L’esperienza unica dei Comitati Civici

Il rapporto tra cattolici e politica non è stato mai un rapporto facile.
È stato sempre un rapporto fatto di allontanamenti ed avvicinamenti: dal non expedit “ne eletti, ne elettori”, che nel 1861 a seguito degli eventi di Porta Pia e della presa di Roma da parte degli eserciti Piemontesi, alla successiva nascita del regno di Italia, quando Papa Pio IX come segno di dissenso lancia l’astensione dei cattolici italiani alla partecipazione alla vita politica, al 1919 con la nascita per merito di don Luigi Sturzo del Partito Popolare e quindi ad un ritorno organizzato alla vita politica attiva dei cattolici.
Partito popolare che, dopo qualche anno, si sciolse nel 1926 a causa della dittatura fascista e, nel mezzo a tutto ciò, comunque sempre grande il fermento culturale e politico che vide nel 1874 la nascita delle opere dei congressi, l’avvio delle settimane sociali, la nascita di opere economiche come le società di mutuo soccorso, casse rurali.
Per poi arrivare a tempi più vicini a noi con la nascita della Democrazia Cristiana che, dal dopoguerra fino al 1994, anno della sua chiusura, rappresentò un significativo rifermento per tutto il mondo cattolico.
Ma è esistito nel contesto storico nazionale un periodo storico molto particolare che vide la nascita su tutto il territorio italiano di una esperienza unica nel suo genere rappresentata dai comitati civici e che ha come riferimento il 18 aprile 1948, il giorno delle prime elezioni libere, dopo il ventennio fascista, della nascente Repubblica italiana.
Le elezioni per la Costituente del ’46 e quelle politiche per il primo Parlamento del 18 aprile 1948, furono infatti caratterizzate da un marcato intervento della Chiesa e delle sue organizzazioni sul terreno politico.
Tutto il mondo cattolico venne mobilitato e la capillare struttura organizzativa dell’AC e di altre associazioni divenne supporto all’azione dei “Comitati Civici” per sensibilizzare gli elettori sull’importanza del voto e per indirizzare il consenso intorno al partito della neo nascente Democrazia Cristiana contro quello che allora era il blocco dei partiti della sinistra rappresenta dal fronte popolare.
I Comitati civici nascono appunto in vista delle elezioni politiche del 18 aprile 1948, per volontà di Papa Pio XII e per iniziativa dell’allora vicepresidente dell’Azione Cattolica Italiana, Luigi Gedda, al fine di fronteggiare il pericolo dell’astensionismo ed a appunto di indirizzare il paese in una direzione democratica e cattolica. L’azione cattolica svolge in questo contesto un ruolo centralissimo attraverso la figura di Luigi Gedda.
L’intenzione non era né di sostituire la DC, né di affiancare a essa un altro partito cattolico, ma anzitutto e soprattutto quella di portare al partito un incremento elettorale che da solo non avrebbe potuto procurarsi. I risultati daranno ragione e premieranno il grande lavoro capillare svolto dai Comitati civici perché la DC guadagna quasi cinque milioni di voti rispetto alle elezioni politiche del 1946, passando da 8.101.004 a 12.741.299.
I comitati civici presenti in tutta Italia continueranno poi ad operare in modo continuo fino agli anni ‘70 perdendo a poco a poco di significato fino a quando il Concilio Ecumenico Vaticano II porterà un profondo ripensamento sul ruolo dei cattolici nella società.
Per l’Azione cattolica l’esperienza in tal senso termina con la svolta della “scelta religiosa” del 1969 che incarnava appunto le novità concilari ed i grandi cambiamenti degli anni, anche dal punto di vista politico con la nascita dei primi governi di centrosinistra.
Rimane però l’esperienza dei Comitati una esperienza unica, di cui la storia del nostro Paese è chiamato a fare memoria e di cui tutti dobbiamo essere grati.

Paolo Cappelli


Riscoprire il passato, per affrontare il futuro

Riscoprire il passato, per affrontare in maniera consapevole le sfide del futuro. Questo è l’obiettivo dell’associazione “Città dell’uomo”, da realizzare attraverso il convegno Il Comitato Civico Diocesano di Gorizia. Una storia di confine (1948-1966). L’inizio di un percorso che avrà luogo il prossimo 4 maggio alle 9.00 presso la Biblioteca “Nazioni Unite” della facoltà di Scienze diplomatiche internazionali, in via Alviano 18 a Gorizia.
Organizzato insieme all’Azione Cattolica diocesana, l’Università degli Studi di Trieste, l’Istituto di Storia Sociale e Religiosa (ISSR) di Gorizia, l’Istituto per la storia dell’Azione Cattolica e del movimento cattolico in Italia “Paolo VI” (Isacem) di Roma, l’evento è stato finanziato con un contributo del Consiglio Regionale del Friuli Venezia Giulia e ha lo scopo di presentare il lavoro di riordino e digitalizzazione dell’archivio del Comitato Civico diocesano.
Sorto in occasione delle elezioni politiche del 1948, questo organismo fornì un importante supporto alla Democrazia Cristiana, costituendo una forma di “apostolato sociale” in un territorio come quello della nostra Arcidiocesi, profondamente segnato dalle conseguenze del secondo conflitto mondiale e della contrapposizione fra blocchi durante la Guerra Fredda.
A fare da moderatrice durante l’incontro sarà la prof.ssa Giulia Caccamo, del dipartimento di Scienze politiche e sociali dell’ateneo triestino. Numerosi saranno i contributi che permetteranno di mettere a fuoco il ruolo del Comitato Civico diocesano fra gli anni ’40 e ’60, a partire da quello dello storico Raul Pupo, intitolato “Verso una faticosa normalizzazione. La Venezia Giulia dopo il dopoguerra”. A seguire, interverrà il prof. Ernesto Preziosi dell’Isacem, con una relazione dal titolo Per l’aratura civile del paese: la nascita dei Comitati Civici.
Dopodiché, sarà la volta del prof. Peter Cernic, dirigente del polo liceale sloveno di Gorizia, che si occuperà de La riorganizzazione dei cattolici sloveni tra il 1945 e il 1947.
A seguire, è previsto l’intervento dell’archivista Simona Ferrantin, che illustrerà Il patrimonio dell’Isacem e le fonti sui Comitati Civici. La relazione successiva sarà affidata al prof. Sergio Zilli, docente presso l’Università di Trieste, che si dedicherà al Paesaggio geografico e elettorale delle “province” di Gorizia.
A occuparsi del Comitato Civico dell’Arcidiocesi di Gorizia e il confine orientale sarà chi scrive questo articolo. Verrà, poi, presentato il lavoro di inventariazione e digitalizzazione dell’archivio del Comitato Civico diocesano, a cura di Carlo Alberto Villa, con una relazione dal titolo La digitalizzazione della serie archivistica “Comitato civico zonale e locale 1948-1968”: obiettivi, attività, risultati e sviluppi, e dell’archivista Luca Olivo, che presenterà gli Archivi del mondo cattolico isontino. Una breve panoramica su venti anni di lavori.
A chiudere il convegno sarà il prof. Ivan Portelli, presidente dell’ISSR, che presenterà I laici nella chiesa goriziana: le indicazioni degli arcivescovi Margotti e Ambrosi.

Elisa Battistella

In foto: Pio XII, il papa che volle i Comitati Civici (Foto Siciliani-Gennari/SIR)