire e una candela.G. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.-  Amen.Il Signore è veramente risorto. Alleluia! A lui gloria e potenza nei secoli eterni!G. O Padre, che in questo giorno, per mezzo del tuo unico Figlio, hai vinto la morte e ci hai aperto il passaggio alla vita eterna, concedi a noi, che celebriamo la Pasqua di risurrezione, di essere rinnovati nel tuo Spirito, per rinascere nella luce del Signore risorto. Egli è Dio e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito santo per tutti i secoli dei secoli. AmenSe si seguirà la messa in streaming alla sera, si può inserire la lettura di Gv 20,1-19Ricordo del battesimoG. La festa della Pasqua ci annuncia il nostro passaggio con Cristo dalla morte alla vita, da una vita lontana dall’amore di Dio ad una vita riempita dalla luce del Signore Risorto. Tutto questo è avvenuto il giorno del nostro battesimo.Il Signore è qui oggi in mezzo a noi nella nostra casa. Guardando all’acqua che abbiamo posto in questa ciotolina pensiamo all’acqua battesimale che ci ha rinnovati nel battesimo, uniamoci al Signore e ringraziamo.T. Sii benedetto, Signore, Dio onnipotente,che in Cristo, acqua viva della nostra salvezza,per mezzo del battesimo ci hai colmato di ogni benedizionee hai fatto di noi una creatura nuova.Rinunciamo al male e al peccatoe accogliamo di cuore te, Signore Gesù,perché purificati e fortificati con la grazia del tuo Spirito,accolti nell’abbraccio del Padre,ricuperiamo la giovinezza interiore, l’entusiasmo dello Spiritoe possiamo camminare sempre in novità di vita.Si può fare il segno della croce usando l’acqua, come di solito si fa in chiesa. Benedizione dei cibi pasquali o del paneNelle famiglie dove c’è questa abitudine si può benedire il cibo pasquale e/o il pane. G. Benedetto sei tu, Signore del cielo e della terra, che nella grande luce della Pasqua manifesti la tua gloria e doni al mondo la speranza della vita nuova; guarda a noi, tuoi figli, radunati intorno alla mensa di famiglia: ti benediciamo per questo cibo/pane che nutre il nostro corpo e la nostra fraternità. Fa’ che accogliamo da te la vera pace, la salute del corpo e dello spirito e la sapienza del cuore, per amarci gli uni gli altri come Cristo ci ha amati. Egli ha vinto la morte, e vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.Padre nostroScambio della paceG. E ora, nello spirito della Pasqua, scambiamoci un abbraccio di gioia e di pace dicendoci: Rallegrati, Cristo è veramente Risorto!Ci si scambia un abbraccio o altro gesto di pace fra tutti i componenti della famiglia.Benedizione della famigliaG. In questo santo giorno di Pasqua Dio onnipotente ci benedica e ci custodisca nella sua pace. Amen.Dio, che nella Pasqua del suo Figlio ha rinnovato l’umanità intera, ci renda partecipi della sua vita immortale. Amen.A noi, che dopo i giorni della Passione, celebriamo con gioia la risurrezione di Cristo Gesù, conceda il Signore di giungere alla grande festa della Pasqua eterna. Amen.Il Signore onnipotente e misericordioso ci benedica e ci custodisca nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.Preghiera prima della cenaTi ringraziamo Signore Gesù perché possiamo unirci alla tua Passione, Sepoltura e Risurrezione in questo giorno santo. Il cibo che prendiamo rinsaldi la nostra famiglia, rallegri la nostra casa e ci renda attenti alle fragilità dei nostri fratelli e a coloro che non hanno il pane. Per Cristo nostro Signore. T. Amen.Prima di andare a dormireAl solito schema di preghiera si può aggiungere l’ascolto di un canto tipo “Resto con te” (Gen Verde) https://youtu.be/tvujYl9UHUs