Riapre San Michele

Il 15 agosto, giorno, dell’Assunzione di Maria, nella festività mariana più antica della Chiesa Cattolica, sarà riaperta a Cervignano del Friuli la chiesa madre dedicata a San Michele ubicata in via Mercato. Da tre anni, infatti, l’edificio di culto era stato chiuso alle funzioni religiose. Durante l’emergenza epidemiologica era difficile organizzare in sicurezza le fcerimonie con tutti gli obblighi dettati dal distanziamento, la necessità di disinfettarsi le mani; il personale era già impegnato in altri luoghi perciò è stato preferito chiudere per un periodo questo edificio sacro. La chiesa di San Michele veniva comunque utilizzata, e lo sarà ancora, per le funzioni religiose che riguardano la comunità Ortodossa Rumena di Padre Gabriel Munteanu che veniva a officiare i riti la domenica mattina. Ora per l’Unità Pastorale della Bassa Friulana(Cervignano, Scodovacca, Muscoli, Strassoldo e Terzo d’Aquileia) la domenica sera, alle ore 19.00, sarà possibile partecipare alla Santa Messa. “L’attuale aspetto della chiesa madre di San Michele risale al restauro effettuato negli anni ’90, ma la sua storia è antichissima e perpetuata nei secoli dall’intitolazione a Michele, il guerriero celeste. Anche se, per antica tradizione, si ritiene che già nel 668 esistesse una Badia di San Michele Arcangelo di Cerveniana, è del 912 un documento certo che ne attesta l’esistenza: da Pavia, l’imperatore Berengario confermò in tale data al monasterium di San Michele Arcangelo i beni posseduti sia per donazione di principi sia per concessione di privati. sapendo che i documenti del detto Monastero furono incendiati nell’incursione degli Ungari. Dopo la fase medievale, su cui esistono poche notizie certe, abbiamo informazioni su una chiesa con fonte battesimale e più altari del 1579, sull’ingrandimento attuato nel 1613/14, sulla ricostruzione iniziata nel 1780 che invertì l’orientamento, ponendo la facciata a est verso il fiume. La terza chiesa dell’evo moderno fu consacrata, dopo 53 anni di lavori, il giorno 8 settembre 1833, Natività di Maria Vergine, dal Principe Arcivescovo di Gorizia, Giuseppe Walland. In concomitanza con questa terza ricostruzione, il cimitero attiguo alla chiesa fu spostato in via Aquileia. Anche per il campanile la datazione della costruzione originaria è incerta: Molaro e Fornasir la fanno risalire al sec. XI, mentre la cella campanaria è sicuramente più tardiva, avendo sostituito nel 1600 il primitivo coronamento ligneo. Nel 1915, fortuitamente, durante opere di scavo, fu scoperta, nell’attuale piazza Marconi, una pavimentazione musiva con tessere bianche, nere e rosse, risalente all’ottavo secolo, ritrovamento che, secondo Molaro, conferma l’esistenza dell’antica abbazia. Nel 1993, durante i lavori di restauro, furono effettuati scavi da parte del Gruppo Archeologico Aquileiese, che riportarono alla luce vari reperti di epoca romana e medievale, oggi visibili nella cripta”.  Tratto dal libro “Le Nostre Chiese” dove hanno collaborato: Franco Dreossi, Germano Vidon, Andrea Doncovio, don Moris Tonso, Andrea Balducci, Maurizio Barut, Gabriella Burba, Vanni Veronesi, Francesco Burba, Alba Cencigh, Gianpaolo Chendi e Roberto Fornasir.