Dopo il tempo del Covid, portoni di nuovo aperti in segno di solidarietà

Per due anni si è stati praticamente chiusi in casa o con l’impossibilità di incontrarsi, di vivere in comunità. I rapporti di amicizia, in quanto molto validi, si sono mantenuti, ma per consolidare questo legame qualcuno ha pensato così, quasi per caso, di inventarsi a Tapogliano “Portons Viars” (portoni aperti) cioè otto famiglie hanno aperto le loro case, ed hanno ricevuto la visita degli amici e conoscenti, un momento di grande socialità, si son rivisti i sorrisi, si è ricominciato a parlare e raccontarsi, approfittando di questi momenti si è gustato qualche stuzzichino, assaggiato qualche bicchiere di buon vino, e nella zona c’è ne molto e anche di quello buono, alla fine chi voleva lasciava una piccola offerta. Si è quindi sparsa la voce tramite il passaparola e ad ogni incontro, in totale nove incontri tra i mesi di agosto e settembre, si sono aggiunte nuove persone. Questa si può definire una “Esperienza Sociale” nuova, un sistema per cercare di rivivere la normalità persa durante il covid. Indubbiamente la sensibilità e la generosità dei residenti di Campolongo Tapogliano è stata grande, anche perché chi spontaneamente aveva organizzato questo evento ha voluto destinare il ricavato alla “Via di Natale” casa che ospita i parenti delle persone che sono ricoverate nel vicino C.R.O. (Centro di Riferimento Oncologico) di Aviano, alla fine, quando si son “chiusi i portoni” si son potuti contare ben 1800 euro di introito, inaspettati, un “chapeau” agli ideatori di questa iniziativa che forse hanno “inventato” un nuovo modo di fare comunità e al contempo solidarietà.