La consacrazione di Anna: profondo atto di fede in Dio

Quest’anno la solennità di Tutti i Santi è stata davvero una festa! Oltre che essere la giornata tradizionale dell’inizio delle attività pastorali in diocesi, è stata anche il giorno in cui Anna Medeossi ha chiesto di essere accolta nell’Ordine delle Vergini Consacrate per la Diocesi di Orano.È sempre una testimonianza sconvolgente vedere una persona impegnarsi nel celibato consacrato alla sequela d Cristo. È sconvolgente anche vedere questa persona scommettere e rischiare la sua vita in presa diretta con la Chiesa universale attraverso la realtà umana di una Chiesa locale senza la mediazione, la protezione, di una famiglia religiosa. Senza neppure “l’identificazione sociale” in seno alla Chiesa che viene conferita dallo status sacerdotale. È sconvolgete infine di ricevere questo impegno nella fragilità della nostra diocesi di Orano. Questo impegno non può certo derivare da una scommessa, seppure audace, sull’avvenire. Non può che trattarsi di un atto di fede in un Dio fedele che si prende cura di coloro che chiama a seguirlo.È bello che la forma particolare della nostra Chiesa in Algeria, eucaristica più che clericale, permetta a una vocazione di vergine consacrata di apportare all’insieme del corpo che noi formiamo la sua grazia particolare allo stesso modo della vocazione religiosa o del ministero presbiterale. E’ stato bello poterlo significare.Per esprimere la portata ecclesiale di questa consacrazione, il rituale, nella sua semplicità, richiede che l’impegno sia ricevuto dal vescovo nella cattedrale della diocesi. La nostra cattedrale Santa Maria non è certamente anzitutto un edificio fatto di pietre morte. Essa è costituita dalle pietre vive che siamo noi, ciascuno e ciascuna quando noi ci raccogliamo in questo luogo per pregare assieme. Per questo motivo, questa solennità di Tutti i Santi ha offerto ad Anna e alla sua famiglia la più vibrante e la più sorridente delle cattedrali!La presenza di una bella delegazione della diocesi di Algeri, così come i messaggi degli arcivescovi di Algeri e di Gorizia, la diocesi di nascita di Anna, hanno pure molto felicemente significato che, con la sua consacrazione per la diocesi di Orano, Anna si pone nell’universalità della Chiesa.Tra i momenti salienti della celebrazione, ve ne è stato uno che ha suscitato subito applausi e acclamazioni. È stato il momento in cui Anna è stata come rivestita dall’Algeria nel momento in cui lei è stata rivestita da un magnifico burnous (mantello algerino) finemente ricamato. La portata simbolica di questo gesto si è aggiunta alla speranza manifestata nello stesso momento da un popolo intero il 1° novembre, 65° anniversario dell’inizio della guerra d’indipendenza. Un anno fa, abbiamo vissuto la beatificazione di Monsignor Pierre Claverie e dei suoi diciotto compagni e compagne martiri. È stato bello che questa prima solennità di Tutti i Santi sia stata marchiata con il sigillo della consacrazione di Anna. Questi momenti sono dei piccoli barlumi di speranza, come quando per un istante il cielo si illumina.Da segno di speranza ai segni di speranza, la nostra Chiesa e l’Algeria proseguono con fiducia il loro cammino, passo dopo passo, senza sapere esattamente quello che succederà domani. Ma poco importa il domani, per loro ogni giorno è abbastanza.

(Editoriale tratto dalla pubblicazione Le Lien n. 417 agosto-settembre-ottobre 2019, p.2 – Traduzione dl francese don Giulio Boldrin)